I musi erano lunghi a destra, alle nove del mattino. Lo schema in verità sembrava imparabile. Dopo la prima votazione viene escluso Morisoli. Al secondo e decisivo turno, i voti di Morisoli si riversano maggioritariamente su Pini, che viene sospinto alla vittoria. Ma non è andata così.

I numeri. Si incomincia con: Cattaneo 301, Pini 278, Morisoli 142. Il ciclista Cattaneo ha 23 lunghezze di vantaggio su Pini. Troppo poco, mormorano a destra. Troppo poco, si fregano le mani a sinistra. Si vota per la seconda e ultima volta, le facce dei due finalisti sono tirate. Pierfelice per festeggiare il nuovo presidente si è messo una delle sue audaci giacche color aubergine. Attraverso il mercato coperto si effondono musiche accattivanti, atte a placare i nervi. Arriva Pelin Kandemir tutta sorridente. “Lei signora per chi ha votato?” “Ma io sono socialista!” “Le chiedo scusa, mi sono confuso”.

Schede rientrate 719, bianche 10, nulle 6. Maggioranza assoluta 353. Cattaneo 357, Pini 346. Rocco Cattaneo, imprenditore di successo, in politica da poco, oratore migliorabile, è il nuovo presidente del PLRT. Giusto ricordare che il nome di Cattaneo era stato lanciato nella mischia – quando ancora fervevano i lavori della Commissione cerca – dalla sezione di Lugano. Alcuni avevano gridato alla “scorrettezza” per non dire al “golpe”. Altri avevano sentenziato “Non passerà mai”.


L’esito del voto è stato una vera sorpresa. Ma la sala, dopo lo sbalordimento di un istante, ha tributato all’eletto vivi applausi. Giovanna, Paola e Olga era come se avessero visto la resurrezione di Lazzaro in diretta. Proviamo a spiegare al popolo il “miracolo”. A determinare la vittoria di Cattaneo è stato, a nostro avviso, l’autentico incubo che l’elezione luganese del 2013 ormai rappresenta per i liberali-radicali. I difensori dell’accerchiato fortino ceresiano vogliono Cattaneo? E Cattaneo bisogna dargli. A meno che non si voglia attribuire una colpa a una vicenda tanto recente quanto sconcertante e dannosa al partito. In tal caso il valoroso Nicola Pini, che ha parlato bene e con slancio, potrebbe essere etichettato come “giovane vittima del FoxTown”. Certo involontariamente, l’on. Sadis – che ha fatto distribuire il testo di un suo breve intervento, beneducato e alquanto scontato, alla stampa – con il grosso guaio che ha combinato a Mendrisio ha reso un cattivo favore al suo pupillo (sempre a Mendrisio). Difficile quantificare il costo in termini di schede per la speranza locarnese. Noi valuteremmo: ben più delle 11 che l’han fatto perdere.

Per concludere questo breve reportage, alcune considerazioni e commenti.

— Il partito ha voluto fare bella figura ed inviare al Paese un messaggio di forza. La sala era colma e il colpo d’occhio notevole.
— Volendo riassumere gli avvenimenti politici in estrema sintesi si potrebbe dire che Cattaneo ha fatto fuori dapprima Gendotti (che in febbraio sembrava avviato a una sicura presidenza) e poi Pini. Per un politico novellino, niente male.
— Gendotti è uomo deciso e mantiene un suo rincuorante piglio spavaldo. Ma questi ultimi mesi non gli sono stati propizi. Oggi hanno vinto persone più riflessive e, forse, un po’ più spaventate di lui.
— Jacques Ducry è cordiale con tutti e sempre di ottimo umore. Lui e Corrado Barenco sembrano davvero inseparabili.