trump (1)dal portale www.blognews24ore.com

Lo scorso 8 maggio, il candidato repubblicano favorito per le primarie, Donald Trump, ha deplorato il basso livello del salario orario minimo. Un tema che qualche mese fa evitava accuratamente di toccare : “Mi chiedo come facciano le persone a vivere con 7.25 dollari l’ora – ha dichiarato – Non ho una cifra precisa, ma credo che si dovrebbe guadagnare di più.” Il miliardario è dunque favorevole a un aumento, ma non del tutto, perchè qualche giorno dopo, su Fox News, ha detto “La questione compete, in ogni caso, ai singoli Stati.”

Sempre l’8 maggio, Trump evoca un aumento delle imposte per i più ricchi. Il giorno dopo aveva già corretto il tiro : l’aumento fiscale dovrà essere iscritto in una riforma generale di riduzione delle imposte.

L’11 maggio, il magnate dell’immobiliare ha attaccato il divieto d’accesso negli Stati Uniti per i musulmani. Una misura che piace a parte dell’elettorato repubblicano e che Trump aveva difeso a più riprese, in nome della sicurezza nazionale. “Il divieto è solo una supposizione – dichiara ora su Fox News – e in ogni caso vi sarebbero delle eccezioni.”

Il 12 maggio è la volta delle restrizioni circa l’accesso alle toilette per i transessuali, la nuova battaglia dei valori in corso negli Stati Uniti. Una decina di giorni prima, Trump aveva criticato la Carolina del Nord per aver adottato una legge che vieta ai transessuali di usare i bagni pubblici corrispondenti al sesso con il quale si identificano. Il 12 maggio, il miliardario assicura di non avere un’opinione sul tema e ritiene che ogni Stato debba applicare la legge che ritiene adatta.

Negli Stati Uniti, la pubblicazione delle dichiarazioni d’imposta è un gesto tradizionale al quale si sottopongono tutti i candidati alle elezioni presidenziali. Inizialmente, Trump si oppone, mentre il 10 maggio assicura che la pubblicazione è vicina : “Però non scoprirete molto – assicura ai suoi interlocutori. A un giornalista che l’11 maggio gli chiede informazioni sul suo tasso d’imposizione fiscale, replica che non sono affari suoi.