NELL’UDC TICINO INFURIA LA POLEMICA

NOTA BENE. Circa il vertiginoso meccanismo delle espulsioni e contro-espulsioni vorremmo sapere esattamente (non tanto a beneficio nostro quanto dei nostri lettori):

  • quali accuse sono state mosse contro l’uno e contro l’altro
  • quali decisioni sono state prese, da quali gremi e in quali tempi
  • quali decisioni restano da prendere

Del Don 5Alcune precisazioni e un commento a proposito delle dichiarazioni di Athos Ambrosini riguardo l’UDC distrettuale, i vertici del partito e la mia persona

Non era e non è mia intenzione polemizzare oltre con Athos Ambrosini a proposito delle sue velenose dichiarazioni nei confronti di chi non si allinea alle sue idee. Cionondimeno, dopo aver sopportato sino ad ora le sue continue dichiarazioni sui media, ritengo ora inevitabile fare chiarezza nei confronti dei lettori che devono subire questa forma di disinformazione pilotata dall’ineffabile signor Ambrosini.

AmbrosiniPermettetemi però di riportare prima un breve passaggio dell’ interessantissima intervista riportata recentemente (sab. 16 gen.) da La Regione al presidente cantonale UDC Gabriele Pinoja, ad una settimana dal congresso che eleggerà il suo successore … e i due vicepresidenti (Nota a margine: Ambrosini si è candidato come sfidante di Piero Marchesi alla guida del partito e pure come sfidante di Orlando Del Don nel ruolo di vicepresidente. Guarda però “il caso”, la polemica di Ambrosini scoppia proprio a ridosso di questo importante appuntamento politico; un tempismo perfetto!). Consiglio a tutti di leggere le lucide e sobrie argomentazioni di Pinoja che bene illustrano le sfide che attendono il nuovo presidente e i suoi più stretti collaboratori. Io però, come detto, qui voglio riportare integralmente solo la parte conclusiva dell’intervista e, nello specifico, quella che fa riferimento alle recenti “tensioni” emerse nel Distretto di Bellinzona e Valli e al dissidio fra il presidente Athos Ambrosini e il sottoscritto.

Alla domanda del giornalista Aldo Bertagni (“C’è del malumore nel Bellinzonese dove Ambrosini è appunto presidente distrettuale. Pensiamo alle polemiche con Orlando Del Don”) Pinoja così risponde: “È una questione di leadership. Il presidente distrettuale ha qualche difficoltà. A me è capitato più volte di ricordare che se vogliamo crescere non possiamo pretendere che tutti la pensino esattamente allo stesso modo. È impossibile. In questi quattro anni siamo stati avvicinati da tanti cittadini, anche a Bellinzona. Ambrosini, ad esempio, non ha gradito la presenza di alcuni. Come si fa a dire no ad una persona che vuole aderire al nostro partito, se non ha pendenze penali ed è in grado di discernere?“.  [Probabile allusione al caso Tuto Rossi. Con tutto il rispetto per il Diplomatico, Cortese ed Elegante, mi permetto di rilevare che una simile opinione non è per nulla indiscutibile. Gabriele, si può ben pensarla diversamente, e parecchi l’avranno anche fatto; fdm]

Una risposta diplomatica, cortese, elegante ma al contempo chiara, quella di Pinoja, alla quale – per chi non avesse seguito attentamente le vicissitudini del partito o avesse perso qualche “puntata” – vale la pena aggiungere un breve commento a complemento. E cioè che Ambrosini invece di guardare solo il suo ombelico e dissipare tempo ed energie in sterili e avvilenti polemiche con i membri del Distretto a lui “sgraditi” dovrebbe finalmente occuparsi ora di far crescere il Distretto, visto il disastroso risultato delle ultime elezioni cantonali e l’inconsistente attività e presenza sul territorio del distretto che lui dirige nel dibattito politico e sociale di Bellinzona e Valli. Senza scordare che mancano pochi giorni alla consegna delle liste per le elezioni comunali, che Ambrosini sembra aver però accantonato e/o dimenticato, per incentrare invece tutta la sua attenzione sulla mia persona e i dirigenti dell’UDC cantonale con, peraltro, il suo (per lui) scontato e narcisistico auspicio di voler portare (“a furor di popolo!”) ai vertici del partito le sue edificanti esperienze “maturate” alla “testa” del distretto! Detto ciò va ancora precisato – a scanso di equivoci – che la sua recente richiesta della mia espulsione dal partito è stata bocciata dalla Direttiva cantonale (perché ritenuta all’unanimità non giustificata e puramente strumentale). D’altro canto, invece, la mia richiesta di espulsione di Ambrosini dal partito è stata accolta all’unanimità dagli undici membri (!) della Direttiva Cantonale e pertanto a giorni verrà costituita una Commissione disciplinare che si occuperà della questione. Nello specifico – e in estrema sintesi – di valutare la sua “leadership” e la capacità di coordinare democraticamente e in modo minimamente utile l’attività del distretto. Distretto che da due anni è in stato di “ibernazione” a causa della volontà dichiarata di Ambrosini di voler osteggiare e boicottare (per ripicca nei confronti dell’Ufficio presidenziale e della Direttiva cantonale del partito) tutte le iniziative politiche e partitiche dello stesso, essendo egli – come detto – in contrasto con i vertici dell’UDC cantonale al completo (rei di non aver seguito le sue idee e le sue scelte politiche) … Orlando Del Don compreso, essendo io a mia volta ritenuto “colpevole” di attivismo indesiderato e per aver fatto il possibile e l’impossibile alfine di salvare il salvabile e sbloccare l’impasse in cui il distretto si trova da oramai troppo tempo! Situazione questa chiaramente documentata e conosciuta dai vertici UDC da più di un anno a questa parte! Una situazione estremamente imbarazzante e che in tutti i modi io e i vertici del partito abbiamo cercato di risolvere e mediare in modo pacato e possibilista senza però mai avanzare di un millimetro nella guerra ad oltranza di Ambrosini contro tutti e contro tutto!

Ora il Congresso del 24 gennaio dovrà rinnovare i vertici del partito a livello cantonale, con il nuovo presidente e i suoi due stretti collaboratori nel ruolo di vicepresidenti del Sopra e del Sottoceneri. La partita è pertanto delle più importanti per cominciare finalmente a sbloccare l’UDC ticinese da queste estenuanti e sterili lotte incentrate su personalismi, odii, risentimenti, vendette, ritorsioni e ombelicocentrismi che più avvilenti e insensate non potrebbero essere! Spero vivamente che il partito possa ora finalmente ripartire senza zavorre e con le aperture mentali, psicologiche e politiche necessarie e indispensabili alla sua ossigenazione e crescita, da tutti sperata e attesa.

Dr. med. Orlando Del Don, membro della Direttiva cantonale e presidente della Sezione bellinzonese UDC