Deir EzzorDi solito, quando giungono notizie tremende come queste, metto subito il noto cartello “Silentium”. Questa volta cercherò comunque di esprimere un breve memore pensiero. A Deir Ezzor, a differenza di Raqqa dove ho solo pranzato, ho anche pernottato in un albergo abbastanza bello, fra il 3 e il 4 ottobre 1998, prima di visitare, la mattina seguente, Dura Europos e Mari, e il 5 ottobre la devastata Palmyra.

Oggi sappiamo (il nostro TG non ha osato dire nulla) che in un rastrellamento forse senza precedenti l’ISIS avrebbe decapitato almeno 150 civili, compresi donne e bambini (vi è chi dice 280) gettandone poi i corpi nell’Eufrate.

Certo, tutti noi non potendo fare nulla, rimaniamo in “Silentium”. Il Papa si raccoglierà in preghiera. Ma che dicono i pacifisti, sicuramente inorriditi anche loro, ma che forse possono di più per far cessare questa carneficina? Nella giustizia, intendiamoci.

(da Facebook)

armenian-weekly-2014-syria-deir-ez-zor-saint-martyrs-church-destruction-140924Rovina del santuario armeno di Deir Ezzor