VittaL’on. Christian Vitta, consigliere di Stato PLR, presidente dell’Ufficio per la conciliazione

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E’ stato firmato ieri a Bellinzona il nuovo contratto collettivo di lavoro (CCL) per gli impiegati nel settore della vendita al dettaglio, elaborato dal gruppo di lavoro dell’Ufficio per la conciliazione del Canton Ticino. Le parti sociali si sono dette generalmente soddisfatte; la Società degli impiegati del commercio sezione Ticino (SIC Ticino) ha giudicato adeguato il contenuto del documento, che tra l’altro, prevede un incremento di quasi 300 franchi dei salari minimi, la limitazione della durata normale del lavoro settimanale a 42 ore e quella massima a 45 ore, nonché una maggiore regolamentazione della frammentazione dell’orario giornaliero.

Il CCL, infatti, prevede che il tempo di lavoro giornaliero possa essere frazionato al massimo in due parti (salvo diversi accordi tra le parti) e dovrebbe rimanere compreso di norma uno spazio di 12 ore sull’arco della giornata. I salari minimi previsti vanno dai 3200 ai 3600 franchi mensili, a seconda del livello di formazione dei venditori al dettaglio.

Christian Vitta, presidente dell’Ufficio per la conciliazione, auspica che questo sia il primo passo affinché questo contratto collettivo sia reso vincolante; a tal fine, infatti, saranno necessarie ulteriori negoziazioni tra le parti sociali su eventuali punti controversi, la raccolta di un numero sufficiente di adesioni e infine la presentazione della richiesta formale al Consiglio di Stato.

C’è stata tuttavia insoddisfazione da parte dell’UNIA, che ha deciso di non sottoscrivere il contratto, in quanto lo ritiene inadeguato. Ha firmato invece l’OCST, ritenendo che questo accordo rappresenti un primo progresso nella lotta contro un’estrema frammentazione degli orari e altre condizioni di lavoro inadeguate alle quali talvolta sono sottoposti gli impiegati di vendita.

Per vigilare l’applicazione del CCL nel caso diventasse vincolante e in generale per promuovere la collaborazione e la distensione tra le parti sociali, sarà costituita una commissione paritetica cantonale (CPC), costituita da 4 rappresentanti dei datori di lavoro e 4 rappresentanti dei lavoratori.