Jack Principe xyIn extremis l’amico Paolo Camillo Minotti ci manda questo ponderoso, magistrale articolo (che suscita la nostra amplissima disapprovazione). 

Vale davvero la pena di leggerlo. Di straordinario effetto è l’incipit del punto 1): “Di riffa o di raffa, il Cantone questi 18 milioni li dovrà incassare”. Perfetto! A questo punto io propongo che la spesa venga aumentata di altri 50 o 70 o 120 milioni (nulla di più facile). Dopo di che all’unisono con Paolo Camillo intoneremo a gran voce:  “Di riffa o di raffa, il Cantone questi X milioni li dovrà incassare”.

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La tassa di collegamento «serve solo per fare cassetta»? Nota bene: la frase è messa volutamente fra virgolette. Come pure volutamente l’ho fatta seguire da un punto di domanda. L’affermazione è di per sè di una banalità incommensurabile: quale tassa al mondo infatti non serve per fare cassetta (ovvero per finanziare le spese dello Stato)? Certo, tasse supplementari non entusiasmano mai i cittadini che le devono (direttamente o indirettamente) pagare. Ma la vera riflessione da fare riguardo alla votazione del 5 giugno su questa tassa, non è certo quella (ripeto: banale) di dire che serve solo per fare cassetta. Le riflessioni da porsi sono a mio avviso altre; e cercherò di elencarle qui di seguito.

Minotti1) Di riffa o di raffa, il Cantone questi 18 milioni li dovrà incassare. Tanto per cominciare va detta una cosa: se venisse respinta questa tassa nella votazione di questo week-end, questi 18 milioni di franchi il Cantone – in virtù della norma costituzionale sul freno ai disavanzi proposta da Laura Sadis e approvata lo scorso anno dal popolo – sarebbe obbligato ad incassarli tramite un aumento delle imposte ordinarie. Quindi potremmo dire che sostanzialmente sarebbe zuppa e pan bagnato. Ma non è proprio così, perchè fra i due modi di prelievo (tassa mirata sui posteggi dei grandi generatori di traffico nel primo caso, aumento della fiscalità ordinaria sui cittadini nel secondo caso) vi sono alcune differenze non di poco conto. La più vistosa è che i grandi generatori di traffico, in specie i grandi magazzini situati fuori dai centri urbani – che sono anche i grandi privilegiati dalla tassazione statale – nella seconda modalità di prelievo continuerebbero a essere scandalosamente esenti da tasse che da tempo sarebbero dovute! Sin dal 1994 la Legge darebbe la possibilità di prelevare questa tassa di collegamento, ma il Consiglio di Stato aveva finora rinunciato a incassarla ! (E poi c’è ancora qualcuno che osa dire che non esistono pressioni lobbistiche indebite sulla politica?!?). Questa tassa è dovuta dai vari Lucibello, Migros, Serfontana e Foxtown per un motivo ben preciso (oltre a quello che essa è prevista dalla legge): essa è una modesta contropartita per gli enormi costi da loro causati all’ente pubblico. In sostanza i grandi magazzini hanno reso necessari degli allacciamenti stradali (che sono peraltro sempre più ingolfati e paralizzati dal traffico) che sono stati pagati dall’ente pubblico, mentre le ditte private citate si sono limitate a incassare i guadagni. È insomma il classico esempio di «privatizzazione degli utili e socializzazione dei costi». E ciò va a maggior ragione evidenziato, per il fatto che queste ditte pagano in genere – grazie a diversi escamotages peraltro perfettamente legali – anche delle imposte sull’utile del tutto risibili! Chi vota No a questa tassa è quindi a mio avviso un masochista, perché il No in sostanza equivale a esonerare dal pagamento di questa tassa le ditte in questione, nonché tutte le industrie che impiegano fino all’80 o al 90 percento frontalieri, procedendo al pagamento della somma equivalente da parte dei cittadini ticinesi e solo da loro. Gli ambienti della grande distribuzione e in genere il mondo economico ha fatto una gretta (nei contenuti) e costosissima campagna per il No, cioé per sottrarsi al pagamento di questa tassa! Come spesso avviene (vedi iniziativa Minder), il mondo economico preferisce sprecare milioni in campagne ingannevoli per le votazioni, piuttosto che assumersi le sue responsabilità e pagare il dovuto corrispondente a una tassa sacrosanta! La mia speranza è che i cittadini e le cittadine ticinesi abbiano l’intelligenza e l’accortezza di non lasciarsi manipolare da questa ingannevole propaganda.

