In questa intervista Oreste Pejman, un giovane di 23 anni, ci parla di due partiti: quello che ha da poco lasciato e quello che ha trovato. Lo fa con toni moderati, senza mai alzare la voce. Lo “spostamento del baricentro politico” nel suo vecchio partito è in atto da tempo, non certo da ieri. Noi non stiamo a sentenziare “è un bene, è un male”, diciamo solo che è un fatto di cui tenere conto.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Pejman Brunner 2Francesco De Maria  Lei è un giovane di destra (lo si capisce leggendo i suoi scritti) e ha lasciato recentemente il PPD. Debbo pensare che non c’è posto nel PPD per un giovane di destra?

Oreste Pejman  Credo che il PPD col tempo si sia allontanato dai suoi valori conservatori e sempre più spesso capita che sostenga iniziative di sinistra. Secondo me non è impossibile essere di destra nel PPD, ma è quantomeno difficile e con molte insidie, almeno nel PPD attuale. Oggi l’unico vero partito conservatore che esiste in Svizzera è l’UDC.

Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

OP  Diciamo che c’è stata una serie di eventi interni e uno spostamento del baricentro politico. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la volontà di Generazione Giovani di togliere il sostegno alla candidatura di Gobbi, per futili strategie politiche e mettendo in secondo piano l’interesse dei Ticinesi. Quando vedi giovani che preferiscono partitismi al bene comune, capisci che è il momento di cambiare aria.

Secondo lei nel panorama attuale il PPD è (come alcuni sostengono) condannato al declino?

OP  Ho vissuto dall’interno il partito e le mie critiche più grandi portavano sulla mancanza di una linea chiara e di proposte concrete. Aggiungo che se non distanzierà un po’ il suo baricentro dalla sinistra, credo che farà fatica a ottenere risultati migliori degli attuali.

Del pensiero politico democristiano che cosa salva nel complesso?

OP  Credo che salverei i valori cristiani, non nel carattere religioso, che invece nel PPD paiono preponderanti, ma per i princípi, che sono quelli che hanno fondato l’Europa, la nostra cultura e anche le nostre democrazie. Se ci dimentichiamo chi siamo, perderemo la nostra identità e finiremo per sottometterci a valori che non ci appartengono.

Nel PPD odierno che ruolo ha la religione?

OP  Secondo me ha ancora un ruolo politico, anche se nel PPD ci sono anche diversi membri più laici, che sentono meno importante il ruolo della religione. Insomma ci sono diverse sensibilità, ma la religione continua a essere importante nella politica del PPD.

Lei ha fatto varie campagne elettorali nel PPD. Come le ha vissute? Ha ottenuto buoni risultati?

OP  A 18 anni, con una visione ancora non chiara della politica, esponevo meno le mie idee pubblicamente e sentivo un buon sostegno dal partito. Poi lentamente sono diventato più indipendente, iniziando a dire ciò che pensavo ma irritando lentamente qualcuno nel partito. Da quel momento, nonostante le formali rassicurazioni, nei fatti la mia storia nel PPD ha cominciato a essere più complicata e ho sentito la mancanza dell’appoggio del partito. Basti notare come all’elezione per il Gran Consiglio sono stato credo l’unico o uno dei pochissimi che ha preso più voti fuori dal PPD che al suo interno. Ma tutto sommato sono felice della mia esperienza politica perché nonostante io abbia solo 23 anni, credo di aver imparato già tanto, anche se c’è molto ancora da imparare.

Quando lei era nel PPD Darbellay era il suo presidente nazionale. Lo ha conosciuto personalmente? Come lo giudica?

OP  Sì l’ho conosciuto a Lucerna. Mi è sembrato in alcuni casi troppo vicino alla sinistra e solo in alcune occasioni più conservatore. L’errore più grande che ha fatto è stato schierarsi contro la candidatura di Blocher, perché ha preferito scegliere l’ideologia e bendarsi gli occhi piuttosto che guardare alla realtà politica e soprattutto alla volontà del popolo.

Un argomento del quale si è parlato tanto, sin troppo. Quali sono le probabilità per Filippo Lombardi di approdare al Consiglio federale?

OP  Per l’elezione di un ticinese credo che dovremo aspettare anche molto. Per una elezione di Lombardi bisogna attendere la partenza di un romando e poi della Leuthard. Il difficile quindi è arrivare nelle condizioni adatte per proporlo. Se si realizzeranno queste condizioni credo potrebbe avere una maggioranza all’interno dell’Assemblea federale.

Pejman yzLe hanno mai detto: “Sei un oregiatt!” Se è capitato, come ha reagito?

OP  A 18 anni me lo dicevano e non conoscendo ancora troppo la politica non capivo. Poi però col tempo ho iniziato a dire ciò che pensavo e sono diventato più indipendente nel PPD e ho fatto capire e dimostrato che io oregiatt non ero proprio.

Parliamo adesso del suo nuovo partito, l’UDC. Come è arrivato lì? C’è qualcuno, in particolare, che l’ha incoraggiata, che l’ha convinta?

OP  Diciamo che ho parlato con tante persone, ma sicuramente Tiziano Galeazzi è stata la persona che già quando ero nel PPD mi ha fatto sentire la sua vicinanza e mi ha dato consigli preziosi per crescere politicamente.

