Lugano, 29 giugno 2016. In una giornata azzurra di cielo e illuminata dal sole lucente che ondeggia nel lago limpido e cangiante, intervisto Armida Demarta, fondatrice e organizzatrice del ventennale Festival di poesia di Lugano, POESTATE, che di anno in anno raccoglie splendenti successi e prestigiose partecipazioni di poeti internazionali e performance artistiche multidisciplinari straordinarie.

La poesia è ovunque, dice, è nella vita di tutti i giorni, può essere sociale o fine a se stessa, Art for art sake, come diceva Oscar Wilde. Poiché L’arte è intreccio di livelli, registri, pensieri.

Chantal Fantuzzi: Armida Demarta, POESTATE ha raggiunto quest’anno la ventesima edizione, con un programma ricco di ospiti e di proposte tra cui il filosofo Diego Fusaro che ha ritirato il Premio POESTATE2016. Oggi dunque è un festival all’apice del successo, ma come è nato, come le è venuta l’idea di crearlo?
Armida Demarta: All’apice del successo non direi ancora. Vent’anni fa, da un’idea è partito il progetto. Ho creato così un festival letterario, il primo di tutto il Ticino! In tutta la Svizzera, infatti, c’era solo un evento letterario a Soletta. Volevo un festival nel quale si intrecciassero la mescolanza di livelli culturali e di espressioni, nel quale lo sperimentale danzasse con la tradizione, nel quale più registri potessero ergersi in uno slancio di poetica espressionalità. Una nuovissima formula di progetto culturale.

armida1

– Armida Demarta – direzione e organizzazione festival POESTATE fondatrice del progetto culturale POESTATE

Viene oggi attuata questa mescolanza di livelli?
Sempre! POESTATE è un progetto culturale multidisciplinare e multipolare, con diverse espressioni artistiche e linguaggi ai vari livelli, il tutto con al centro la parola poetica.
Ogni anno ci sono poeti da tutto il mondo, oltre che dall’Europa. Come dalla Cina, dalla Russia, e da altri paesi.

POESTATE è un festival cosmopolita?
La poesia stessa è cosmopolita. La poesia stessa è il mondo. Nella sua solitudine, nel suo cosmopolitismo, nel suo linguaggio universale.

LUGANO, 2.06.2010 - Gianluca Verga & Giulio Rapetti Mogol. Poestate Lugano 2011 - 15° edizione, Patio palazzo Civico, Lugano. Poestate e un festival di poesia e laboratorio culturale. photo by remy steinegger - www.steineggerpix.com / copyright by poestate 2011

POESTATE al Municipio di Lugano

Concorda con l’espressione “Cultura è apertura?”
Ma la cultura è già apertura! Quest’identificazione rischia di ricadere nella strumentalizzazione che la politica vuol fare della cultura. L’apertura è insita nella cultura.
Già, la strumentalizzazione. Cosa pensa che si potrebbe fare, dunque, per arginare questa strumentalizzazione?
Non farsi strumentalizzare!
La Cultura è libertà?
Dipende.
Vi sono canali svincolati dal potere?
Non si può rispondere in modo assoluto, dipende. La progettualità in ambito culturale necessita oggigiorno di una riorganizzazione in ambito della politica culturale. Così com’è chiusa nel sistema “club”, così com’è strumentalizzata, sta creando enormi danni alla cultura. È un sistema che sta atrofizzando il progetto globale della cultura, e non solo in ambito culturale. La politica interferisce talvolta negativamente sulla cultura. Il sistema “club” poi è addirittura devastante e distruttivo per la cultura, e non solo per la cultura. Davvero peccato perchè fuori “club” c’è un potenziale enorme! Le due entità potrebbero benissimo lavorare insieme ma l’entità “club” è un sistema talmente chiuso limitato e provinciale che avviare un processo di “armonizzazione” come fa POESTATE non è facile.
Come mai?
È ormai diventato un sistema talmente “inquinato” che inquina e rovina la produzione culturale globale. Se si fa parte del “club” tutto è concesso e permesso, comprese grosse portate finanziarie – infatti per il giro “club” non c’è crisi, anzi…- , grande visibilità mediatica, e sostegni a catena. Invece se non si fa parte del “club” allora si è penalizzati e ostracizzati, tanto che diventa una battaglia per sopravvivere. Da qui lo slogan no-club? no-party che trova nella pubblicazione POESTATE Matrix (Matrix inteso come POESTATE la matrice di tutti gli eventi letterari del Cantone Ticino)
POESTATE come fa con un sistema “club” che interferisce negativamente sulle produzioni culturali “no-club”?
Il problema è “il club” che sta creando danni non solo nel settore della cultura ma anche in tutti i settori in tutto il cantone. Si resiste anche ai colpi bassi che si fanno sempre più subdoli (“il clubbismo” ha un sistema che agisce in modo subdolo). Certo che operare con certe “arie” non è facile ma si può sopravvivere ottimizzando le risorse e andando avanti sempre e comunque nonostante le difficoltà seminate subdolamente dal l’entourage “club”. Per fortuna che in certi entourage, annessi e connessi, ci sono anche persone ribelli e di altra levatura che vanno oltre al sistema imposto.

