“Gli avversari dell’iniziativa UDC si ostinano a descriverci scenari strappalacrime: padri di famiglia rei di aver rubato una mela…”

Rubrica-Manuel-592x290(fdm) Ne approfitto (visto che sono in casa mia) per premettere qualche parola di commento.

Non si riescono più a distinguere le argomentazioni (e i toni da fine del mondo) di Burkhalter da quelli di Sommaruga, e questo è (per me) sommamente spiacevole.

Avrete sicuramente sentito/letto – non una, non due, ma parecchie decine di volte – che LA DESTRA detiene ormai la maggioranza in seno al Consiglio nazionale, pare con 101 voti. Laddove per “destra” si debbono intendere PLR e UDC. Ciò costituisce un esempio eclatante di pensiero citrullo o uno sfacciato tentativo di ingannare il prossimo. Se il PLR è “di destra”, com’è possibile che il suo massimo esponente parli come la Sommaruga?

Un partito che respinge con maggioranza schiacciante e bulgara l’iniziativa, motivandola ufficialmente come segue: “renderebbe più difficili i nostri rapporti con l’UE”. Ho voluto fare un’esperimento e ho interpellato il mio aiutante di redazione sul significato di una simile frase. Mi ha guardato perplesso, ci ha pensato su per un po’, poi s’è illuminato e mi ha detto: “Significa che… se vogliamo andare d’accordo con l’Unione Europea… dobbiamo tenerci i criminali!” 

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Marchesi 300Le intemperanze verbali di Didier Burkhalter e Simonetta Sommaruga che, negli scorsi giorni, hanno definito l’iniziativa UDC per l’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri “contraria ai valori svizzeri, ingiusta e incoerente”, più che provodacare sgomento, suscita ilarità. Sentire dalle bocche dei due Consiglieri federali quali sarebbero i valori svizzeri che la premiata coppia lib lab contribuisce a demolire con uno zelo encomiabile, da anni, significa una cosa sola: che l’UDC ha fatto centro. E dal momento che la maggioranza dei cittadini sembra intenzionata a dare ragione all’Unione democratica di centro, al Governo cominciano a tremare le gambe.

I nostri ministri, invece di essere colti da tremori per l’esito delle urne, farebbero bene, credo, ad aver la tremarella per il numero impressionante di crimini commessi da stranieri e, soprattutto, per il modo in cui il Parlamento ha tergiversato, per cinque anni, pur di non applicare quanto democraticamente deciso dagli svizzeri, nel 2010. Gli svizzeri, quasi sei anni fa, avevano già deciso per l’espulsione dei criminali stranieri e non aver rispettato quell’indicazione significa una cosa sola: prevaricare la democrazia diretta e infischiarsene del volere popolare.
In ogni caso, prima di pensare ai massimi sistemi, al diritto internazionale (con cui l’iniziativa si scontrerebbe) e al rispetto di tutti i dogmi politicamente corretti in vigore in Occidente, Governo svizzero e partiti contrari all’iniziativa dovrebbero capire che gli svizzeri vogliono pensare prima alle vittime e poi, eventualmente, ai loro carnefici. È tanto difficile? È una questione di logica, di buonsenso, di sopravvivenza. E di fatti. Vediamoli: gli stranieri in Svizzera sono il 24,25%. La percentuale di omicidi commessi da non autoctoni ammonta al 57,7%. Quella negli stupri al 61,3%. Quella dei furti con scasso del 73%. La percentuale degli stranieri nelle prigioni svizzere ammonta al 73%. I costi dei contribuenti per mantenere gli stranieri nelle prigioni elvetiche: 730 milioni all’anno. Non è abbastanza?

Il Consiglio federale e tutti i partiti, le Chiese e le associazioni lib lab possono strepitare quanto vogliono, ma la matematica non è un’opinione. Così come non è un’opinione il fatto che sempre più governi dell’Ue stiano apportando modifiche sostanziali, anche se temporanee, ad aberrazioni come la mancanza di controllo ai confini -a causa della quale viene meno l’essenza stessa della nazione, quindi dello Stato-, resa possibile da perle dell’assurdo come i trattati di Schengen e di Dublino.

A dare la tara al problema dei criminali stranieri in questi giorni è corsa in nostro aiuto la decisione di uno dei Governi più politicamente corretti di uno dei Paesi più tolleranti al mondo: la Svezia. Dopo l’accoltellamento di una volontaria in un centro per richiedenti l’asilo, il Governo di Stoccolma ha annunciato l’espulsione di ottantamila richiedenti l’asilo. L’omicidio della volontaria è un caso, perché a portare l’esecutivo scandinavo a una decisione tanto drastica c’è l’impennata impressionante di crimini commessi da stranieri e richiedenti l‘asilo, negli ultimi due anni.

Eppure, alle nostre latitudini, gli avversari dell’iniziativa UDC si ostinano a descriverci scenari strappalacrime: padri di famiglia rei di aver rubato una mela per sfamare i propri figli, messi alla porta con tanto di calci e manganellate. Ma tutti sanno che l’iniziativa colpirà solo coloro che rappresentano un corpo estraneo nel tessuto sociale elvetico. Non i ladruncoli di mele.

Piero Marchesi
Presidente UDC Ticino