Discorso pronunciato dal Presidente cantonale PLRT Rocco Cattaneo in occasione dei festeggiamenti del PLRT per la festa del 1° agosto 2016

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In questo discorso del 1° agosto, pronunciato al Forte Mondascia, Rocco Cattaneo annuncia la sua intenzione di lasciare la presidenza.

La fiera affermazione che abbiamo evidenziato nel titolo molte persone non sarebbero disposte ad accettarla.

Siamo andati a “ripescare” il nostro reportage sull’elezione a sorpresa di Cattaneo, avvenuta al Mercato coperto di Mendrisio il 22 settembre 2012.

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Cattaneo-127a-1Cara Presidente del Partito Liberale Radicale Svizzero, Petra Gössi,
Caro vice Presidente del Partito Liberale Radicale Svizzero e Consigliere di Stato, Christian Vitta,
Caro Presidente dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi, Alessandro Spano,
Care Amiche e Cari Amici liberali radicali,

Se abbiamo deciso di festeggiare il Primo Agosto anche come Partito e non solo come cittadini significa che vogliamo copiare qualcuno? No. Perché lo spirito patriottico non è un’esclusiva di questa o di quell’altra forza politica (patriottismo non è nazionalismo) e oggi il PLR deve riappropriarsi dei valori su cui si fondano la nostra storia e la nostra convivenza.

Anzi, dirò di più: questa festa per noi è una prima, ma io spero che diventi una vera “classica”, come la Parigi-Roubaix per rendere l’idea e usare una metafora di uno sport a me caro.

Vorrei ricordare che in queste ore due personalità per noi molto importanti hanno reso onore al Canton Ticino: ieri il presidente della Confederazione, Johann Schneider-Ammann, che si è recato in Vallemaggia; oggi la nostra presidente, Petra Gössi, che ha accettato di trascorrere questa giornata con noi!

Perché festeggiare al Forte Mondascia? Perché questo luogo ci ricorda, come la Svizzera si preparò militarmente, negli anni in cui in Europa infuriavano la seconda Guerra mondiale e il conflitto tra totalitarismo e democrazia, a difendere con i denti la propria neutralità.

Il Primo Agosto è il Natale della Patria, e voglio dunque esprimere alcuni desideri, come si fa a Natale. Desideri che riflettono le motivazioni e lo spirito che mi hanno portato ad avvicinarmi alla politica.

Vorrei una Svizzera più consapevole del valore delle proprie libertà, che un apparato legislativo sempre più complesso e una burocrazia ormai imperante stanno lentamente ma inesorabilmente soffocando.

Parlo di libertà individuali e di libertà economiche. Mi richiamo ai valori del liberalismo, e non certo del liberismo miope delle canaglie che calpestano senza ritegno i diritti delle persone e dei lavoratori per proprio esclusivo vantaggio personale.

Solo attraverso la responsabilità, come individui, come imprenditori, e come politici, potremo difendere in un sistema economico sempre più globale e interconnesso, le libertà che hanno fatto di questo piccolo Paese un grande Paese. Potremo difendere la pace sociale che ha consentito, e che ancora oggi consente, alla nostra economia di crescere.

Vorrei dunque una Svizzera più consapevole del proprio successo economico, quel successo che garantisce il benessere di tutti noi, e che sostiene un modello di socialità che tutto il mondo ci invidia, grazie al quale anche le persone più fragili o sfortunate non vengono mai abbandonate al proprio destino.

Vorrei una Svizzera più giovane e frizzante. Una grande sfida ci attende: mantenere il nostro sistema previdenziale in una società che sta invecchiando, perché la speranza di vita aumenta e si allarga la forbice tra chi contribuisce ai fondi pensionistici e chi percepisce le rendite. Credo che dovremo ripensare il nostro modello di famiglia, per fare in modo che l’invecchiamento della popolazione venga compensato con nuove nascite.

Vorrei un Paese più attento e sensibile alla cultura e ai diritti delle minoranze linguistiche, alla Svizzera Italiana e Romancia che sono un condimento essenziale della nostra Nazione!

A proposito di diritti e di libertà, vorrei una Svizzera più determinata e unita nel difendersi dalla minaccia del fondamentalismo islamico che mina anche la nostra sicurezza interna, il nostro modo di vivere e i nostri valori. E ricordo oggi con affetto Linda Casanova Siccardi, rimasta vittima della strage di Nizza, partecipando al cordoglio dei suoi famigliari e dei suoi amici.

Dobbiamo impedire che questi fanatici si infiltrino nella nostra rete sociale, che diffondano tra i giovani le loro teorie farneticanti. Dobbiamo aumentare il controllo sulle attività che si svolgono nelle moschee e nei centri culturali islamici e dobbiamo dare ai nostri inquirenti, alla nostra intelligence, gli strumenti per contrastare efficacemente questa minaccia, individuando tempestivamente i potenziali terroristi sia tra chi già vive nel nostro Paese sia tra chi ci viene per motivi di vero o presunto asilo politico.

Ora dico due parole sul nostro Cantone…

Vorrei un Ticino più consapevole delle proprie risorse e del proprio potenziale di sviluppo economico e sociale. Più presente e propositivo a Berna, e cito qui l’esempio della clausola di salvaguardia proposta dal nostro Consigliere di Stato, Christian Vitta.

