Firmate il referendum contro una decisione incomprensibile e dannosa (del Gran Consiglio)

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato, che non impegna la linea del portale.

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sala-operatoria-operazioneL’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha preso atto con viva preoccupazione della decisione del Gran Consiglio del 15 dicembre 2015 riguardante la pianificazione ospedaliera. Infatti, con la stessa verranno soppressi i reparti di medicina e di pronto soccorso degli ospedali di Acquarossa e di Faido, verranno ridimensionati l’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio e il San Giovanni di Bellinzona con una privatizzazione parziale del Civico di Lugano e la perdita di identità quale ospedale pubblico della Carità di Locarno.

Si tratta di un cambiamento epocale. Per la prima volta dalla creazione dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) nel 1982, invece di migliorare la qualità delle prestazioni degli ospedali pubblici, il Gran Consiglio ha deciso un loro drastico ridimensionamento. Le collaborazioni con le cliniche private, per esempio, sono di fatto delle vere e proprie privatizzazioni. A Locarno verrebbe creata una società anonima, la NewCo Locarno Salute SA, comprendente l’Ospedale la Carità e la Clinica Santa Chiara. A Lugano un’altra società anonima con i reparti donna-madre-bambino dell’Ospedale Civico con la Clinica Sant’Anna, del gruppo Genolier, che si occupa di cliniche, ma anche di alberghi e di affari immobiliari. Queste due nuove entità ospedaliere non faranno più parte dell’Ente ospedaliero, il loro obiettivo non sarà più quello di offrire il miglior servizio possibile al minor costo possibile, una caratteristica fondamentale del servizio pubblico, bensì quello di realizzare il massimo profitto, obiettivo di ogni azienda privata. E’ la fine dell’EOC multisito, ossia dell’organizzazione ospedaliera unica, ma presente nelle varie regioni del Cantone, proprio per conciliare l’alta qualità e nel limite del possibile la prossimità con la popolazione.

Contro questa decisione è stato lanciato un referendum popolare. L’Associazione per la difesa del servizio pubblico invita a sottoscriverlo e auspica che i cittadini ticinesi possano respingere questa decisione incomprensibile e dannosa, così da poter disporre anche in futuro di ospedali pubblici di alta qualità.