Tutto giusto, ci verrebbe da dire. Ma… non sarebbe stato meglio vincere la votazione?

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Regazzi yL’imprenditore e onorevole Fabio Regazzi, presidente dell’AITI

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Continua l’opera di disinformazione di UNIA a proposito della tassa di collegamento, in vigore dal prossimo 1° agosto. UNIA, che non ha fatto nulla per combattere in votazione l’introduzione della tassa sui parcheggi, ben consapevole tuttavia che la tassa sarebbe pesata anche sulle lavoratrici e sui lavoratori, afferma che scaricare la tassa sui collaboratori delle aziende sarebbe un’iniziativa vietata. Niente di tutto ciò.

Come è stato più volte ribadito, obiettivo della legge sui trasporti pubblici è quello di ridurre il traffico veicolare. Seguendo questa logica, tocca dunque in primo luogo ai dipendenti-automobilisti pagare la tassa di collegamento. AITI ha pertanto informato le aziende associate che qualora decidessero di ribaltare la tassa totalmente o parzialmente sui collaboratori, il pagamento non può essere portato in detrazione del salario lordo. Dire – come fa UNIA – che è vietato ribaltare la tassa sui lavoratori è semplicemente falso e serve solo a creare ad arte confusione, allo scopo di mettere in contrapposizione i dipendenti e le aziende.

UNIA sapeva infatti benissimo già prima della votazione del 5 giugno che l’introduzione della tassa di collegamento avrebbe causato problemi di natura giuridica e finanziaria, anche a carico delle lavoratrici e dei lavoratori. Inutile lamentarsene oggi e inaccettabile soprattutto fare sistematica disinformazione nel goffo tentativo di mascherare le proprie inadempienze durante la campagna di votazione. AITI invita il sindacato UNIA finalmente ad assumere sull’applicazione della tassa sui parcheggi, come su tanti altri dossier, un atteggiamento responsabile, fornendo alle lavoratrici e ai lavoratori informazioni veritiere.

AITI