Stavolta contro Piero Marchesi, candidato – come lui – alla presidenza

Testo pubblicato su due portali e riproposto con il consenso dell’Autore

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jack gialloOrlando Del Don si era provato a smorzare i toni ma Athos Ambrosini non ci sta e replica – non a Del Don – ma al suo diretto avversario nella corsa alla presidenza (mancano solo 36 ore!). Il riferimento è all’intervista che Marchesi ha recentemente rilasciato a Ticinolibero.

Le questioni del contendere sono sempre le stesse: l’alleanza elettorale con Area Liberale (—>”la Destra”) e l’inserimento del nome dell’avvocato Tuto Rossi nella lista dei candidati al Gran Consiglio. Su entrambi i temi un’opinione l’abbiamo… ma ci guardiamo bene dall’esprimerla!

Domenica mattina Ticinolive sarà in sala per assistere a un appassionante “momento della verità” e riferire diligentemente ai suoi lettori.

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Ambrosini 2Candidandomi alla carica di presidente UDC sapevo che sarebbe cominciata nei miei confronti una campagna diffamatoria fatta di fughe di notizie, di mezze verità ed a volte proprio di bugie vere e proprie. Non che io abbia qualcosa di speciale, chiunque si fosse presentato contro il delfino di Pinoja avrebbe subito la stessa sorte (come aveva già pregustato chi, come Michele Moor, aveva provato a profilarsi).

Non avrei però mai immaginato che anche il mio concorrente diretto, Piero Marchesi, avrebbe mentito apertamente per infangarmi. Secondo Marchesi mi sarei «trovato più volte uno contro cinquanta nel comitato cantonale senza mai accettare le decisioni». Questo è falso, perché se da un lato in comitato cantonale siamo 45 i presenti raggiungono raramente i 30 e quindi quanto affermato da Marchesi è matematicamente impossibile, dall’altro perché mio malgrado ho sempre accettato anche le decisioni più stupide, ben sapendo che il tempo mi avrebbe dato ragione. Come nel caso del progetto “La Destra” per cui ricordo una votazione in direttiva finita 12 Sì, 3 No ed un astenuto.

Lo sfido pure a portare una mia presa di posizione polemica contro “La Destra” da quando è stata fatta approvare affermando che il partito nazionale la appoggiava (cosa poi dimostratasi falsa), fino alle fallimentari elezioni cantonali di aprile.

Marchesi mente pure quando dice che c’era stata una sola persona contraria alla candidatura di Tuto Rossi per il Gran Consiglio. Anche in quel caso non fui il solo a votare no (peraltro non si votò sulla sua candidatura ma su tutta la lista), e questo nonostante tutti i tristi stratagemmi adottati, le pressioni e gli insulti ricevuti durante quel comitato tenutosi a porte chiuse.

Marchesi afferma anche, sempre mentendo, che non accetterei la democrazia interna al partito perché non accetterei le decisioni del comitato cantonale. La democrazia non significa però, come intende lui, che il partito cantonale decide ed il resto del mondo si adegua. Altrimenti, a rigor di logica, il partito nazionale avrebbe già potuto (e dovuto) commissariare quello ticinese da diverso tempo. Democrazia significa che ogni organo del partito, ogni distretto ed ogni sezione, gode della propria indipendenza e decide in modo autonomo secondo i propri statuti sulle questioni di propria competenza.

Tuto Rossi smallMarchesi reputa inoltre che Tuto Rossi sia una persona valida e la sostiene? Benissimo è una sua opinione. Il signor Rossi è stato imposto da direttiva e comitato cantonale in lista per le cantonali nonostante i suoi precedenti ed il salto sul carro all’ultimo minuto? Secondo me è stato intollerabile e di conseguenza mi sono disimpegnato da quel momento alla fine della campagna, standomene in silenzio fino al giorno delle elezioni.

La sua candidatura però non è stata proposta del distretto di Bellinzona e Tre Valli, ed allo stesso modo il distretto non ha accettato la sua domanda di adesione, anche questo democraticamente e come garantito dal Codice civile svizzero e dai nostri statuti.

Sia poi il lettore a giudicare se abbiamo sbagliato a pensare che un ex socialista condannato per una malversazione di 21 milioni ai danni di BancaStato (e quindi dei ticinesi) quando ne era vicepresidente non solo sia un pessimo candidato ma squalifichi anche tutto il partito e che, visti i suoi recenti comportamenti, non possa nemmeno diventare un buon nuovo aderente. Noi però abbiamo sempre agito in modo indipendente e democratico e questo nessuno ce lo può negare.

Marchesi si dovrebbe piuttosto scusare con me ed ammettere che avevo avuto ragione su tutta la linea nelle occasioni in cui mi sono trovato in forte minoranza e non sono stato ascoltato, come ad esempio quando avevo parlato e votato contro il loro progetto “La Destra”, quando avevo chiesto un secondo parere giuridico per l’iniziativa “Prima i nostri” (dimostratasi poi largamente inapplicabile), o quando avevo criticato duramente l’attacco di alcuni UDC ticinesi all’allora candidato sindaco Borradori. Per farlo però servirebbe un minimo di onestà intellettuale.

Non si preoccupi Marchesi, se sarò eletto presidente cantonale non cercherò mai di imporre delle decisioni al comitato cantonale attraverso pressioni e menzogne, ma lascerò tutti realmente liberi di esprimersi, cercando di alimentare quel sano dibattito interno ed il rispetto delle opinioni altrui senza il quale, come ci ricorda Blocher nel suo ultimo libro, si va inevitabilmente verso il fallimento.

Nei paesi civili un politico preso a mentire si dimette. Io sono disposto a ritirare la mia candidatura a presidente cantonale se venisse dimostrato che ero stato il solo a votare contro la lista del Gran Consiglio con Tuto Rossi, chiedo però a Marchesi di fare lo stesso qualora si dimostrasse che eravamo anche solo in due e che quindi lui ha mentito.

Athos Ambrosini