armida2

Armida Demarta – Direzione organizzazione fondatrice progetto culturale indipendente Festival POESTATE

Armida, lei ha dichiarato che la poesia è ovunque. Intende nella vita di tutti i giorni? Vi sono poeti che riescono a suggellare la poeticità dell’istante, a eternare l’istantaneità nella poeticità, a fermare, coi loro versi, la fugacità del tempo?

A POESTATE vi è un compendio di tecnica e libertà. Vi è il poeta accademico, il poeta libero dalle restrizioni tecniche, il poeta dialettale, il poeta avanguardistico, il poeta classico, il poeta prosaico, dal grande vate all’autore emergente. A POESTATE c’è poi un’attività di produzione multidisciplinare che è semplicemente fantastica, nelle varie espressioni artistiche con al centro la parola poetica. POESTATE riesce nel raggruppare tutto ciò con una intensità strepitosa.

POESTATE è nato per questa varietà?
POESTATE nasce con questa varietà di proposte.

È il successo di POESTATE. Se pensa che questa formula è stata copiata poi da altri eventi letterari che sono nati anni dopo.

POESTATE ha liberato la poesia, che prima era monopolizzata, prigioniera dei “club”, in una parola, atrofica.

POESTATE ha creato un nuovo concetto di progetto culturale. Ed è in continua elaborazione.

Per “Club” intende i salotti?
No, il “club” è il “club”, e oggi come oggi è un progetto molto chiuso e restrittivo, limitato esclusivamente a determinati “entourage”. Infatti è un sistema che sta implodendo, arrotolato su se stesso, in una dinamica negativa e atrofizzante. Per fortuna che in molti piano piano si stanno accorgendo del danno e trovano il coraggio per agire diversamente.

“Club” significa snob?
No, il “club” è il “club”. Un’entità che un tempo non era così distruttiva, provinciale, e chiusa come oggi. Oggi come oggi è un disastro di “bruttura” e di “chiusura” senza precedenti. Escludendo a priori tutto il resto sta impoverendo e distruggendo il contesto globale. Ma forse “il club” inizia a rendersi conto del danno che sta creando… speriamo bene…
La diversificazione poetica, peculiarità del festival, argina la diversificazione sociale?
La rende molteplice, e solare. (ed il simbolo di POESTATE è, infatti, un bellissimo Sole. N.D.R.)

Stampa
Passiamo al pubblico. Nel corso degli anni si è diversificato?
Ma certo! Il pubblico di POESTATE è cresciuto negli anni e negli anni si è diversificato fino a comporre un pubblico misto fantastico.
POESTATE è gratuito oppure si paga un biglietto di ingresso?
POESTATE è un festival gratuito! L’entrata è libera e ha liberato una marea di proposte culturali promuovendo autori e proposte che prima ristagnavano in piccoli “salotti” e in impolverati scaffali e cassetti.