2) La tassa incoraggerà le misure di riduzione del traffico privato da parte delle aziende.
È innegabile – in secondo luogo – che questa tassa avrebbe una valenza di incitamento all’uso più ragionevole del mezzo di trasporto. Questo vale in primo luogo per le industrie e i loro impiegati e operai, che sarebbero indotti a prendere in considerazione l’uso dell’auto in comune fra più persone, il «car pooling» aziendale, ecc.. Il fatto stesso che, da quando è stata proposta l’introduzione della tassa di collegamento, si sia cominciato a parlare anche di tali auspicabili misure e alcuni imprenditori abbiano cominciato a proporre il car pooling aziendale, conferma la bontà e l’efficacia politica della tassa in questione.

3) La tassa serve a finanziare il potenziamento del trasporto pubblico.
In terzo luogo, questa tassa servirebbe a finanziare il potenziamento dei trasporti pubblici (potenziamento da tutti invocato al fine di alleggerire il traffico motorizzato privato sulle strade). Perciò, delle due l’una: o i contrari si oppongono al potenziamento del trasporto pubblico ( ma in tal caso lo dovrebbero dire chiaramente e dovrebbero anche dire in quale modo intendano risolvere il problema degli ingorghi di traffico insopportabili sulle strade….) oppure, se vi sono favorevoli, dovrebbero anche dire con quali mezzi alternativi essi intendano finanziarlo! È troppo facile dire sempre solo di No, senza proporre alternative credibili e soluzioni praticabili ai problemi che si riscontrano!

ZALI RALLY 1abI contrari alla tassa di collegamento sono perciò dei perfetti irresponsabili, dei volgari demagoghi, non certo migliori di un certo leghismo di qualche anno fa, a cui giustamente essi rimproveravano di sostenere tutto e il contrario di tutto (l’aumento della spesa pubblica e la diminuzione delle imposte) senza nessuna assunzione di responsabilità nella concreta gestione dello Stato. Ebbene, certi leader PPD e PLR si stanno comportando esattamente come quel leghismo da loro tanto aborrìto negli scorsi due decenni e mezzo: vogliono indurre i cittadini a respingere una tassa, senza dire in nessun modo dove a loro giudizio sarebbe possibile risparmiare questi maledetti 18 milioni di franchi! Sia detto a scanso di equivoci: questo non è una dimostrazione di grande serietà. Si comportano insomma suppergiù come il compianto cabarettista e politico Flavio Maspoli, ma forse senza avere quel genio artistico che faceva sì che allo stesso si perdonasse questo e altro…… Naturalmente ci riferiamo anche e in primo luogo agli ex consiglieri di Stato Luigi Pedrazzini e Gabriele Gendotti, che hanno avuto il cattivo gusto di prendere posizione contro la responsabile proposta dell’on. Zali approvata da Governo e parlamento. Nel loro caso forse a parlare è una certa invidia nei confronti di Zali, che ha saputo profilarsi come un coraggioso uomo di Stato, ciò che loro non furono mai: in 11 rispettivamente 12 anni di presenza in Governo non hanno combinato nulla che sia degno di essere ricordato (alle Istituzioni Pedrazzini non ha fatto altro che rimandare la soluzione dei problemi, come una specie di Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore….).

Chapeau invece a quei liberali-radicali e popolari-democratici, che per senso di responsabilità hanno votato la tassa in GC e continuano a sostenerla nella campagna (e nonostante la «dimissione dalla responsabilità» da parte del presidente PLR Cattaneo). Chapeau anche all’avv. Pierfelice Barchi, che con argomentazioni cristalline e pienamente sottoscrivibili ha sostenuto ripetutamente ne «La Regione » le ragioni del Sì alla tassa di collegamento! Egli dimostra di certo un maggior senso dello Stato e un senso di responsabilità, che sono diventati assai rari nella fauna di odierni saltimbanchi della politica.

4) Votare NO significa affossare gli sforzi di risanamento delle finanze cantonali.
Veniamo al tema annoso della gestione delle finanze pubbliche. Alcuni oppositori della tassa di collegamento argomentano che occorra dire di No per indurre il Governo a risparmiare di più. A giusta ragione essi evidenziano che la famosa «manovra di rientro» di 180 milioni proposta dal Consiglio di Stato è solo in minima parte composta di misure di contenimento della spesa, mentre in buona parte (direttamente o indirettamente) consta di misure che mirano ad aumenti delle entrate. Ma se essi pensano che il rigetto della tassa di collegamento porterà a una manovra più risparmista, va detto che purtroppo essi si illudono alla grande. Nel nostro faticoso sistema consociativo, dove tutte le maggiori forze politiche sono presenti nel Governo e dove l’ultima parola ce l’ha spesso il popolo che si esprime in votazioni popolari (come quella del 5 giugno appunto), è più facile far respingere una proposta del Governo che riuscire a farne adottare una migliore! Raggiungere delle convergenze fra varie forze politiche è molto laborioso, i compromessi sono spesso giocoforza insoddisfacenti, perché ovviamente per ottenere il consenso di 4 partiti di governo occorre annacquare di qua, limare di là, lasciar stare in basso e non indulgere troppo in alto…..Questa volta il Governo è riuscito a trovare una posizione compatta, sostenuta dai 5 consiglieri di Stato: un fatto piuttosto raro e in sè sicuramente positivo; ma questa posizione concorde ha ovviamente i suoi costi, nel senso che si è dovuto probabilmente rinunciare a tagli troppo incisivi per avere l’accordo del consigliere di Stato socialista, al quale si è dovuto fare peraltro qualche promessa di incremento del budget della scuola nei prossimi anni……
Personalmente avremmo auspicato e auspicheremmo una manovra di rientro più rigorosa e tale da evitare di scaricare fardelli sui prossimi esercizi finanziari e sulle prossime generazioni! Ma le forze per tale auspicabile manovra si possono trovare solo unendo trasversalmente i politici di buona volontà presenti nei diversi partiti ; se invece cominciamo a fare la guerra tra leghisti e antileghisti, a giocare di ripicca e a respingere la tassa di collegamento per «fargliela» al consigliere di Stato leghista Claudio Zali, purtroppo non si andrà lontano e non si combinerà nulla di buono!

