Pubblicare, non pubblicare? Questa è la lettera di una personalità ufficiale, una deputata in Gran Consiglio, al Vescovo di Lugano.

Pubblichiamo integralmente il documento, per l’interesse pubblico che esso riveste, senza per questo automaticamente associarci ai rimproveri che in esso si muovono al Vescovo emerito.

La lettera certamente desterà eco e attenzione e forse il vescovo Lazzeri risponderà. Noi lo speriamo.

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Filippini 2Eccellenza Reverendissima,

dopo diversi giorni di profonda riflessione – non senza difficoltà – ho scelto di scriverLe questa lettera aperta.

Temo che quanto andrò chiedendoLe, purtroppo, non avrà un seguito, ma qualcosa dentro di me mi spinge a dire che sono momenti come questi dove non si può tacere. Per onestà e trasparenza però, voglio confidarLe che non sono una fedele per così dire “praticante” e i perché potrebbero essere oggetto di un’altra lettera.

Io credo – mi perdoni l’ardire di tale paragone – che il Vescovo sia un po’ come un grande faro in quel mare in tempesta chiamato Vita. Per il clero l’Ordinario indica con la Luce tra le tenebre la giusta via, affinché accompagni i fedeli in un percorso di fede non sempre facile. I fedeli, invece, vi rivolgono lo sguardo sicuri che grazie alle Sue indicazioni chi ha il compito di accompagnarli in un porto sicuro siano saldi nel loro dovere.

Questo faro ha molti compiti importanti, ma credo che il più grande di tutti i suoi compiti sia quello di avere cura dei fedeli più innocenti, dei nostri bambini, sanzionando quei preti che smarriscono la via indicata dalla Luce, violando la loro innocenza. Le scritture, citando direttamente Gesù Cristo, sono chiare: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare” (Matteo 18,6). Questi eccelsiastici chiamiamoli quindi con il loro nome, invece di usare altri termini, insabbiare o omettere certe verità: sono pedofili.

Se questo faro, che è il Vescovo, smarrisce la via, difendendo un pedofilo – con le parole e i fatti – come si può pensare che i fedeli abbiano ancora Fede in chi dovrebbe guidarli? Sono assolutamente certa che vi sono molti bravi preti che svolgono con umiltà e devozione il loro compito. Le mele marce sono però quelle che bisogna eliminare senza se e senza ma dal cesto, perché altrimenti anche coloro che compiono il loro dovere saranno ingiustamente messi nello stesso calderone.

No, non si può veramente pensare che spostandoli in altra Parrocchia cambieranno i loro impulsi sessuali. È come cambiargli vaso di marmellata in cui intingere le dita. È irrealistico oltre che irresponsabile.

Lo so, la Chiesa predica perdono e comprensione anche per i peggiori crimini, ma questo è un crimine che nemmeno tra coloro che commettono gli atti peggiori è tollerato, del resto anche le Scritture sono perentorie. Un’anima indifesa (e che non ha mezzi per difendersi) violata è una ferita profonda e sanguinante per ognuno di noi, ma per chi crede e vive in modo profondo e pieno la propria fede, sapere che colui o coloro cui ha affidato i propri figli – affinché li cresca nella fede in Cristo – ha anche abusato di loro la ferita è doppia, fa ancora più male.

Se poi colui che dovrebbe eliminare queste mele marce – il Vescovo – ha preferito difendere o sottacere invece di agire contro questi mostri, è come se si gettasse deliberatamente del sale grosso sulla ferita aperta.

Penso a quelle famiglie che ora si trovano lacerate dal dolore per non aver saputo capire che cosa stesse accadendo, insultate nuovamente perché ora scoprono attraverso le testuali parole dell’allora “vescovo” Grampa, riportate da varie testate giornalistiche ticinesi sul caso del prete appena condannato in questi giorni – “sapevamo che il sacerdote aveva delle tendenze vergognose… ma non potevo ergermi sopra la giustizia civile. Ho deciso di trasferirlo in un’altra parrocchia”. Che cosa dovrebbero pensare i fedeli?

Purtroppo non è nemmeno la prima volta che ha preso posizione in merito a questi atti vergognosi. Credo si ricorderà del caso del prete di Gordola nel 2004. Una ragazzina molestata via messaggi dal prete che aveva “obiettivi” ben precisi. La madre, messa al corrente dalla figlia, ebbe la prontezza di avvisare la polizia che lo arrestò, cogliendolo sul fatto. Il “nostro” Vescovo di allora, tuonò dal pulpito che “si sarebbe dovuto intervenire in altro modo invece di costruire una trappola usando adolescenti come esca. Mi domando, alla luce dei fatti finora appurati, se non si sarebbe dovuto informare e chiedere l’intervento del vescovo prima di rivolgersi ad altri”.

E ora, quest’ultimo caso citato poc’anzi in cui sostiene tutto il contrario. No, per me e per molti altri non è stato quel faro che indica la Luce, che protegge gli innocenti; trovo abbia semplicemente fallito nel suo compito più alto.

Chiedo dunque a Lei, Eccellenza Reverendissima, che dalla Sua nomina ha mostrato umanità e compassione, ma anche fermezza di fronte a numerose scottanti tematiche che prenda pubblica posizione, dando chiare tracce, come indicato sia da Papa Benedetto XVI sia da Papa Francesco, sul tema della pedofilia. Le chiedo che d’ora innanzi quando saprà di uno di questi sacerdoti dalle “tendenze vergognose”, se confermate nei fatti, di inviare alla Congregazione preposta a Roma, la richiesta di ridurli allo stato laicale (anche per coloro che sono già stati condannati), rimettendoli al braccio secolare affinché siano condannati secondo le leggi vigenti.

Siate fermo e deciso, non basta sostenere che sono vicende di profonda tristezza, ci vuole azione, ci vogliono fatti e che questi siano resi pubblici! Sì, perché tutto ciò fa male alla Chiesa, fa male alla maggioranza dei sacerdoti che quotidianamente s’impegnano con passione e trasparenza nel loro mandato, fa male ai fedeli che vivono con trasporto la propria Fede, fa male ai fedeli la cui Fede vacilla, fa male, perché sempre più persone si allontanano dalla Fede cattolica anche e soprattutto per (in)decisioni del genere.

Meno la Chiesa agirà in questo campo in maniera chiara e diretta e più andremo incontro a un’erosione non solo di fedeli, ma anche delle radici e delle fondamenta sulle quali si è costruita la società occidentale, la quale purtroppo sta già scricchiolando da tempo. Siate quel faro di Luce che io sono convinta voi siate, mostrate a tutti i cittadini credenti e no di voler sradicare quest’abominio.

Con ossequio,

Lara Filippini, deputata UDC in Gran Consiglio