“Dalla moschea di Bridge Road si è alzata la preghiera islamica di ringraziamento.”

Un bell’articolo, pieno di informazione e di cultura, che non si può leggere senza un brivido nella schiena.

* * *

Sadiq 2Non c’è da stupirsi se in una città che ha una comunità islamica che conta più di un milione di persone, vince un sindaco islamico. C’è da stupirsi se questa città è Londra. Sadiq Khan, partito laburista, si considera mussulmano, britannico, londinese, pachistano, asiatico, europeo. Così da non lasciare scontenta nessuna parte del suo elettorato, insomma. Gioca la parte del “papà” e del “marito” ma si è da subito posto a favore delle coppie omosessuali. Eppure è mussulmano, così praticante da non bere alcolici. Ha ben recitato la parte del suo passato: l’ex studente che viveva in una casa popolare con sette fratelli, giusto per rendersi votabile all’elettorato laburista; l’avvocato che si oppose all’estradizione di un cliente (il quale poi venne condannato dagli Stati Uniti per terrorismo) e che, nel 2001, perorò la causa di Louis Farrakhan, militante del Movimento Nazione Islamica, (al quale era stato imposto il divieto di ingresso nel Regno Unito), giusto per dimostrare ai suoi da quale parte stesse. Poi, per non scontentare nemmeno i perbenisti acritici, coi suoi si è posto dalla parte dell’”ingiustamente accusato”, dopo che il primo ministro David Cameron, conservatore, e l’avversario Zac Goldsmith, lo avevano accusato di coadiuvare il terrorismo islamico. Ovviamente gli accusatori sono stati tacciati di razzismo.

Chantal 10L’avversario sconfitto, Zac Goldsmith, è invece il perfetto e tipico lord inglese. Parente alla lontana di Winston Churchill, vanta tra gli antenati il marchese di Londonderry, politico e militare britannico tra le due guerre, discendente, a sua volta, dal visconte Castlereagh, uno dei protagonisti del congresso di Vienna. Egli, proprio facendo parlare l’antenato ottocentesco, nel suo libro “Ourselves and Germany”, scritto nel ’38 per discolparsi dalle accuse di filonazismo, scriveva, parafrasando la Storia per commentare l’attualità “I tempi sono cambiati dall’epoca del Congresso di Vienna. Non vi sono né principi né cortigiani a contendersi le frontiere di stato, ma gli ebrei inesorabilmente cosmopolitani… La spada è l’unico mezzo per cui una nazione può rifarsi… questa strada è e sarà sempre coperta di sangue”.

Sadiq ha invece meno illustri parenti, che possono però “vantare” saldi contatti con l’islam estremista. Dall’ex cognato Makbool Javad, che negli anni novanta militava nel gruppo estremista dei Muhairoun, ai suoi sostenitori che nel 2008, mentr’egli teneva un discorso al Global Peace and Unity Festival, sventolarono bandiere nere jihadiste. Eppure la fatwa gli è stata giurata dagli estremisti stessi, per il suo essere a favore delle unioni civili omosessuali. Eppure non ha disdegnato l’incontro con l’imam Anwar Al-Awalaki, uomo esplicitamente della cerchia di Al- Qaeda. Pochi anni prima non era sfuggito ai media l’altro suo incontro, con un altro imam, Suliman Gani, anch’egli sostenitore dell’islam radicale.

D’altra parte la multiculturale e avanguardista Inghilterra non è esente dalle jihad-zone, presenti a Birmingham, Leicester, Manchester, veri e propri ghetti, dove i negozi chiudono 5 volte al giorno per la preghiera islamica e agli occidentali non è consentito l’ingresso mantenendo i loro usi e costumi. Nel regno Unito scorrazzavano terroristi come Abu Hamza, Abu Qatada, Omar Bakri Muhammad e per dieci anni sono stati attivi gruppi come i Fratelli Mussulmani, Al – Muhajiroun, Islam4UK, Hi2b Ut-Tahrir.

SadiqSarà tuttavia la Storia a giudicare, o il futuro prossimo. Per adesso le contraddizioni non sono poche. Il neo sindaco ha dichiarato che ordinerebbe di sparare immediatamente ad eventuali terroristi, anche se il 7 febbraio di quest’anno è stato attivista in primis dell’iniziativa “Stop Political Terror” contro l’estradizione dei suddetti terroristi.

Un ebreo accusato di filonazismo, un lord inglese sconfitto da un immigrato pachistano, un mussulmano difensore dei terroristi ma favore dell’omosessualità, un sindaco islamico in un’Europa scossa dal terrorismo (anche se Londra è dentro ma fuori dall’UE, cioè vi agisce ma standone fuori, getta i suoi aut aut agli altri paesi europei, chiude le frontiere, ma vanta moneta propria… insomma, si sa come sono gli Inglesi, lo abbiamo capito, forse, fin da quando la Regina Vittoria fu la prima (chissà perché) a complimentarsi con Garibaldi per aver unito l’Italia, cosicché la Chiesa ne sarebbe stata indebolita…). Quanta paradossale ipocrisia, dunque. Almeno in teoria.

Bridge RoadAl momento della nomina, ottenuta con il 57% (contro il 44% dell’avversario Goldsmith), dalla moschea di Bridge Road si è alzata la preghiera islamica di ringraziamento. D’altra parte, di moschee a Londra ce ne sono più di 400 e i mussulmani sono il 12,5% della popolazione.

Non tutti, però, hanno acclamato il nuovo sindaco laburista, che talvolta saluta col pugno chiuso. Quando Sadiq Khan è salito sulla tribuna per il suo discorso, Paul Golding, leader del Britain First, gli ha voltato le spalle.

Chantal Fantuzzi