After 1Il caso della professoressa d’inglese e deputata leghista Lelia Guscio è troppo noto perché io debba ricordarlo qui.

Giovedì 10 marzo il Mattinonline ha pubblicato un articolo di sostegno alla docente, che è però stato tolto quasi subito. Stamani il Mattino cartaceo, a firma “il cane Peo” e sotto il titolo “Una squallida vendetta politica trasversale”, difende la docente e contrattacca.

After 2

Riassumendo:

  • La prof. Guscio nel 2014 si è comportata in modo imprudente, cedendo all’impulso e all’irritazione (i social sono affascinanti ma pericolosi, pericolosissimi, per tutti). Per una frase che non avrebbe dovuto scrivere la docente ha subíto una sanzione amministrativa.
  • Alcuni giorni or sono la prof. Guscio, nella sua qualità di deputata della Lega dei Ticinesi, ha presentato un’interrogazione al Consiglio di Stato sull’acquisto, da parte di numerose biblioteche scolastiche cantonali, di un romanzo intitolato “After” e definito “soft porno”. Non l’abbiamo letto ma non mancheremo di informarci. In fin dei conti, dirà l’on. Bertoli, anche i nostri ragazzi devono istruirsi (ammesso che non ne sappiano già più di noi).
  • Non l’avesse mai fatto. Immediatamente è scattata quella che il Mattino definisce “una squallida vendetta politica trasversale”, con volantinaggio organizzato dagli allievi del suo istituto al fine di mettere alla berlina la docente, che sicuramente non vivrà giorni facili.
  • Secondo Ticinolibero l’assemblea degli studenti del Liceo di Bellinzona è arrivata a formulare, per iscritto, un interrogativo del genere: “È giusto liquidare quanto successo con una multa? Per delle minacce di morte su un social network è corretto che il posto di lavoro dell’insegnante non venga neanche messo in discussione?” Questa, molto francamente, ci sembra una forma di sciacallaggio, oltre che un travisamento capzioso dei fatti. Com’è evidente, non c’è stata alcuna “minaccia di morte”, sono soltanto delle arrampicate sui vetri.

In conclusione? In conclusione tutto bene, tutto tollerabile (si fa per dire) a patto che queste cose le abbiano pensate e fatte gli studenti.