da Opinione Liberale, per gentile concessione

La campagna sulla tassa di collegamento è entrata nel vivo con la scesa in campo del comitato contrario che martedì ha presentato le ragioni del no: la tassa non porterà nessun beneficio al territorio e all’ambiente, ma penalizzerà chi vive nelle regioni periferiche in particolare; è un’imposta camuffata da tassa, che colpirà famiglie, lavoratori e chi fa la spesa in Ticino. Con il voto del comitato cantonale – 43 voti contrari, 29 favorevoli e 5 astensioni – il PLR si schiera per il no e ne raccomanda la bocciatura il 5 giugno prossimo.

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pagnamentaChi scrive, nel 2014 è stato accusato, con altri parlamentari, dal consigliere di Stato Zali di essere un soldatino al servizio dei grandi distributori. Chi scrive è invece, oltre che deputato in Gran Consiglio per il PLR, un datore di lavoro la cui azienda di una cinquantina di collaboratori dispone di poco meno di 10 posteggi (per cui la tassa non ci tocca minimamente in modo diretto) che sa perfettamente cosa significa operare in un sistema di concorrenza e con quali difficoltà le nostre aziende riescono a mantenere posti di lavoro.

Dopo 20 anni di inefficienza politica nell’ambito della pianificazione del territorio, lo Stato viene ora a chiedere al cittadino, reo di essere un grande generatore di traffico, di contribuire ulteriormente al finanziamento del trasporto pubblico, oltretutto in modo non equo e con prospettive del tutto vane.

Personalmente credo ancora in uno Stato che, a fronte di palesi problemi di mobilità, sappia analizzare e proporre soluzioni eque e adeguate, in questo caso nel rispetto del principio della causalità. Sono convinto della necessità di migliorare il servizio di trasporto pubblico attraverso un’attenta pianificazione delle linee e del territorio ma soprattutto di sensibilizzare il ticinese ad utilizzare maggiormente il trasporto pubblico o la mobilità dolce.

Mi oppongo quindi in modo fermo e convinto alle minacce e alle proposte squisitamente populiste (vedi anche tessera per i raccoglitori di funghi) che fanno credere al cittadino che il traffico e l’inquinamento, a quanto pare causato dai frontalieri, diminuirà grazie a questa modifica di legge.

Se si vuole ridurre il traffico e l’inquinamento la tassa deve evidentemente anche essere pagata dall’automobilista ticinese (tra l’altro in Ticino abbiamo 218’839 veicoli immatricolati, uno ogni abitante). Se, viceversa, datori di lavoro e centri commerciali si assumeranno l’onore del pagamento della tassa, allora oltre a non ridurre traffico ed inquinamento metteremo in difficoltà le nostre aziende già confrontate con una agguerrita concorrenza estera che si tradurrà inevitabilmente anche in un aumento dei prezzi. Non lamentiamoci poi se vi saranno licenziamenti e se eventi come Slow UP o il Film Festival di Locarno faticheranno a trovare sponsor tra l’economia locale.

Ho analizzato i dati raccolti dal Dipartimento del territorio il 30 settembre 2014, contenuti negli allegati del messaggio, ed ho constatato che portano unicamente a giustificare la frase, a mio modo di vedere emblematica, contenuta nei primi paragrafi del messaggio «Nel nostro Cantone la situazione è particolarmente preoccupante nel Sottoceneri, anche a seguito del significativo incremento del numero di lavoratori frontalieri che ogni giorno entrano in Ticino». Sorvolando sulle cause principali, ben note, per cui così tanti frontalieri entrano in Ticino, è necessario evidenziare che gli studi elaborati dal DT non analizzano, evidentemente per motivi di interesse politico, altri scenari.

Ad esempio qualcuno mi deve spiegare come mai, alla chiusura delle scuole per vacanza, vi è una drastica riduzione delle colonne e perché non si è voluto analizzare il problema del traffico indotto dagli spostamenti casa-scuola. Forse perché è più facile accusare i 34’000 frontalieri che varcano il confine tra le 6 e le 9 del mattino piuttosto che le famiglie dei 50’000 studenti e allievi che si recano a scuola?

Se il trasporto pubblico ha bisogno di nuovi finanziamenti, allora si abbia la volontà di proporre un progetto più ampio ed articolato e non facciamo credere al cittadino che saranno altri a pagare questa tassa, assolutamente non equa ed inefficace.

Paolo Pagnamenta