Diciamo subito che quella dell’ASSEA e delle Associazioni economiche ci sembra la mossa giusta. Il contribuente, chiamato per la centesima volta a pagare da un governo e da un gran consiglio incapaci di controllare la spesa, deve avere l’ultima parola. Poi, se il popolo approverà la Tassa, Zali avrà vinto e non ci saranno più discussioni.

Certo, il Sì del parlamento è stato impressionante (ci ha colpiti in particolare l’adesione del PLR), quasi “troppo bello per essere vero”. Un commentatore sospettoso (non noi) penserebbe forse che “gatta ci cova”. Staremo a vedere quale efficienza organizzativa sapranno dispiegare le potenti Associazioni economiche, e quali consensi sapranno aggregare. La loro impresa è tutt’altro che disperata.

Qualche ambiente interessato potrebbe anche cogliere l’occasione per un braccio di ferro politico.

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Assea(da sin.) Avv. Gianluca Padlina e Michele Dedini, dirigenti dell’ASSEA

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COMUNICATO STAMPA

Comitato “Contro la tassa sui posteggi a carico dei Ticinesi”

Sulle tasse sia il popolo a decidere!
Con questo motto si è costituito un comitato composto dalle associazioni economiche che ha deciso di lanciare il referendum contro la Tassa di collegamento.

La nuova tassa pensata per colpire lavoratori e consumatori andrebbe a gravare di circa 1000.- CHF all’anno il bilancio dei cittadini ticinesi. Come per l’aumento delle imposte di circolazione, recentemente bocciato in votazione popolare, i promotori ritengono che, se il Governo ipotizza di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, sia indispensabile che il popolo sia chiamato ad esprimersi.

Decidendo di tassare i posteggi con importi che possono raggiungere i CHF 3.50 al giorno, il Consiglio di Stato ha deciso di introdurre un nuovo balzello che, contrariamente ai proclami, andrà a carico dei lavoratori e dei consumatori ticinesi, già confrontati con una situazione economica difficile. Concretamente, chi è costretto a recarsi al lavoro con il proprio veicolo (e magari già paga il proprio posteggio) sarà costretto a pagare un costo supplementare annuo che potrebbe attestarsi tra 875.- e 1’050.- CHF.

Oltre a gravare i lavoratori, la nuova imposta è concepita in modo da colpire anche tutti i cittadini ticinesi quando si recano a fare la spesa. Da una stima effettuata risulta che ogni famiglia dovrà farsi carico complessivamente di un onere supplementare di circa 200.- CHF all’anno. Il settore del commercio al dettaglio, già fortemente sotto pressione per la concorrenza italiana e che ha registrato una riduzione importante degli impieghi nell’ultimo anno, vedrebbe peggiorare ulteriormente la propria capacità competitiva, ciò che certamente incentiverà ulteriormente il turismo dell’acquisto oltrefrontiera.

La tassa oltre a non essere sociale, sarà a carico soprattutto dei lavoratori del settore secondario e dei cittadini delle regioni periferiche, costretti a recarsi al lavoro nelle zone urbane con l’automobile e dunque impossibilitati a sfuggire alla tassa. “Chi sostiene che questa tassa farà diminuire il traffico o che addirittura potrebbe risolvere i problemi legati alla mobilità in Ticino tenta di gettare fumo negli occhi ai cittadini” sostiene Michele Dedini, Presidente dell’Associazione Economia e Ambiente. Molti lavoratori non possono fare a meno dell’automobile per andare a lavorare perché sul percorso casa-lavoro il servizio di trasporto pubblico è insufficiente o non è disponibile negli orari giusti. Anche pensare che la gente possa rinunciare ad utilizzare l’automobile per fare la spesa è oggettivamente irrealistico se si considera che ciò vorrebbe dire costringere la gente a fare lunghi tratti a piedi trascinando con sé gli acquisti.

Di fatto il nuovo balzello non è suscettibile di avere alcun effetto sulle abitudini dei lavoratori e dei consumatori in fatto di mobilità ma è stato concepito unicamente per rimpinguare ulteriormente le casse dello Stato che, non sapendo come risparmiare, sceglie sempre la via più semplice che è quella di spremere i cittadini.

Le Associazioni economiche sono consapevoli che il traffico è un grave problema per la popolazione e per le aziende ticinesi. Per questa ragione sia in sede di audizione, che in sede di consultazione, avevano proposto l’adozione di tutta una serie di misure volte a diminuire il traffico, senza gravare sui cittadini. Purtroppo il Governo non ha ritenuto di approfondirle, visto che la sua preoccupazione principale era quella di incamerare ulteriori risorse finanziarie.

Il Comitato di referendum comprende già rappresentanti delle maggiori associazione economiche ticinesi, ma è aperto ad ulteriori adesioni e intende coinvolgere anche rappresentanti politici e della società civile e si appella a tutta la popolazione, invitandola a chinarsi da subito su quella che viene venduta come tassa contro i frontalieri e per ridurre il traffico, ma che purtroppo è solo un nuovo e gravoso balzello sulle spalle dei ticinesi.

I formulari del referendum possono essere scaricati al seguente link: www.assea.ch