Una campagna “infinita” che colpisce la sanità ticinese

Sant'annaNon cessa la campagna lanciata ormai da mesi dai promotori del referendum contro la LEOC e dall’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”. Malgrado la bocciatura della sua iniziativa, il signor Pronzini e i suoi accoliti hanno deciso di proseguire la “crociata” contro la medicina ticinese prendendosela un giorno con il pubblico, l’altro con il privato. L’intento è chiarissimo: si vuole riportare il livello del servizio sanitario fornito nel Cantone a quello del Medio Evo.

Il Signor Pronzini in una sua recente interrogazione al Consiglio di stato si stupisce che a fianco del chirurgo in sala operatoria non ci siano sempre medici assistenti ma talvolta personale tecnico. Il deputato MPS non ha la benché minima idea di come si svolga un intervento chirurgico. Proferisce accuse per discreditare l’attività di tutta una Clinica che compie un lavoro d’eccellenza sul territorio ticinese solamente perché il suo “patron” non gli va a genio. Getta quindi discredito e inculca paura in tutti ticinesi per raggiungere i suoi fini: riportare la medicina ticinese al Medioevo. A queste sparate il Signor Pronzini non è nuovo. Basti vedere come ha condotto la campagna per l’ultima votazione. Gli argomenti populisti-demagogici da lui utilizzati hanno fatto sì che quello che avrebbe potuto essere un nuovo slancio per la medicina ticinese si risolvesse in un mero “manteniamo la medicina di punta in ogni ospedale periferico”. Cosa pericolosissima, dimostrata in tutta la letteratura scientifica. L’argomento da lui utilizzato era la paura di una privatizzazione del pubblico. Non si è neanche accorto che l’unico “rischio” sarebbe stato quello di una statalizzazione del servizio privato!

Per rispondere ai suoi dubbi, ecco come si svolge un intervento chirurgico a Lugano, in Ticino, in Svizzera e nel resto del mondo. Davanti al chirurgo c’è un paziente con una patologia che deve essere trattata. Per questo il chirurgo si farà spalleggiare da una strumentista, da due strumentiste, da un assistente a cui viene fatto fare una parte dell’intervento perché deve imparare, da un altro specialista oppure più di uno. Un’ernia inguinale non domanda la stessa assistenza di un trapianto epatico. Se si mettesse lo stesso numero di partecipanti di un trapianto epatico su di un’ernia inguinale, il risultato sarebbe catastrofico. Il chirurgo sceglie chi meglio potrà assecondarlo durante l’intervento. Mai e poi mai un’assistenza operatoria è stata scelta in funzione delle disponibilità di personale. Questa non è altro che una bieca menzogna.

Pronzini denuncia pure il fatto che la Clinica fatturerebbe prestazioni mai erogate. Non sa quindi minimamente come funzioni il sistema di remunerazione delle cliniche e degli ospedali. Ma si permette delle insinuazioni malgrado la sua completa ignoranza in materia. Il DRG (sistema di rimunerazione delle prestazioni su base forfettaria negoziato fra le pareti contrattuali – Assicurazioni e Cliniche – e approvato dal Cantone) è calcolato sul costo globale della presa a carico di una patologia. Questo comprende la partecipazione di una moltitudine di persone e di competenze dall’inizio alla fine del ricovero. La Clinica Sant’Anna impiega degli infermieri, degli strumentisti, dei medici assistenti e una moltitudine di personale che garantisce sostegno al paziente. Che un’assistente intervenga in sala operatoria, oppure nell’accogliere il paziente, nel seguito post-operatorio o durante la notte di guardia, questo non cambia minimamente il costo totale e soprattutto la remunerazione data dal DRG. Gli assistenti sono impiegati certo, ma là dove la loro competenza è necessaria. Ma questo il deputato MPS sembra (o fa apposta?) ignorarlo allegramente.

Dottor Francesco Volonté, FMH Chirurgia Direttore Sanitario Clinica Sant’Anna