Vorrei un Ticino più orientato al progresso, allo sviluppo e all’innovazione, che sappia cogliere le opportunità dell’era digitale. Opportunità che toccano il sistema della comunicazione ma anche il mondo del lavoro, penso allo sviluppo che avrà nei prossimi anni il telelavoro …

Vorrei un Ticino che investa in progetti di mobilità, che promuova maggiormente la formazione, valorizzando le le risorse di cui già dispone, USI, SUPSI, ma anche i poli di ricerca, dal Centro di calcolo alla biomedicina.Vorrei un Ticino che abbia il coraggio di mettere in cantiere in tempi brevissimi il progetto di un ospedale universitario unico dove concentrare la medicina di punta, pur senza smantellare le strutture regionali esistenti. Ma definendo delle chiare priorità.

Vorrei un Ticino che promuova tra i giovani e tra le famiglie un cambiamento di mentalità sul piano della formazione professionale. Dobbiamo orientare i nostri ragazzi verso mestieri in cui c’è e ci sarà sempre più richiesta di figure professionali, dal settore sanitario a quello della meccatronica.

Cito una frase che Kurt Schildkchnecht ha scritto in un libro che sto leggendo e che s’intitola “Wohlstand-kein Zufall”:

“Solamente chi è disposto ad accettare continuamente le sfide imparando cose nuove, è in grado di mantenere e di aumentare il valore del proprio capitale umano, e quindi di trarre maggior beneficio dai nuovi sviluppi. La formazione permanente e la disponibilità ad adattarsi ai cambiamenti sono premesse essenziali sia per l’individuo che per il successo economico di una intera nazione”.

Ma soprattutto vorrei un Ticino che abbia meno paura: la cultura politica della paura, anche se elettoralmente può essere pagante, non fa parte del DNA dei liberali radicali!

Ritroviamo dunque tutti insieme il coraggio di sognare e di progettare il nostro futuro, senza paura! Anche a costo di sembrare ridicoli.

Infine ancora 2 parole sul nostro Partito…

Vorrei un Partito più coeso, disciplinato e incisivo sui principali temi politici. Partendo dal presupposto che il nostro principale obiettivo strategico deve essere quello di garantire a lungo termine posti di lavoro e piena occupazione. I temi sui quali dobbiamo lavorare sono dunque lo sviluppo economico, la politica degli investimenti e la salvaguardia del mercato del lavoro. Senza però dimenticare la scuola, la formazione e la ricerca, a cui ho già accennato. Senza dimenticare le finanze pubbliche e una fiscalità equa, non soltanto per i meno abbienti ma anche per le persone benestanti e le PMI, che sono una delle nostre principali risorse economiche. Senza dimenticare infine la mobilità. Tutti questi elementi contribuiscono a formare le condizioni quadro che determinano il successo o il fallimento di ogni nazione, piccola o grande che sia.

Vorrei un Partito nel quale il processo di rinnovamento iniziato da qualche anno si consolidi e prenda definitivamente il volo! Perché questa è la forza che il nostro partito, più di altri, è stato in grado di esprimere.

E parlando dei nostri principali avversari dico:

Vorrei un Partito più autodeterminato e capace di evitare invischiamenti con la Lega, capace anche di opporsi a certe scelte governative, e più profilato e senza peli sulla lingua di fronte alle tesi puramente ideologiche dei socialisti. Penso in special modo a temi come le finanze pubbliche, la fiscalità, il mercato del lavoro, la scuola e la sanità. Vorrei un Partito che non sia ostaggio di nessuno, ma che sia libero di esprimere le proprie idee e i propri valori.

E infine vorrei un Partito che sappia comunicare meglio, sia al proprio interno sia, e soprattutto, verso l’esterno.

Conclusione…
Ecco dunque i desideri che vi esprimo oggi al Natale della Patria!
Gli stessi desideri che mi hanno spinto a entrare in politica 5 anni fa. E che mi hanno dato l’energia per affrontare le primarie nell’estate del 2012 per la carica di Presidente cantonale. Gli stessi desideri sui quali pure ho cercato di lavorare in modo intenso e appassionato durante i miei ormai 4 anni di presidenza.

Con questi auspici e con sentimenti contrastanti nel cuore vi dico che al prossimo Congresso giungerà a termine il mio mandato di presidente. Quando fui eletto ho messo a preventivo 4 anni di impegno e duro lavoro. E così è stato, perché non mi sono mai nascosto e non ho corso al risparmio, mai. Sono convinto e quindi tranquillo di aver fatto il necessario, il possibile e a volte anche l’impossibile per il nostro partito che amo e nel quale continuerò a identificarmi. Un Partito liberale radicale che oggi è sicuramente più forte rispetto a 4 anni fa. Abbiamo fatto un’ottima semina e i germogli sono già ben visibili a più livelli. La mia missione però si esaurisce quando passerò il testimone al futuro presidente che potrà, ne sono convinto, raccoglierne i frutti.

Per garantire la continuità nei lavori intendo preparare al meglio, insieme al mio Ufficio presidenziale, la successione alla Presidenza attraverso una procedura aperta che porterà alla designazione, da parte del Congresso PLR, del nuovo presidente.

Evviva il Partito, viva la Svizzera.
Buon Primo d’Agosto a tutti!

Rocco Cattaneo