Abbiamo visitato ieri, con vivo interesse, la nuova galleria “Absolute Art”, inaugurata nello scorso ottobre e sita in via Pasquale Lucchini 4. La gallerista Liliana Bressanelli ci ha accolti e intrattenuti con grande competenza, e ha cortesemente risposto alle nostre domande.

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Francesco De Maria  Lugano è… la mecca delle gallerie? Che cos’ha di tanto speciale Lugano? Perché le gallerie d’arte vi spuntano come funghi?

Liliana 2ALiliana Bressanelli  A Lugano c’è sicuramente molto interesse verso l’arte. Ci sono molti collezionisti competenti e interessati verso le tante forme che l’arte può assumere. Credo che Lugano sia speciale e importante per diverse motivazioni. Una è la sua collocazione ideale. Vicina all’Italia ma anche al centro d’Europa. Inoltre abbiamo riscontrato una grande attenzione da parte del Comune alle attività di promozione e valorizzazione dell’arte e della nostra attività di galleristi. Mi riferisco ad esempio al prossimo Open Gallery, una bella opportunità per tutti noi.

“Absolute Art”, perché la sua galleria si chiama così?

LB  Abbiamo deciso di chiamare la nostra galleria Absolute Art per il significato profondo della parola ASSOLUTO. Assoluto, come lo percepivano gli antichi filosofi, cioè una realtà (l’arte) la cui esistenza non dipende da neassun’altra, ma sussiste in sè e per sè. L’assoluto è infatti inteso come ciò che possiede l’arte in sé, essendo “causa sui”. Mi piace pensare all’arte che esponiamo come una realtà indipendente e autonoma che conserva ancora la propria purezza.

Lugano è una piccola città. La giudica provinciale?

LB  Lugano è una bellissima città. La trovo internazionale e molto aperta pur mantenendo una propria dimensione e dando importanza alle tradizioni antiche. E questa è una caratteristica molto bella per una città innovativa come Lugano. Quindi assolutamente non trovo Lugano una città “provinciale” bensì una realtà aperta e ancora attenta al valore umano.

Mi descriva il suo “cliente importante” tipo. Come lo devo immaginare?

LB  Non abbiamo un cliente “importante” tipo. Ogni cliente ha le proprie caratteristiche. Non amo classificare i clienti e soprattutto distinguere tra clienti importanti o meno. Ogni persona con cui entriamo in contatto è una realtà Importante. Mi è capitato di accogliere in galleria persone che timidamente si avvicinano al mondo dell’arte e con il tempo si sono fidelizzate a noi, tanto da considerarli ormai amici. Il collezionismo non nasce all’improvviso, ma è un percorso che trae diverse motivazioni. Alcuni nostri clienti iniziano a collezionare arte perché amanti delle opere mentre altri vedono l’arte come pura forma d’investimento dei propri capitali.

Un investitore in opere d’arte può mirare unicamente al guadagno, senza nutrire un vero amore per l’arte?

LB  Ognuno di noi nutre i propri interessi e dirige le proprie attenzioni verso ciò che più ama. Mi capita spesso di ricevere in galleria persone attratte dall’arte solo come forma di investimento. Ma dopo qualche operazione di successo appassionarsi tantissimo e diventare collezionisti. Altre volte invece rimangono distanti, del resto il gallerista di fiducia serve proprio per questo. Indirizzare l’investitore che non vuole o non può (spesso per mancanza di tempo) appassionarsi all’arte e seguire i percorsi e gli andamenti del mercato. Il gallerista diventa così una figura di riferimento a cui affidarsi e farsi consigliare. Comunque l’arte rimane una delle forme più sicure e redditizie di investimento. E in più è anche bella……

Liliana 3Le è mai capitato di pensare, di un “emergente rampante”: le sue quotazioni sono esagerate e farà presto flop?

LB   Proprio così no. Sebbene credo che il migliore andamento per un’artista sia una lenta crescita per essere stabile e sicuro. Mi vengono in mente i grandi nomi del secolo scorso. Spesso hanno faticato un’intera vita per affermare la propria arte, e di frequente non hanno potuto nemmeno beneficiare del successo ottenuto che è arrivato solo dopo la loro scomparsa. Ed oggi invece sono fra i nomi più importanti e sicuri su cui investire. Penso a Lucio Fontana, che si lamentava negli anni ’60 di avere quotazioni troppo basse per sopravvivere, o di Piero Manzoni che veniva addirittura deriso dai suoi contemporanei. Del resto il valore commerciale non sempre corrisponde a quello artistico.
Ora stiamo vivendo un’epoca veloce, che spesso brucia le tappe. E questo si riflette naturalmente anche nell’arte. Il compito del gallerista è proprio quello di saper scegliere con scrupolo e longimiranza anche i giovani talenti.

Il potere dei galleristi sull’arte e sugli artisti è grande? Fino a che punto gli artisti possono essere condizionati dalle gallerie?

