Un articolo, pubblicato il 19 gennaio 2016 sul sito del giornale britannico The Telegraph 

dal portale www.blognews24ore.com

White W“Il sistema finanziario mondiale è pericolosamente instabile. Fa fronte a un’ondata di fallimenti che testerà la stabilità sociale e politica – avverte William White, presidente del Comitato d’esame dell’OCSE ed ex economista presso la Bank for International Settlements – Rispetto al 2007, la situazione è peggiore. Le nostre munizioni macro-economiche sono quasi esaurite.

Negli ultimi 8 anni il debito ha continuato ad accumularsi, raggiungendo livelli così elevati in ogni regione del mondo che rischia di sfociare in conseguenze sgradevoli. Durante la prossima recessione, diventerà chiaro che gran parte di questo debito non sarà mai rimborsato. Il che sarà molto spiacevole per un mucchio di persone che pensano di possedere attivi che hanno un valore.”

White si era espresso alla vigilia del Forum economico mondiale in corso a Davos. “La questione è sapere se siamo in grado di vedere in faccia la realtà e prepararci a quanto ci aspetta, o se gestiremo la crisi in maniera disordinata. Il prossimo compito delle autorità è gestire la ristrutturazione dei debiti, sconvolgere il sistema senza provocare tempeste politiche.”

White ha dichiarato che le perdite maggiori ricadranno sui creditori dell’Europa. Le banche europee hanno ammesso l’esistenza di 1’000 miliardi di dollari di crediti tossici, sono gravemente esposte aui mercati emergenti e di sicuro hanno sostenuto crediti a rischio di cui non si è a conoscenza.

Il sistema bancario europeo potrebbe avere bisogno di una ricapitalizzazione come mai accaduto prima. Secondo le nuove regole del bail-in, ogni deposito superiore a 100’000 euro verrà messo a contribuzione per disporre dei fondi necessari per aiutare le banche in difficoltà.

Nel microcosmo delle banche centrali, tra il 2005 e il 2008, William White era stato fra i pochi che avevano parlato dell’avvicinarsi di un crollo delle finanze e della possibilità di una grave crisi economica mondiale. White ha dichiarato che gli stimoli monetari (Quantitative Easing e tassi vicini allo zero) delle banche centrali dopo il 2008 si sono estesi fino in Asia e nei mercati emergenti, alimentando la bolla del credito e l’aumento dei prestiti in dollari. Il risultato, è che anche questi paesi sono stati catapultati nel caos. Combinati, i debiti pubblici e privati nei paesi emergenti hanno raggiunto una cifra record : 185 % del Pil e ben il 265 % del Pil nei paesi dell’OCSE.

“Dopo la crisi del 2008, i mercati emergenti erano una parte della soluzione – ha dichiarato – Oggi invece sono parte del problema.”

L’economista ritiene che i QE e i bassi tassi d’interesse equivalgono a spendere oggi le risorse di domani. A suo parere, la Federal Reserve americana, grande promotrice di politiche monetarie accomodanti, si trova in un dilemma imbarazzante, in un momento in cui cerca di liberarsi dai suoi QE e di rimettere la nave sulla giusta rotta.

“E’ la trappola del debito. La situazione è talmente grave che non esiste una soluzione positiva. Alzando i tassi si crea una situazione negativa. Se i tassi non vengono alzati, la situazione è anche peggiore.”