Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il genere letterario fantascientifico ha origini antiche. Nel romanzo “La storia vera”, infatti, l’autore greco Luciano di Samosata (II secolo d. C.) descrive il viaggio di alcuni uomini sulla Luna. Luciano narra infatti in forma autobiografica di come lui stesso, assieme ad alcuni suoi compagni, appena giunto sulla superfice lunare sarebbe stato catturato da ippogrifi e quindi portato al cospetto del re selenita Endimione.

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Nella letteratura del ‘900, sono innumerevoli gli esempi di racconti e romanzi ambientati in un futuro vicino o lontano; un tratto comune a molte di queste opere, tuttavia, è l’idea che questo futuro, a causa di guerre o della nascita di nuove dittature, non sia roseo per il genere umano. Ad esempio, in “1984” di George Orwell (pubblicato nel 1948), il globo terrestre è diviso in poche super-nazioni e la vita degli individui è minuziosamente controllata dall’autorità centrale, detta il Grande Fratello, e dalle sue forze di polizia, che sembrano essere persino in grado di conoscere i pensieri non conformi al regime.

In “Brave new world” (1932) di Aldous Huxley, gli esseri umani sono divisi in categorie: alpha, beta e così via fino agli epsilon, di rango inferiore. In questa nuova società per caste, il destino e l’occupazione di ciascuno sono decisi prima della nascita, sulla base di un processo di manipolazione degli embrioni (a questo proposito è stato rilevato dai critici letterari come Huxley non avrebbe potuto immaginare il suo mondo distopico in termini di manipolazione genetica, in quanto all’epoca della stesura dell’opera la struttura del DNA non era ancora stata scoperta). Grazie al condizionamento psicologico, poi, gli abitanti del pianeta Terra si ritengono tutti soddisfatti dei ruoli che sono stati loro assegnati.

Infine, anche testi considerati più “leggeri”, ad esempio nel filone della fantascienza umoristica, possono offrire spunti di riflessione. In “Guida galattica per autostoppisti” (1979) di Douglas Adams, ad esempio, viene narrata la storia di un super-computer costruito per dare la risposta alla “domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”. Dopo milioni di anni, il computer dichiara che la risposta è “42”, rendendo chiaro agli esseri umani che essi non sapevano in fondo quale fosse la domanda posta.

Costanza Naguib