La sera dell’8 ottobre poco prima delle 2100, in via Odescalchi, sulla rampa d’accesso di un parcheggio privato è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, il quale presentava ferite d’arma da fuoco. La vittima è un cittadino portoghese domiciliato a Chiasso.

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Stamani la polizia ha convocato la stampa sul luogo del delitto. Con l’aiuto di figuranti è stato eseguito un “riposizionamento” della scena del crimine. Si trattava in sostanza di completare l’informazione fornita dalle immagini della videosorveglianza, incomplete e non del tutto chiare, per determinare con esattezza la meccanica dell’evento. Presenti sul posto, agli ordini della procuratrice Pamela Pedretti, agenti della polizia giudiziaria e della polizia scientifica, oltre a parecchi avvocati.

Incuriositi, ci siamo recati sul posto. Grazie al navigatore siamo arrivati facilmente in via Odescalchi. Abbiamo atteso più di tre quarti d’ora. Vi confessiamo, in verità, di aver visto poco o niente.

La via è squallida e il palazzo all’estremità sinistra del quale è avvenuta l’uccisione è enorme, cupo e degradato nell’aspetto. C’è una piccola rampa di cemento che dà accesso a un garage sotterraneo. Sulla rampa si è sparato. I figuranti sono designati da lettere dell’alfabeto. Ci dicono che 6 erano le persone sul luogo del delitto: cinque malviventi e la vittima. Un cortese “capo intervento della Scientifica” fornisce alcune scarne informazioni ai giornalisti ma è evidente che, per dovere di servizio, non può dire più di quel tanto. A un certo punto uno fa la domanda sbagliata (bellissima e molto logica): “Chi impugnava la pistola?” Proprio non avrebbe dovuto. Amen.

Per i lettori di Ticinolive abbiamo scattato alcune foto amatoriali.

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