Besso è il quartiere di Ticinolive e, per quanto attiene alle due case citate, la distanza è di pochi metri. Mi sento di osservare che almeno uno degli edifici – il più grande, quello che nell’immagine non appare – era in uno stato di degrado evidente.

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BessoA parole, specialmente prima delle elezioni, sono tutti a favore del bello. Promettono solennemente che “bisogna programmare un futuro migliore, tutelare ciò che ancora rimane ed è minacciato, compresi gli spazi verdi”. Nei fatti, dopo le elezioni, non succede nulla. O meglio proseguono le demolizioni di quello che rimane, contribuendo al progressivo imbruttimento della Città. Schoenenberger zL’esempio più recente è l’abbattimento degli stabili di inizio Novecento al piazzale di Besso, inseriti nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale che ne prevedeva la salvaguardia più severa possibile. I due stabili non erano iscritti nel piano regolatore come beni culturali locali e sono stati demoliti con il beneplacito del Municipio. Dalle promesse elettorali del 2013, il Municipio avrebbe avuto abbastanza tempo per farlo, ma la lista è rimasta ferma. A Lugano gli edifici tutelati sono solo circa il 6% del numero totale degli immobili. A Lucerna, Berna e Friburgo invece variano tra il 23% e il 30%. Pare che a Lugano la proporzione di edifici costruiti prima della seconda guerra mondiale sia come quella di Berlino, rasa al suolo dai bombardamenti. E purtroppo quanto costruito dopo la guerra raramente ha superato in qualità architettonica gli edifici precedenti: il bello è stato soppiantato dall’economicamente proficuo. Per tutelare quei pochi edifici di pregio rimasti, a complemento della lista dei beni culturali, dovremmo introdurre il contenimento degli indici di edificabilità sulle particelle delle ville di inizio Novecento.

In conclusione, come scriveva Tita Carloni, ” il quadro che ne esce è che i ticinesi fanno un gran parlare e scrivere dell’importanza della loro storia, del loro patrimonio artistico, della loro identità ancorata nei beni culturali diffusi sul territorio. Ma all’atto pratico, versato ogni tanto il dovuto (e comunque lodevole) contributo al restauro della chiesa del paese o della cappella di qualche madonna situata sui monti, di tutto il resto se ne fregano”. Il nuovo Piano regolatore dovrebbe obbligarci a passare dalle parole ai fatti. Altrimenti non ci resterà che aggrapparci al bello che ci resta, il lago e le montagne, salvati più dall’impossibilità di costruirvi che non dalla loro bellezza.

Nicola Schoenenberger, i Verdi, candidato al Municipio e al CC, Lugano