Palazzo fedRecentemente è scomparso a soli 74 anni l’ex vice-Cancelliere della Confederazione e portavoce del Consiglio federale. Molti ne hanno fatto l’elogio funebre, dall’ex consigliere federale Flavio Cotti all’avv. Pierfelice Barchi, già consigliere nazionale, che ne “laRegione” del 5 agosto ne ricorda con simpatia le non comuni qualità. Infatti – fa notare Barchi – fare il portavoce del Consiglio Federale non è facile e presuppone doti di intelligenza, finezza e diplomazia, perché in Svizzera “l’opinione del Governo” non è univoca, anzi talvolta è una delicata costruzione di compromesso fra le varie sensibilità dei suoi componenti. E all’edificazione di tale delicata costruzione

Casanova seppe lavorare con sagacia. Fra i suoi successori – sempre Barchi dixit – non vi sono più state persone della sua levatura e della sua discreta influenza; e non fatichiamo certo a essere d’accordo con Barchi…. L’ex consigliere nazionale PLR ricorda tra l’altro che la deputazione ticinese compatta sostenne la candidatura di Casanova alla Cancelleria davanti al consigliere federale Kurt Furgler, che in un primo tempo pensava per questa carica al suo segretario personale, una persona con eccellenti qualifiche; ma poi si convinse a sostenere il candidato ticinese avendo scorto le sue qualità di equilibrio e equidistanza fra i partiti.

Il nostro ricordo di Casanova è invece quello di un semplice cittadino telespettatore che apprezzava il suo modo equilibrato e oggettivo di fare giornalismo politico; modo che non è sempre stata la regola (anzi!) nella radiotelevisione di monopolio. Casanova era un tipo ammodo e non lasciava trasparire le sue personali simpatie quando riferiva della politica federale. Non causava, come capita spesso con altri giornalisti, attacchi di bile ai telespettatori con la propria faziosità o con la propria ignoranza. Egli aveva la capacità di riassumere in modo distaccato le varie opinioni contrapposte senza prendere partito, e sapeva fare domande critiche ai politici ma sempre su un tono civile e cortese.

Nel giornalismo aveva seguito le orme dello zio, Mario Casanova, la “mitica” voce che attraverso i notiziari di Radio Monteceneri aveva portato per decenni la politica nazionale nelle case dei ticinesi. Da questo punto di vista, la sua nomina a cancelliere della Confederazione, se da un lato rallegrò e onorò i ticinesi, d’altro canto rappresentò un tonfo pesante e un arretramento pauroso per la qualità dell’informazione da Palazzo federale della televisione svizzera di lingua italiana.

I giornalisti capaci e oggettivi sono merce rara; ve n’è qualcuno di capace ma schierato e fazioso; ve n’è qualcuno non fazioso ma anche poco brillante; e infine vi è chi non è né capace né oggettivo… una vera jattura, in specie per una tv di monopolio! Occorre infatti rammentare che un conto è commentare l’attualità politica come opinionista di un giornale politico o indipendente, un altro conto è farlo per un ente di monopolio, che può giustificare la sua esistenza solo alla condizione di essere imparziale e pluralista! Inoltre, il commento (anche molto profilato) ci può anche stare, ma deve essere tenuto ben separato dal ruolo di informazione (telegiornali) e da quello di conduttore di dibattiti fra politici contrapposti! Ciò che non fu sempre il caso alla RTSI (per dirlo in modo molto eufemistico).

Chi gli succedette (e purtroppo dovemmo sopportarli per lunghi anni) non solo non avevano nemmeno lontanamente le qualità di Achille Casanova, ma non possedevano i minimi “fondamentali” per fare seriamente il giornalista; erano dei faziosi impertinenti, che mischiavano sempre la loro opinione ai resoconti dei fatti, e inoltre nel fare tali resoconti erano talvolta approssimativi e grossolani (alludiamo in particolare a colui che in seguito finì a fare il collaboratore della Direttrice del DFE). Insomma: persone che, come diceva il nostro capitano “non si saprebbe che cosa fargli fare”… Le cose furono solo parzialmente riequilibrate, nelle trasmissioni preelettorali, dalla nomina di Michele Fazioli a corresponsabile (assieme al succitato “bulletto di paese”) della conduzione dei dibattiti.

Rivolgiamo quindi un pensiero di simpatia e di nostalgia alla persona di Achille Casanova, un ticinese che aveva saputo guadagnarsi la stima oltre S.Gottardo. E ai familiari porgiamo le nostre sentite condoglianze.

Paolo Camillo Minotti
(già redattore de “Il Paese” e granconsigliere UDC)