Gli atleti russi potranno partecipare alle Olimpiadi di Rio, che inizieranno il mese prossimo. Questa la decisione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha già causato numerose proteste da parte dei gruppi anti-doping e degli altri atleti. Il CIO ha infatti preferito non imporre un divieto di partecipazione all’intera squadra russa, ma piuttosto ha deciso che saranno le 28 federazioni dei singoli sport presenti alle Olimpiadi estive a decidere caso per caso se permettere o meno agli atleti russi di gareggiare.

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Dick Pound, ex presidente dell’Agenzia Mondiale anti-doping, che nel novembre scorso aveva redatto un chiaro rapporto sulla presenza di “doping di Stato” in Russia, ha dichiarato che la decisione del CIO rivela una pericolosa tolleranza per le pratiche adottate dalla Russia. Si è  trattato, ha concluso Pound, di un’occasione sprecata per impostare una strategia di tolleranza zero nei confronti di simili comportamenti antisportivi.

Il presidente del Comitato Olimpico, Thomas Bach, ha giustificato la decisione affermando che è importante rispettare i diritti individuali di ciascun atleta. Alla domanda se sarebbe stato felice di gareggiare contro i russi, Bach ha dichiarato che non ci sarebbe alcun problema, dal momento che le regole esistenti garantiscono la protezione degli atleti “puliti” contro vantaggi ottenuti in maniera scorretta dagli avversari. L’importante, secondo Bach, è appunto che un atleta non sia punito per un sistema di doping di Stato nel quale egli può provare di non essere stato personalmente implicato.

Ogni Federazione dovrà dunque redigere una lista degli atleti russi ritenuti “puliti”; questa lista sarà controllata da un arbitro del CIO e dalla corte d’arbitrato per lo sport. Qualsiasi atleta russo che sia stato trovato positivo al doping, anche in passato, sarà automaticamente escluso dalle competizioni. Diversi hanno però criticato questa regola, dal momento che alcuni paesi possono mandare alle Olimpiadi degli atleti che in passato siano stati condannati per doping, a patto che ora risultino “puliti”.