L’incredibile epilogo di una vicenda che ha segnato irrimediabilmente il Mendrisiotto (titolo originale)

RIP angelo-della-morteVien proprio da dire: oltre il danno anche la beffa. Dopo il susseguirsi di cambi di procuratori e specialisti, la tragica vicenda del pozzo Polenta rimane irrisolta e dopo 7 anni il caso è chiuso senza colpevole. Un grave inquinamento da idrocarburi è rimasto impunito. Ma oltre a questo, la Centonze SA, proprietaria di una stazione di benzina confinante con il defunto pozzo polenta, oggi rivendica la posizione di parte lesa e chiede un cospicuo risarcimento, poiché indagata quale possibile responsabile dell’inquinamento del pozzo. Al di là delle ragioni o meno, sottese alla richiesta di risarcimento, resta il fatto che la giustizia non ha saputo proteggere il territorio ed un bene comune qual è l’acqua potabile. RIP 1Questa vicenda deve perlomeno costituire un imprescindibile precedente per la corretta gestione del territorio e della falda freatica. D’ora innanzi non si dovrà più permettere che in prossimità di un pozzo di acqua potabile si installino delle attività inquinanti o potenzialmente tali. Vicino al pozzo polenta c’erano non solo diverse stazioni di benzina, ma anche uno svincolo autostradale e 4 grandi centri commerciali. Basta! Inoltre i cittadini aspettano ancora una risposta sulle ragioni della lentezza della giustizia. Com’è possibile che un’inchiesta durata 7 anni sia passata di mano in mano da un procuratore all’altro? Incredibile pensare che un pozzo che forniva acqua potabile a Morbio e dintorni sia morto e il colpevole rimasto a piede libero. Lascia basiti pensare che in questa nostra società chi uccide una fonte di vita, l’acqua, rimanga impunito, e il denaro pubblico serva anche per indennizzare chi si crede, a torto o a ragione, pregiudicato dalle necessarie indagini del caso. Forse un giorno ci renderemo davvero conto che i soldi non si mangiano e nemmeno si bevono.

RIP Pozzo Polenta!

Jessica Bottinelli

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