Tiz AlainIl prossimo 28 febbraio saremo chiamati a votare per la seconda volta un’iniziativa che chiede l’espulsione dei delinquenti stranieri, sempre più numerosi sul nostro territorio da quando le frontiere sono state “abbattute” e i problemi nel mondo circostante sono aumentati. Quando si apprende che il 75% ca. di detenuti nelle carceri svizzere è costituito da stranieri, non possiamo più fare finta di trovarci di fronte a una casualità temporanea e continuare a ignorare il problema.

La votazione di febbraio si riferisce di fatto all’attuazione dell’iniziativa precedente già approvata dal popolo qualche anno fa ed è ingiustificabile e vergognoso che il popolo svizzero venga chiamato una seconda volta a decidere su un tema per il quale già la prima votazione aveva espresso una volontà così chiara.

Ancora una volta ci si è trovati di fronte a politici e partiti per i quali la sicurezza dei cittadini e del Paese viene dopo un ingenuo buonismo dettato da convenzioni internazionali e salotti intellettuali infarciti di molta ipocrisia. E questo è chiaro, dal momento che più partiti, loro esponenti e un Governo oppongono scuse giuridiche (interne e internazionali, come i diritti dell’uomo o convenzioni umanitarie) pur di non applicare una legge, richiesta dalla volontà popolare, che garantirebbe al Paese e alla popolazione stessa una percezione di miglior sicurezza e tranquillità.

Un Paese che insiste, anche davanti a episodi cruenti di criminalità quotidiana perpetrata da malfattori, galeotti, delinquenti e disgraziati stranieri, a offrire il beneficio di restare in questo Paese ad espiare pene che a dir poco fanno ridere i polli, può solo apparire come una nazione debole, in declino e prossima al collasso civico-culturale. Alla Svizzera riconosco ovviamente il nobile retaggio di nazione con saldi principi umanitari e buoni uffici internazionali, così come l’aver dato i natali alla Croce Rossa Internazionale e sede alla firma di numerose convenzioni mondiali, ma un Paese che, oltre ad avere delle pene deboli per reati aberranti, permette di mantenere (con i soldi dei contribuenti) spietati criminali senz’anima e senza pudore, mi fa veramente vergognare, in qualità di cittadino svizzero costretto a ingoiare una situazione del genere.

Quota di stupri commessi in Svizzera da forestieri: oltre il 60%; furti con scasso: sopra il 70%; omicidi: oltre il 57%; davanti a questi numeri, io proprio non ci sto. Piantiamola di farci scudo di un buonismo puro e assoluto per ingannare la popolazione e farla sentire in colpa verso la propria coscienza.

Tiz TutoSappiamo che anche degli svizzeri commettono atti criminali ma questi, a differenza di coloro che arrivano dall’esterno, non possiamo espellerli proprio perché sono, ahimè, nostri concittadini. Tuttavia, in qualità di cittadino e contribuente, io non vedo perché debba mantenere qua per anni un criminale straniero che potrebbe invece benissimo essere rispedito da dove è arrivato, e nel più breve tempo possibile.

E’ risaputo che ancora molti Paesi non hanno delle vere e proprie convenzioni bilaterali sui trasferimenti e presa in carico dalla giustizia di un proprio concittadino espulso da un Paese terzo, in questo caso la Svizzera. Questo fa emergere un dubbio che mi auguro sia già stato affrontato dalle nostre autorità competenti, ossia l’effettiva espiazione delle pene inflitte dal nostro ordinamento giuridico nel Paese di provenienza del criminale. Se dovessimo infatti espellere un “bruto” che, una volta giunto nel suo Paese, riuscisse a farla franca, scappando o evitando il carcere, allora l’esercizio non sarebbe riuscito e, oltre al danno, ci sarebbe per noi anche la beffa.

Ecco perché voterò SÌ per la seconda, e spero ultima volta, all’allontanamento di criminali stranieri. E’ ipocrisia fumosa e fuorviante sostenere, come suggeriscono i contrari all’iniziativa, che perderemmo il nostro senso di “umanità” e “giustizia”.

Qui non vi sono spazi per buonismi intellettuali e sentimentalismi da salotto, la cruda e dura realtà che viviamo ci dimostra un mondo molto più pericoloso e il nostro dovere di cittadini e politici sta quindi nel proteggere anzitutto la nostra popolazione e il nostro territorio, al meglio dei mezzi che abbiamo.

Una revisione delle pene (per i crimini di ogni livello) dovrà essere urgentemente oggetto di discussione, perché la percezione che si ha è che non siano un deterrente sufficiente a scoraggiare l’arrivo dei malintenzionati dall’esterno dei nostri confini nazionali.

Tiziano Galeazzi, deputato UDC in Gran Consiglio