Pubblicato l’8 febbraio scorso su The Economic Collapse

Dal portale www.blognews24ore.com

Twister 550Il titolo di Deutsche Bank, la più grande banca tedesca, lunedì è sceso del 8 % e attualmente ristagna appena sopra il suo livello storicamente più basso. Nell’insieme, il titolo ha perso il 36 % da inizio anno e i credit default swap (CDS) di Deutsche Bank salgono in modo esponenziale.

Oltre al colosso bancario tedesco, in Europa la lista delle banche too big to fail in difficoltà include Commerzbank, Credit Suisse, HSBC e BNP Paribas. All’incirca, tutte le grandi banche italiane potrebbero stare sulla lista, mentre nella sola giornata di lunedì le banche greche hanno perso circa il 25 % del loro valore.

Michael-SnyderIl crollo delle banche in Europa trascina verso il basso il corso delle azioni in tutto il continente. Dalla metà del 2015 a oggi, più di un quinto di tutta la ricchezza del mercato di Borsa europeo si è volatilizzato.

L’implosione del mercato europeo dei titoli provoca un movimento di vendite negli Stati Uniti. Lunedì, l’indice S&P 500 ha perso il 1,4 % con un calo totale del 13 % rispetto al suo punto più alto.

In Europa la situazione è ben più seria : indici quali Milano MIB 30, Madrid Ibex 35 e MSCI Regno Unito, sono scesi rispettivamente del 29 %, 23 % e 20 % dai loro punti più alti raggiunti nell’ultimo anno. Sono cali legati al settore bancario. Secondo l’osservatorio economico MarketWatch, i valori bancari europei sono scesi per sei settimane di seguito, la sequenza più lunga dal 2008.

“Per le banche, il periodo è molto negativo. Nel corso di un ciclo economico completo, ci si può chiedere se le banche riescono a coprire il capitale proprio. E’ ciò che ne fa un investimento poco interessante sul lungo termine – commenta Peter Garnry, responsabile della strategia titoli presso Saxo Bank.

La crisi finanziaria è arrivata e sta accelerando. Non è solamente la Deutsche Bank che potrebbe esplodere. Credit Suisse, la banca più importante in Svizzera, ha annunciato per il 4. trimestre 2015 una perdita di 5,8 miliardi di dollari. Il corso del suo titolo è crollato del 34 % da inizio gennaio.

Scene simili si vedono un pò ovunque. Lunedì 8 febbraio, si è appreso che il governo russo ha ordinato la chiusura di due banche importanti, Interkommerts e Alta-Bank, mentre il crollo delle banche in Grecia ha spinto la Borsa di Atene e dunque i titoli ai livelli più bassi da 25 anni.

Uno dei principali fattori che alimentano la crisi bancaria in Europa è il fatto che le banche troppo grandi per poter fallire – le too big to fail – sono esposte per oltre 100 miliardi di dollari in prestiti nel settore energetico. Questo le rende sensibili al crollo del corso del barile di petrolio.

Negli Stati Uniti la situazione non è migliore, anche se le banche americane maggiormente esposte per prestiti nel settore energetico, avrebbero comunque una situazione in termini di capitale proprio del 60 % più importante delle banche europee.

Negli Stati Uniti, il basso costo del barile di petrolio spinge al fallimento molte società del settore energetico. Negli ultimi 13 mesi vi sono stati 42 fallimenti. Lunedì, le voci su una prossima chiusura della società Chesapeake Energy Corp. ha fatto scendere del 33 % il valore del suo titolo. Il gigante americano dell’energia ha negato di avere l’intenzione di depositare il bilancio.

Le azioni tecnologiche con valori elevati, incluse quelle di MidCap e di Facebook, hanno aumentato le perdite lunedì, a seguito di una massiccia vendita nella sessione precedente.

Venerdì sono fortemente calate anche le azioni di società di servizi cloud come Splunk Inc e Salesforce.com Inc. Sono nuovamente scese lunedì, facendo perdere all’indice Nasdaq Composite il 2,4 %.

Lunedì 8 febbraio, un’ora dopo l’apertura la Borsa di Tokyo aveva già perso 747 punti.