Cattaneo-127a-1Alpiq, il principale produttore svizzero di energia elettrica, sta vivendo una crisi epocale. Nel 2014 ha perso oltre 900 milioni e l’anno scorso 830. Sui risultati negativi del colosso energetico ha pesato il crollo dei prezzi dell’elettricità sul mercato internazionale, dovuto anche al massiccio sostegno finanziario ai prodotti rinnovabili (solare ed eolico) da parte di Francia e Germania, oltre che al calo del prezzo di carbone e petrolio.

Alla luce dei risultati finanziari Alpiq ha annunciato che procederà a importanti disinvestimenti nelle partecipazioni non strategiche. E per il Canton Ticino questa potrebbe essere una grande opportunità. Forse non tutti sanno, infatti, che Alpiq detiene delle partecipazioni rilevanti nelle cosiddette Partnerwerke, Ofima e Ofible: del 12,5% nella prima e del 17% nella seconda.

Ora, visto che il Cantone ha elaborato e sta mettendo in atto un piano energetico orientato al futuro, che potrebbe prevedere anche il riscatto degli impianti delle officine idroelettriche della Maggia e Blenio, e visto che stiamo investendo moltissimo nell’operazione del Ritom, sarebbe anche opportuno valutare l’opportunità di acquistare le quote di Alpiq. Come ha annunciato di voler fare il Canton Vallese. Il momento è propizio anche dal profilo economico, considerato il bassissimo costo del denaro: si potrebbe finanziare l’investimento a un tasso vicino allo zero.

Per prima cosa va naturalmente verificato se quelle quote verranno messe in vendita da Alpiq. Poi, in caso affermativo, il Cantone dovrebbe valutare l’opportunità e il costo dell’operazione, al quale potrebbero partecipare non solo l’AET ma pure le AIL e altre ditte distributrici come la SES. Lo dico anche alla luce della lettera di intenti che le Aziende industriali di Lugano hanno recentemente firmato, impegnandosi ad acquistare dall’AET una parte dell’energia necessaria al loro approvvigionamento, e confermando l’adesione al tavolo energetico istituito dal DFE per sostenere la produzione idroelettrica ticinese.

Mi aspetto che un analogo segnale di collaborazione e di unione delle forze venga anche a breve dalla Società elettrica sopracenerina, perché è ora e tempo di lasciarsi alle spalle i campanilismi e le strategie volte a difendere i propri orticelli. Occorre una stretta collaborazione tra aziende di produzione e di distribuzione.

Siamo il terzo Cantone svizzero per produzione di energia idroelettrica e la capacità degli impianti che si trovano in Ticino supera di un terzo il nostro fabbisogno. Sappiamo però che gli impianti più importanti sono nelle mani delle Partnerwerke, beneficiarie di concessioni di lunga durata per l’utilizzazione delle acque. Ecco perché dobbiamo tentare di riprendere il controllo su questa importante risorsa: in futuro potremmo affermarci sul mercato europeo, al quale siamo interconnessi, come un grande produttore di energia pregiata, pulita e rinnovabile, parte della quale potrà essere rivenduta sul mercato internazionale.

Bisogna però agire in fretta e con determinazione.

Rocco Cattaneo, Presidente cantonale PLR