Su che piano pone la poesia rispetto al cinema o alle altre arti visive?
Quando la poesia entra nelle altre arti è meraviglioso! Basti pensare alla cinematografia francese, italiana, russa, anche al Decameron di Pasolini ma soprattutto al grande Fellini. Il cinema di Fellini è poesia, per citare qualche nome. Anche per altre arti come la musica, il teatro, la pittura, la scultura. Se legge l’imponente storiografia di POESTATE, dal 1997 ad oggi, noterà ospiti e proposte che toccano le varie espressioni artistiche “passando attraverso la poesia”
Ha riscontrato degli ostacoli durante questo lungo (e vincente) percorso?
Tantissimi. Soprattutto con “il club” che qui in Ticino è imperativo categorico “no-club, no-party”, cioè molto provinciale e chiuso, finalizzato ad atrofizzare qualunque cosa sia fuori dal giro “club”, anche persone di successo e talento e progetti di prestigio. Quindi si può immaginare quanto potenziale viene sprecato in Ticino, in diversi settori non solo in quello della cultura. Davvero peccato! Si potrebbe decollare alla grande!
Passato lo scoglio, si va verso l’Oceano o si rischia di tornare alla spiaggia di partenza? Ovvero, gli ostacoli fanno crescere o demoralizzano?
Guardare avanti sempre, e non pensarci. “Quanto manca alla vetta?”; “Tu sali e non pensarci!” (Friedrich Nietzsche). Anche se ci sarebbe molto da discutere su questa citazione, perché può capitare di salire la vetta sbagliata o salire quella giusta ma che “il club” fa di tutto per buttarti giù dalla vetta perché a raggiungerla possono solo loro del giro “club”… ma questo è il Ticino baby… piccino piccino picciò… provinciale e chiuso nei suoi “clubs”
Diego Fusaro ha ritirato il premio POESTATE 2016.
Il premio POESTATE2016 quest’anno è andato a un filosofo ribelle, un personaggio molto speciale del mondo della cultura. Premio POESTATE 2016 per la sua forte filosofia poetica! Fusaro merita molto di più, è un personaggio straordinario, coraggioso, di alto livello, magnifico.
Il premio POESTATE negli anni è andato a grandi personaggi della cultura internazionale come il grande vate russo Yevgheny Evtušenko o al grande letterato italiano Giancarlo Majorino, inclusi autori famosi svizzeri come Gilberto Isella e Alberto Nessi, per fare qualche nome

A POESTATE vengono presentati anche libri che non necessariamente vengono pubblicati?
Diciamo che c’è anche la possibilità di presentare opere inedite o ancora in bozza in cerca di editori
Poesia, poetare, fare. Che in greco è poiéo, per l’appunto. Una frase lancio per la prossima edizione?
Stiamo già preparando la Ventunesima! Ci sono già molte proposte in cantiere come ogni anno di anno in anno. A dire il vero ci sarebbero già pronte altre cinque edizioni tanto è il materiale su cui produrre altre edizioni.
Quanto ci lavori, per un’edizione?
Subito dopo la fine della precedente si parte per la successiva. Con idee, proposte, progetti.
Chi partecipa è realmente partecipe della progettualità del Festival?
Assolutamente sì! A POESTATE c’è una partecipazione progettuale molto intensa!
Nel luogo ove si tiene il Festival, il suggestivo e neoclassico municipio, vi è la statua di Vincenzo Vela, Spartaco. Emblema della ribellione contro la tirannia? Analogie con la cultura libera di POESTATE, o con la poesia-battaglia sociale?
Ribelle è bello!
POESTATE è individualista?
POESTATE è POESTATE! È l’originale! Questo festival negli anni è diventato fiore all’occhiello della Città di Lugano, del Cantone Ticino, e della Svizzera. Ormai è famoso e istituzionale qui e famoso all’estero.
L’entusiasmo è lo stesso di vent’anni fa, oppure qualcosa è cambiato?
Mai perdere l’entusiasmo! L’entusiasmo c’è sempre, la progettualità è sempre alta.
Caratteristiche dell’iniziativa di POESTATE?
Progetto culturale indipendente, con attività multidisciplinare e multipolare, con al centro la parola poetica. Ci vuole una progettualità forte e una forte determinazione con una buona dose di coraggio. Un’officina culturale senza precedenti nella storia culturale del Cantone Ticino!
Hai mai rifiutato una proposta?
Per ragioni di spazio. A POESTATE c’è una molteplicità d’ingegno incredibile. Ho una marea di proposte rimaste ancora nel cassetto perché non c’è spazio e non c’è un budget tale per avviare produzioni più ampie.
E hai mai rifiutato per motivi di qualità?
POESTATE ha dato spazio a stratificazioni sempre molto ampie.
C’è interattività col pubblico?
Il pubblico applaude, ma non dialoga coi partecipanti. Segue con attenzione ed entusiasmo. Ad ogni proposta c’è un suo pubblico, e questo è molto interessante perché è un continuo flusso di spettatori che si alterna tra centinaia e centinaia di persone fino a conteggiare migliaia di persone ad ogni edizione
Pensiero, parola carta. Dalla parola del poeta al cuore dello spettatore. È vincente la strada del dialogo e della trasmissione della poesia?
Assolutamente, ammessa e concessa, annessa e connessa, la poesia è il potere della parola verticale!

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi