UE 2La domanda del Mattino: “Il Consiglio nazionale ha votato a larga maggioranza il ritiro della domanda d’adesione della Svizzera all’UE. Come valuta questa decisione?”

Sono stati interpellati Gobbi, Merlini, Aldi, Righinetti (Tullio), Marchesi, Pellegrini, Denti e De Maria. Ho risposto così:

Jack 9Non ho dubbi: dob­biamo annullare quella lettera, vec­chia e lontana, ma tuttora esistente; dobbiamo ritirare quella domanda.

L’esito della vota­zione in Consiglio Nazionale è stato impressionante: 126 sì (ritiro della domanda), 46 no, 18 astenuti. Atten­zione però! Non tutti i sì sono “sin­ceri”. Alcuni sì sono puramente tattici, in attesa di tempi migliori. Il voto enfatizza in modo drammatico il crollo dell’immagine (che in pas­sato è stata anche positiva) del­l’Unione Europea. Al giorno d’oggi nessuno (o quasi, faccio eccezione per i miei amici Roic e Ducry) osa sostenere l’UE, con le ragioni più valide… o solo per paura di perdere una valanga di voti.

Sulla questione dovrà pronunciarsi il Consiglio degli Stati, e qui mi aspetto un risultato diverso. La di­varicazione tra le due camere è di­venuta eclatante, la camera “alta” apparendo sempre più come la ruota di scorta del centro-sinistra.

Non concordo con coloro che affer­mano: “È un gesto inutile, un gesto vuoto, privo di oggetto”. Accanto a un valore concreto esso ha, indiscu­tibilmente, un valore psicologico. Afferma, soprattutto, la volontà della Svizzera di resistere alle pres­sioni dell’UE, che sono state gravi e non diminuiranno domani. Come dite, Burkhalter non ne vuole sa­pere? Lo immagino, ma alla fine dovrà lasciarsi convincere!

Francesco De Maria