1960, Francia. Esce il film La Verité, diretto da Henri-Georges Clouzot, con le musiche di Igor’ Fëdorovič Stravinskij e interpretato da Brigitte Bardot. Il successo è esplosivo: Golden globe per il miglior film straniero, e oscar al miglior film straniero.

Il caso che lo ha ispirato diverge un poco dal film che lo celebra. Forse perché il confine tra il condannare o rendere simbolico una personalità che sconvolse i media e il pubblico generale, è ben più labile di quanto sembri.  In Clouzot, la protagonista, Annie, inquietante amante senza pace, diviene simbolo dell’ipocrisia sociale, da assassina a vittima.

La Storia, non tramandata dal cinema, è però differente.

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Pauline Dubuisson, figlia di un proprietario di una piccola azienda di costruzioni, non esita, sin da ragazzina, a concedersi per ottenere favori, anche ai clienti del padre. Ha 14 anni ha avuto una relazione con un marinaio tedesco, a 17 un ufficiale. Quando gli Alleati sbarcano in Francia, Dunkerque, la natale cittadina costiera di Pauline, si trasformerà nel suo inferno. Pauline viene segnalata al Municipio per esserci concessa volontariamente e ripetutamente al nemico tedesco, e, in attesa della condanna alla fucilazione, dopo essere stata fatta sfilare nuda e rapata a zero, subisce una violenza di gruppo.  Pauline riesce a evadere dal carcere, salvandosi la vita.

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Pauline Dubuisson

1947. Iscrittasi alla facoltà di Medicina di Lille, Pauline ha ricominciato una nuova vita. Ora ha un fidanzato, Felix Bailey, che la ama appassionatamente. E lei fa di tutto per tradirlo. Da imbarazzanti gesti osceni al parco, alla corsa di seduzione dei professori universitari. All’ennesimo tradimento, Felix decide di troncare quella relazione malata. Pauline fa spallucce, e si trasferisce a Parigi. Poco meno di un mese dopo, consapevole di aver perso l’unica persona che avesse mai significato qualcosa per lei, tenta il suicidio col cianuro. Viene salvata.

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Brigitte Bardot e Sami Frey nel film La Verité, ispirato al dramma di Pauline e Felix.

1951. Pauline scopre che Felix è prossimo alle nozze, con Monique Lombard, la tranquilla ragazza che lo ama da tempo. Decide allora di andare a trovarlo nel suo appartamento, dapprima con noncuranza, poi scoppiando in lacrime infine implorandolo di riallacciare la loro relazione. Felix dissente e, con la massima gentilezza, la manda via.

pauline3Lille, 17 marzo 1951. Pauline ha comprato una pistola calibro 25 e ha lasciato un biglietto all’affittacamere, nel quale si scusa tutto quello che farà. La donna riesce ad avvisare Felix del pericolo dichiarato nella lettera, e questi, sdrammatizzando, chiede ridendo all’amico Bernard di proteggerlo dalla “matta.” Questi lo accompagna a casa, poi, su invito di Felix, torna all’ospedale dove deve visitare un parente malato. Felix resta solo in casa, alla porta bussa Pauline. Le apre.

pauline5In seguito Pauline racconterà di aver comprato la pistola per suicidarsi e di aver colpito Felix senza volerlo, mentre lui avrebbe cercato di disarmarla.  Nessuno le crederà, e verrà condannata per omicidio volontario. Per la Polizia, Pauline gli avrebbe invece sparato a bruciapelo.

Poco prima del processo, Pauline si taglierà le vene, per non aver ottenuto il processo a porte chiuse, ma verrà salvata.

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Ed è proprio sul processo, che è incentrato il film. Nella storia un’assassina, nel film un’eroina. in entrambi i casi, l’effetto collaterale di un’ arida infanzia priva di affetti.

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Pauline in una rivista dell’epoca.

Pauline verrà condannata all’ergastolo, ma 8 anni dopo verrà rilasciata per buona condotta.

In seguito, cambiato nome in Andrée, Pauline si trasferì in Marocco. Lì, divenuta infermiera, tentò di sposare un ingegnere petrolifero, ma il matrimonio fu impedito quando si venne a sapere del suo passato.

Allora, per la terza volta, prese la via del sucidio. Questa volta riuscendo nell’impresa.

Venne sepolta in una tomba senza nome, secondo la sua volontà.

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Nella foto, una scena del film in cui Annie/Pauline

piange dopo la sentenza ricevuta.

Dopo soli otto anni sarebbe stata rilasciata.

CF