Verdi 2Che dire di questo comunicato? Beh, sarà senz’altro banale ma… che non ha tutti i torti. La linea Populista Verde inventata e perseguita con rara tenacia dal Coordinatore – un uomo dotato di invidiabili capacità mediatiche, in un piccolo mondo politico dove quasi tutti sono assolutamente nulli in questo campo – è finita, dopo parecchi mesi di tumultuosi conati e scossoni, come doveva finire, cioè in un disastro e nella conseguente caduta del Padre Padrone, vittima in primis della sua immoderata ambizione. Il Populismo (nobilissima arte, oggi più che mai necessaria) lasciamolo agli Originali, a coloro che lo sanno davvero fare.

Resta da spendere una breve parola per i suoi “compagni d’avventura”, i sedotti, che si ritrovano orfani e a mal partito. Essi dovranno riposizionarsi rapidamente (sempre possibile, mancherebbe).

Verde 3COMUNICATO

Commentando l’abbandono della politica istituzionale da parte di Sergio Savoia, l’attuale coordinatrice dei Verdi, giovedì mattina alla RSI ha dichiarato: «credo che tutti lo stimassero come politico di grande spessore, ha fatto tanto per il Ticino, ha fatto tanto per la politica, anche per i Verdi (…), si sentirà il vuoto che lascerà». Nella sua posizione un certo ammorbidimento dei giudizi è comprensibile. Del resto, come dice un popolare adagio, «al nemico che fugge, ponti d’oro».

Come gruppo di opinione esterno al partito, noi possiamo invece esprimerci più liberamente. Non c’è dubbio che Savoia con le sue mosse politiche abbia dato molta visibilità ai verdi, ma ne ha anche condizionato negativamente l’immagine. Ci teniamo a sottolineare ancora una volta quanto la sua gestione negli ultimi anni abbia snaturato pratiche e contenuti della politica ecologista, creando tensioni e spaccature che hanno molto indebolito il partito. La pesante eredità che lascia al movimento verde sta in primo luogo nei guasti prodotti dalla svolta populista di cui è stato l’artefice.

Orizzonte verde

I portavoce Danilo Baratti e Denise Oriet