Nella lotta contro le organizzazioni terroristiche siamo il paese meglio attrezzato

È questo il primo editoriale di una serie dedicata alle premesse già oggi visibili di un futuro migliore del nostro Paese: altrettanti motivi seri di ottimismo che dobbiamo saper mettere a fuoco e valorizzare.

dal blog www.pietroichino.it

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Ichino yIn questa estate buia, nella quale ogni giorno reca notizie spaventose, non è forse male fare un piccolo sforzo per individuare i semi di una stagione migliore che si sta preparando.

Ricordo un’altra stagione, ancor più buia di questa: a cavallo tra gli anni ’70 e gli ’80 in Italia infuriava il terrorismo politico: ogni settimana c’era un attentato con uno o più morti e feriti e ogni volta ci si chiedeva a chi sarebbe toccato la volta successiva. Gli assassini non erano alieni: erano italiani normalissimi, provenienti in gran parte da famiglie relativamente benestanti; ed erano molti di più di quelli che ci preoccupano oggi. Eppure da quella malattia siamo guariti. Anni di piombo 2Oggi gli stessi ex-terroristi ripudiano la follia di allora. E il Paese ne è uscito rafforzato, perché per vincere quella malattia gravissima ha dovuto dotarsi degli anticorpi necessari: in particolare di un servizio di polizia antiterrorismo che oggi tutti gli altri Paesi ci invidiano. Siamo noi a insegnare al resto del mondo le tecniche di individuazione dei flussi di comunicazione interni alle organizzazioni criminali, di controllo dei movimenti dei loro membri, di rilevazione e gestione dei dati per la creazione di data-set utilizzabili per qualsiasi necessità in tempi brevissimi. Critichiamo sempre le nostre amministrazioni pubbliche, e per lo più facciamo bene; non dimentichiamo, però, che almeno in un settore una nostra amministrazione opera a un livello di eccellenza mondiale. Un settore, per di più, che sta assumendo importanza cruciale, anche per il rilancio del processo di integrazione europea.

senatore Pietro Ichino