Intende candidarsi alle prossime elezioni comunali?

OP  Voglio dare il mio sostegno al partito e sono quindi felice di mettermi a disposizione.

Non pensa che l’UDC cantonale sia troppo piccola, troppo debole, sovrastata dalla potente e aggressiva Lega?

OP  L’UDC deve sicuramente rivedere alcune cose, ma secondo me con una buona collaborazione con la Lega e senza invece andarle contro, ha margine. Con una buona leadership e con proposte concrete sicuramente si andrà lontano, e vedo che il partito ha voglia di seguire questa strada e sta lavorando per il bene del Ticino.

Che valutazione dà dell’ “esperimento elettorale” effettuato dall’UDC nell’aprile 2015, cioè la lista “la Destra” ? Secondo lei questa unione ha un avvenire?

OP  Credo che l’UDC se deve collaborare con qualcuno, questo qualcuno è la Lega. Ma l’UDC deve continuare a far valersi come partito e portare avanti le sue idee senza attaccarsi ad altri partiti minori, altrimenti, come è successo, rischiamo di regalare seggi a loro.

Da 1 a 10, come valuta l’efficacia della comunicazione PPD ? E UDC ? E PLR ?

OP  UDC 10 per coraggio e chiarezza. PPD 5. Credo che abbia tanto da migliorare, ma il suo problema non è la comunicazione ma la linea politica troppo vaga. PLR 7. Tutto sommato riesce a comunicare la sua linea politica senza difficoltà, anche grazie alla sua forza elettorale.

Lei trova scandaloso e inaccettabile il linguaggio del Mattino della domenica?

OP  Scandalose sono le cose che il Mattino ci ricorda: disoccupazione, oltre 60.000 frontalieri, persone che non arrivano a fine mese e criminali che prendono pene ridicole. Il linguaggio certo può essere migliorato: credo che ognuno è libero di dire ciò che vuole come vuole, nei limiti del codice penale. Ricordo però che la Lega governa e i suoi rappresentanti per esempio a Lugano e in Consiglio di Stato stanno facendo un ottimo lavoro e in maniera molto istituzionale.

Sa elencarmi tutti i nomi dei presidenti dell’UDC ticinese, da quando divenne “blocheriana” verso la fine degli anni Novanta?

OP  Sono sincero no. Anche perché sono giovane, sono nato nel 1992, tra l’altro pochi mesi prima della votazione sull’adesione allo Spazio economico europeo.

Come valuta la presidenza di Gabriele Pinoja?

OP  Credo che ha fatto il suo lavoro in maniera coerente con le sue idee. È sicuramente una brava persona, dispiace che lasci ma ora l’UDC ha bisogno di cambiare.

Marchesi sarà eletto nuovo presidente il 24 gennaio?

OP  Non prevedo il futuro, ma avrà tutto il mio sostegno. L’UDC ha bisogno di un volto giovane e di una persona capace, Marchesi secondo me è questa persona.

Immagino che lei sia favorevole all’espulsione dei criminali stranieri. Non le domando come voteranno Quadri, Pantani e Chiesa. La mia domanda è un’altra. Come voterà Lombardi? Come voterà Romano? Come voterà Regazzi?

OP  Bisognerà chiederlo a loro. Calcolando che il PPD è nel comitato contrario all’iniziativa forse voteranno No. Ma ognuno ha le sue sensibilità e quindi non è detto.

Il 2015 è stato un anno per certi aspetti tremendo. Il peggio è passato?

OP  A livello mondiale sicuramente no. A livello geopolitico si aprono capitoli importanti della storia, soprattutto in Medioriente. L’Europa è invece davanti a sfide incredibili a livello di unità, sicurezza e immigrazione. A livello svizzero forse ci aspetta un anno meno turbolento: il franco forte ormai si sta stabilizzando e le elezioni sono passate. Ma restano le sfide su immigrazione, economia e rapporti con la UE. A livello Ticinese ormai abbiamo preso l’abitudine e ho paura che le cose difficilmente cambieranno.

Mi definisca con tre aggettivi la politica perseguita dalla cancelliera Angela Merkel.

OP  Sproporzionata. Rischiosa. Coraggiosa, perché bisogna ammettere che nonostante non condivida le sue idee, è una persona che sa comandare e restare sulle sue decisioni, anche se spesso non è un pregio.

Il cardinale Bagnasco ha esclamato: “Non possiamo fermare la marcia dei popoli!” e tutti, ma proprio tutti, hanno capito quel che voleva dire. È la voce di Dio?

OP  Forse la voce più autorevole di Dio è il silenzio. Le marce dei popoli non so se non si possono fermare, ma sicuramente si devono controllare.

Di fronte all’incalzare degli eventi lei non è pervaso da un senso di impotenza: “Vedo il disastro, vedo la catastrofe, ma non posso farci NULLA ?”

OP  A volte ti senti impotente e ci sono cose più grandi che difficilmente potrai cambiare da solo. Ma fermarsi a ciò vuol dire non provare nemmeno a cambiare le cose. Non mi importa se le cose cambieranno totalmente, un poco o per niente, quel che conta è provare a cambiarle. Uniti e con determinazione si possono fare tante cose, quel che conta è provarle a fare.

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