Alla ventesima edizione del Festival Poestate, dopo la poesia dell’Estremo Oriente e della Russia, ha avuto luogo un dibattito geograficamente più vicino e tematicamente più generico. Il tema è stato sulla Libertà, e ha visto in tribune opposte il filomarxista Diego Fusaro e il liberale Marcello Foa (MediaTI). Tema la libertà del singolo, in rapporto al mercato economico, nell’era della globalizzazione. Fusaro si è focalizzato su individualismo vs collettività,  contestando la suddetta dicotomia, e sostenendo il dovere di armonizzare questi due concetti apparentemente opposti. Poiché la libertà del singolo, ha sostenuto,  è tale soltanto se lo rende in grado di relazionarsi ai propri simili.

Libertà è connessa a responsabilità, ha ribattuto Foa, poiché alla fine del proprio operato, durante il quale si è agito liberamente, si dovrebbe render conto delle proprie azioni. (Concetto che ricorda tanto il provvedimento politico imposto agli arconti dell’Atene del V sec a. C.)

fusaroFusaro ha poi provocatoriamente parlato di “deglobalizzazione”, sostenendo di doversi porre contro, ad oltranza, al pensiero unico. la globalizzazione, ha sostenuto, è infatti il frutto della fase estrema dell’imperialismo occidentale. Pertanto, deglobalizzazione, potrebbe esser vista dall’altrui sguardo come “decolonizzazione.”

Non bisogna però mischiare livelli differenti, gli ha ribattuto Foa, il mercato infatti permette lo “scorrimento delle acque”, ovvero la linfa vitale della società. Pertanto il mercato economico, secondo Foa, deve essere libero, e su misura.

Fusaro ha però ribattuto che, pertanto, si arriverebbe all’autoregolazione del mercato = anarchia sociale, supervisionata dalla legge del più forte. occorre uno stato etico, dunque.

Alla fine della serata, Fusaro ha poi ritirato il premio: una scultura di Fosco Valentini, che ricorda tanto uno slancio verso la libertà.