Pietro ChiesaPietro Chiesa (Sagno 1876 – 1959 Sorengo), “Paesaggio”, tecnica mista, firmato in basso a sinistra, cm 30 x 50

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Pietro Chiesa è uno dei maggiori pittori ticinesi attivi tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. La formazione avviene all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. La capitale lombarda sarà, fino al 1917, il suo luogo di residenza. Diverrà poi, tra il 1920 e il 1950, figura di spicco dell’arte in Ticino e punto di riferimento per l’arte svizzera. Può essere considerato fino al 1950 l’artista emblema del Cantone, assumendo la funzione di portavoce dell’arte ticinese già avuta tempo addietro da Vincenzo Vela. Le qualità dell’artista, nelle sue prove più alte, e la rilevanza del personaggio di cultura fanno di lui una personalità chiave, importante della storia ticinese della prima metà del secolo. Amico di Amiet, dei Giacometti, di Haller, di Baud-Bovy, Pietro Chiesa ricopre un ruolo fondamentale nelle delicate relazioni tra mondo culturale italiano e tedesco-francese.

ll Museo d’arte Mendrisio possiede il più vasto fondo di opere dell’artista Pietro Chiesa, figura chiave della storia artistica e, in generale, sulla cultura del 900; soprattutto della prima metà del secolo. Il materiale conservato nei depositi del Museo è estremamente ricco e non lascia lacune nella conoscenza del percorso dell’artista (1895-1959). 370 opere dell’artista, tra cui studi preparatori per importanti lavori pubblici e alcune opere di amici e colleghi italiani e ticinesi.

Grazie alla mostra tenutasi al Museo d’arte Mendrisio nel 2004 e in parte ripresentata al Museo Nazionale di Prangins (Nyon), lo studio del materiale d’archivio ha rivelato il ruolo centrale del pittore Pietro Chiesa non solo nella storia artistica ticinese e lombarda della fine dell’800 e della prima metà del ‘900, ma anche nel più ampio contesto politico e culturale cantonale. Il folto e diramato carteggio e la documentazione (foto, taccuini, cataloghi, riviste e giornali), ora conservati insieme alle opere giunte al Museo d’arte, costituiscono un osservatorio d’eccezione per lo studioso di storia ticinese.

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