torchioE poi, quando si critica una manovra insoddisfacente per auspicarne una migliore, la premessa indispensabile è la coerenza! Non basta asserire una tesi, occorre anche dimostrare di averla sempre coerentemente sostenuta. Non basta insomma predicare, ma occorre anche avere razzolato bene e dimostrare oggi e per domani di volerlo fare. Facciamo qualche esempio per capirci: alcuni PPD affermano che la manovra è troppo incentrata sulle entrate e troppo poco sulla riduzione della spesa; saranno anche in buona fede, ma come si fa a prenderli sul serio, quando si sa per esperienza che appena venga presentata una misura di riduzione della spesa per l’amministrazione statale o per il personale statale, anche dai banchi pipidini (e in specie dal sindacato OCST) si levano alti lai contro il presunto smantellamento dello Stato sociale e via discorrendo?? Un altro esempio: l’UDC / La Destra, e anche in una certa misura una parte del PLR (in specie quella componente che fa capo al presidente Cattaneo), sicuramente sono più credibili del PPD quando criticano l’eccessiva spesa pubblica (in quanto questa tesi l’hanno sostenuta da lungo tempo e con più assiduità); ma anche qui non mancano le incoerenze e gli inspiegabili silenzi. Per esempio: qualche anno fa Governo e parlamento hanno avallato in modo unanime il risanamento della Cassa pensioni degli statali, che ha comportato una iniezione di 40 milioni di franchi all’anno e per 40 anni di soldi del Cantone (ovvero dei contribuenti) nella Cassa pensioni, al fine di risanarne i bilanci. Parliamo, a scanso di equivoci, di contributi «extra», in più dei contributi paritetici ovviamente dovuti dal Cantone nella sua veste di datore di lavoro degli statali.

Personalmente mi stupii molto che nemmeno dai banchi dell’UDC (rispettivamente della Destra, alias AL) venne espresso dissenso su tale generosissima manovra, che ha materializzato un favoritismo ingiustificato degli statali, in totale dispregio dei princìpii di equità e di parità di trattamento fra i cittadini contribuenti. Ma tant’è, la misura ormai è stata adottata e Pantalone pagherà per i prossimi 40 anni ! (Quindi, si noti bene: questa regalìa continua a incidere anno per anno e non è per nulla un «capitolo chiuso» dei passati bilanci !). Orbene chiediamoci: come può essere credibile chi ora grida alla «spremitura» dei cittadini contribuenti per gli ulteriori 18 milioni di franchi che essi dovranno pagare per la tassa di collegamento, se non ha fiatato per un esborso assai discutibile di ben 40 milioni annui per 40 anni?? Il bilancio statale è fatto di tante poste, ognuna delle quali va tenuta sotto controllo e verificata con rigore e acribìa. Se non lo si fa, è inutile poi venire a strombazzare slogans contro più tasse e meno spesa pubblica!

Si potrebbero fare anche altri esempi: per es. di chi chiede il contenimento della spesa, ma nei passati anni ha voluto e votato progetti faraonici di nuove scuole medie (vere e proprie «cattedrali nel deserto»), costate decine e centinaia di milioni di franchi, che naturalmente sono andati a beneficio di appalti di ditte edili amiche, più che a beneficio degli allievi, ai quali forse potevano anche andar bene delle soluzioni un po’ meno costose. Dopotutto non si ripete sempre che la scuola la dovrebbero fare i buoni docenti…..più che i metri cubi degli edifici scolastici in cemento armato?? Ogni riferimento all’ex consigliere di Stato e capo del DECS, nonché maestro nell’uso dei congiuntivi, Gabriele Gendotti, è naturalmente del tutto lecito ….

Paolo Camillo Minotti
(già granconsigliere UDC)