LB  L’arte è necessaria per vivere. Un’esperienza personale cui non possiamo rinunciare. L’arte rappresenta una delle necessità basilari dell’umanità e così sarà sin quando esisterà il genere umano. Semmai si tratta di un problema “cognitivo”, poiché oggi l’arte sta perdendo costantemente le proprie caratteristiche “artificiali” e non è facile fare una distinzione tra ciò che è arte e ciò che non lo è. E’ qui che entra in scena il gallerista. Deve valutare il buon artista, colui capace di fare arte e sostenerlo nel difficile percorso iniziale. Se sa far bene il proprio lavoro non è necessario condizionare l’artista ma è bene fargli fare le proprie sperimentazioni per maturare e sviluppare la propria capacità

Ci presenti, in pochi tratti essenziali, tre opere importanti della sua galleria.

LB  Caspita, pensandoci faccio fatica a scegliere tre opere, ce ne sono alcune a cui mi sento molto legata. E’ come se si stabilisse un rapporto particolare e infatti mi piace rimanere sempre in contatto con i clienti per non perdere il percorso delle opere da me vendute. Mi è capitato sovente di riacquistare opere vendute in passato. Questo perché si stabilisce un buon rapporto con il cliente che magari nel corso degli anni desidera modificare la propria collezione. Ciò è possibile in quanto gli artisti proposti e consigliati hanno andamenti regolari e molto positivi.

Siccome il 21 aprile alle ore 18.00 inaugureremo la mostra di Bonalumi vorrei iniziare a presentare un’opera incredibile del Maestro:

Bonalumi AQuesta tela, estroflessa di colore blu, che proviene dall’importante collezione Taubman, credo che meglio rappresenti l’originalità e il genio di Bonalumi. Con pochi tratti, intensi e decisi, Bonalumi ha saputo imprimere il movimento sulla tela. Un movimento elegante e al tempo stesso forte quasi violento. Le ombre prospettiche contrarie alle direzioni delle normali sorgenti di luce, creano appunto un effetto disorientante, tramite questo approccio si spiega l’elemento di rottura agli standard pittorici tradizionali. Con queste opere Bonalumi ribalta e distorce lo studio della prospettiva che permette un effetto pittorico realistico per inventare un suo personale “punto di vista”.

La seconda opere che vorrei presentare è “Yellow Rose” di Donald Beachler.

Beachler BMi piace pensare alla Bellezza che per Baechler significa semplicità, come un disegno ontologico, esistenziale e nominalista, che tenta definizioni con la ripetizione differente, con le infinite variazioni ossessive che liberano la mente attraverso la furia entusiastica della mano, appassionata e appagata nelle tappe di una ricerca continua. Baechler crea mentre disegna avvicinandosi per approssimazioni, con la certezza che non esiste la forma perfetta ma solo una forma possibile che sia sintesi e specchio di tutte le esperienze e i viaggi, le emozioni e gli stimoli, i ricordi e i desideri.

Ecco perchè l’artista sceglie come tema dominante degli ultimi lavori, la rosa emblema universale di bellezza e vita, amore ed eros. Simbolo antico e abusato, rinnovato da Baechler nell’icona di una creatura pulsante di vita eppur recisa nel momento della massima fioritura, ritratto/metafora della vittima immolata dalle leggi della società contemporanea, specchio di una civiltà minacciata e aggredita. Dagli adulti, appunto. La salveranno i bambini, reinventando un linguaggio frutto della loro fantasia, dell’immaginario in cui tutto è possibile, perché incontaminato e puro.

La terza opera che desidero presentare è la Superficie Bianca di Castellani:

Castellani CLa tela monocroma bianca presenta una superficie sulla quale si susseguono punti a rilievo e punti in depressione, ottenuti mediante l’impiego di chiodi infissi in un telaio. Sulle tele rigorosamente bianche Castellani attua una particolare ricerca spazio-temporale che si articola su due elementi geometrici primari: punto e superficie. Lo spazio che ne deriva è concreto e controllato dall’elemento tempo. Mi piace pensare che il colore bianco rappresenta il vuoto, uno spazio privo di creazione in cui però converge già il tempo per creare un principio di movimento. Un po’ come l’Aleph, principio ma già Unità e Continuità, capace di autocrearsi all’interno di uno Spazio vuoto ma già destinato a celebrare la propria Grandezza.

Ci parli di un Maestro che ha conosciuto personalmente, da vicino.

LB  Conoscere personalmente gli artisti è una grandissima opportunità. Nel tempo mi è capitato varie volte di incontrare Castellani, Bonalumi, Simeti, Aubertin e tanti altri. Avere l’occasione di poter parlare direttamente con i creatori delle opere ci permette di entrare in contatto con il lato più elevato dell’arte, che è proprio la creazione di un concetto, la rappresentazione della Vita percepita dall’artista. Il Creatore e la sua Creatura.

Lei frequenta le aste? Qual è la sua strategia di acquisto?

LB  Non esiste una vera e propria strategia di acquisto. O per lo meno non ne seguo alcuna. C’è unicamente l’interesse verso un’opera, quindi cercare di acquistarla. Tutte le opere presenti in galleria provengono da nostri acquisti, fatti con criterio, guardando al futuro. Mi piace seguire sempre le opere che acquisto, anche una volta vendute. Ci credo negli acquisti fatti e ancora di più nella rivalutazione del capitale investito e le aste ci danno continue conferme.

Lei tratta opere di arte contemporanea. Ma qual è il suo prediletto tra gli autori antichi?

LB  Non esiste un autore in assoluto che prediligo. Diciamo che amo l’arte e le diverse espressioni che assume.

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