Trionfo del buonismo suicida (2016)

BruxDopo che Chamberlain e Daladier a Monaco si furono vilmente arresi a Hitler, Winston Churchill pronunciò in Parlamento queste memorabili parole:

Potevamo scegliere tra il disonore e la guerra. Abbiamo scelto il disonore. E avremo la guerra.

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Dopo i due attentati di Bruxelles ho ascoltato per ore e ore, sui canali italiani e su Euronews, innumerevoli interventi di politici e specialisti di migrazioni, sicurezza, terrorismo e quant’altro che si annidano nelle università o nelle nicchie della burocrazia, perché a uno stipendio sicuro hanno pur diritto anche loro. Salvo rare eccezioni di cui dirò tra poco, una sequela di banalità tale da rimembrarmi la frase che stava e sta ancora incisa sulla trave del camino di un rustico di un mio zio, in quel di Gola di Lago (a “Stinchée”, per la precisione): “tücc i can i mena la cua, tücc i cujon i dis la sua”. E da farmi pensare alle dozzine di altri politici più addolorati (e irritati) per non essere stati chiamati sul proscenio che per la sorte delle vittime. A conferma della vecchia saggezza che vuole che per i politici sia più difficile tacere che parlare.

soldatiSucco dei discorsi? Le barriere ai confini non servono, il terrorismo si vince solo con un’Europa unita e unanime. Un’entità, l’Europa coesa, che esiste solo nel mondo dei desideri. Mentre invece, mi sembra, esiste il terrorismo, nel mondo concreto, cosa che tutti sapevamo almeno dall’11 settembre 2001 e che abbiamo visto confermata a Bruxelles. Chiaro quindi che a vincere nei prossimi anni e probabilmente decenni sarà il terrorismo. Facilitato nel suo compito da un’aberrazione mentale oramai diffusa e invincibile del mondo occidentale, che si chiama “correttezza politica”. Una correttezza che basandosi su astruse prescrizioni etiche, accampate ad impedire una deriva di stampo hitleriano dei populismi, sempre immanenti nella parte meno acculturata della popolazione, impedisce di dire pane al pane e vino al vino. “Non è il tempo degli sciacalli, ma neppure quello delle colombe” ha tuonato Matteo Renzi in un discorso lungamente teletrasmesso, fingendo di non accorgersi che una maggioranza della popolazione europea è oramai costretta dal susseguirsi di attentati (senza una parvenza di capacità di eliminare dalla faccia della terra Califfato e “califfani”) a pensare che è il “tempo dei conigli”.

“Inutile erigere reti e muri ai confini”, ha tuonato un altro, perché oramai i terroristi li abbiamo in casa. Sono secondos con tanto di passaporto francese, belga, inglese e così via, in pratica di tutte le nazioni europee. “Made in UE”, sarebbe il marchio da apporre sulla fronte di questi eroici combattenti contro vittime inermi e indifese, tra l’altro a causa di una politica della facile concessione di passaporti immeritati e doppi o tripli se del caso. Certo che è inutile, lasciamoli ancora entrare tutti, averne già mille in casa o vederli aumentare a quattromila non cambia il problema. Il BKA (Bundeskriminalamt) tedesco ha reso noto che nel 2015 con il milione di immigrati accolti dalla signora Merkel (che adesso vorrebbe redistribuirne 70 o 80’000 a stati che assolutamente non li vogliono) sono entrati oltre 3’500 potenziali terroristi. Indovinello per i bambini: quanti ne entreranno quest’anno? La libera circolazione delle persone, conquista che è il primo vanto di questa povera UE, in realtà è sì una libera circolazione di persone, ma anche di criminali e di terroristi. La prima necessitä di questa Europa reale, non quella utopica dell’UE, è quella di ristabilire i controlli alle frontiere nazionali. Il solo paese europeo che ha frontiere praticamente incontrollabili è la Grecia. Ma lì non vuole fermarsi nessuno, a rendere la Grecia inappetibile ci ha pensato la Troika, il problema è quindi già risolto.

La colpa principale sarebbe della Nato, “che non ha capito che il nemico da combattere è l’ISIS e non la Russia”, ha precisato un altro signore su Rai 2. Ingenuo la sua parte, lui che crede ancora che la Nato sia un’organizzazione per la difesa del mondo occidentale mentre esiste solo per servire la potenza egemone nella sua politica di intromissione negli affari degli altri, senza esitare a ricorrere all’aggressione se necessario.

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L’Atomium

Adesso perfino ex direttori del Corrierone, validi collaboratori di nostri quotidiani, ammettono che Bruxelles ha esagerato nel lasciar crescere interi quartieri con maggioranze di più del 50% di musulmani, con Mölenbeek al disopra del 95%. Proprio quel quartiere dove il terrorista più ricercato del mondo ha trovato sicuro e tranquillo rifugio per 4 mesi tra i correligionarii più moderati e integrabili che si possano desiderare. L’intervista a un abitante italiano del quartiere che deplorava il fatto che la strada sulla quale si trovava una volta era tutta occupata da negozi italiani, costretti a sloggiare dai fratelli musulmani (siamo tutti fratelli e sorelle, o almeno cugini, secondo i buonisti nostrani) è comparsa due sole volte, poi pudicamente fatta sparire, probabilmente in omaggio all’indispensabile “correttezza politica”. Le altre immagini le ho riviste un centinaio di volte se non di più, quelle commoventi dei disperati al confine della Macedonia, con i bambini in primo piano, più di un migliaio di volte.

E ancora, horribile dictu, gli scriteriati che governano l’UE, spinti dalla disperazione suscitata dalla constatazione della propria impotenza, sono giunti al punto di affidare, confidenti, la soluzione del problema alla Turchia, governata da un autocrate che massacra i curdi nel proprio Paese, perseguendoli anche nei loro territori siriani e iracheni, e che sponsorizza il Califfato acquistandogli il petrolio a beneficio della propria figliolanza. Un patto win-win che desta ammirazione: te ne rinvio uno (di asilanti), tu verifichi se è legittimato a “asilarsi” in Europa e allora me lo rimandi. Ti versiamo, in 3 anni, 6 mrd di euro, tanto a noi non costano niente, l’amico Supermario ce li stampa in un attimo, il prezzo della carta è una bazzecola che di sicuro non aggrava il debito sovrano che ci sta travolgendo, noi ammettiamo i tuoi concittadini (parlo di quelli di Erdogan) alla libera circolazione e poi riapriamo le trattative per la tua entrata nel nostro autorevole consesso. Sicuramente la Svizzera, che di questo consesso non fa parte, il suo miliardo di contributi allo sviluppo del nuovo arrivato lo verserà (in realtà li fa stampare anche lei secondo bisogno, ma poi se li fa rimborsare dai suoi contribuenti in moneta sonante).

La conclusione che si impone è un anacoluto, perché la conclusione sono domande. E`tollerabile in Europa la presenza di adepti di una religione la cui “bibbia” (parlo da cristiano) prescrive l’uccisione dell’infedele o, come minimo, il suo totale assoggettamento? Di una religione che “produce” kamikaze in quantità industriale, in assenza però totale nei loro ranghi dei suoi predicatori che inducono al suicidio terroristico? Di una religione così tollerante da tollerare che sciiti e sunniti si ammazzino tranquillamente tra di loro, inviando i suoi eroi a “kamikazzarsi” fin nelle moschee?

Ognuno risponda a queste tre domande come crede, con un gruppo di amici. Poi si contino i sì e i no. Sapremo subito se la lotta al terrorismo islamico potrà venir vinta o no.

Gianfranco Soldati