jack gialloIo sono, si sa, un sostenitore e frequentatore del LAC. Spero che questa grande istituzione culturale nuova di zecca possa fare fortuna e rendere più attraente e più ricca la mia cara Città. 

Ma non c’è soltanto la mia opinione. In questa intervista Silvana Minoretti, consigliera comunale leghista a Paradiso (mentre sua figlia Sara lo è a Lugano), esprime quella che io definirei la linea “pura e dura” della Lega sul tema. Lo fa con garbo ma concedendo davvero molto poco. Per me non si tratta di decidere chi ha ragione e chi ha torto; bensì di presentare la situazione con i suoi punti di attrito e di contrasto ai miei lettori, ed eventualmente discuterne con loro.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Municipio 2Francesco De Maria  Ci parli della sua attività politica nella Lega a Lugano.

Silvana Minoretti  La mia attività politica con la Lega è iniziata in occasione della mia nomina quale membro tecnico nella Cassa Pensione della Città di Lugano in sostituzione di Nano Bignasca. Nano e Giorgio Giudici erano molto preoccupati per la Cassa e si attendevano da noi tecnici risultati. MinorettiCon il passare del tempo e lo sviluppo positivo, Nano mi ha coinvolto in altri dossier e assieme abbiamo elaborato interessanti proposte fiscali che purtroppo (per mancanza di lungimiranza da parte degli altri partiti) non sono stati avvallati dal popolo ma che ora stanno ritornando di attualità, ripresi dal PLR (meglio tardi che mai!). Il mio lavoro nella Lega con Nano è sempre stato dietro le quinte. Lugano è sempre stato il punto di partenza e di riferimento anche perché Nano era in Municipio al fronte.

Come valuta i primi 3 anni di maggioranza relativa leghista nell’Esecutivo? Quali i punti forti del triennio?

SM  Nel primo triennio post Nano e di maggioranza relativa leghista, il nuovo esecutivo ha dovuto prendere conoscenza dei diversi dossier e forzatamente l’attività politica è stata moderata e di approfondimento. Tuttavia a mio avviso si è dato troppo spazio al PLR e l’azione leghista è stata troppo accondiscendente. Non ho apprezzato l’allarmismo sollevato sulle finanze comunali e il discredito sulla gestione passata. La situazione economica-finanziaria è mutata drasticamente in questi ultimi anni e in ogni momento ci si deve adeguare ai tempi e alle mutate condizioni (solo l’immobilismo produce effetti negativi, vedasi la situazione Cantonale). Il fatto che le finanze comunali siano peggiorate negli ultimi anni è una conseguenza della situazione economica. Si deve reagire, rivedere le priorità ma non bloccare l’innovazione e gli investimenti.

Quanto è lontana – non nel tempo, questo lo sappiamo – la Lugano di ReGiorgio dalla Lugano di Borradori? Nella realtà politica, economica, culturale.

SM  Certo con questa nuovo esecutivo abbiamo assistito a un radicale cambiamento nella gestione della Città. La politica di Re Giorgio e del Nano era più diretta e concreta, quella di Borradori più aperta e incerta. Mi spiego: il precedente Municipio sfornava proposte in tutti i settori e ci credeva. I rischi di successo o insuccesso di queste iniziative erano noti e non ambigui (o si partiva o cadeva tutto) e quindi si ripartiva con un nuovo progetto. Questo Municipio ha investito tantissime energie per cercare il consenso, vedasi progetto del LAC con la popolazione però solo confrontata con pettegolezzi, ancora oggi non si ha chiarezza sulla struttura (costi, reddito, piani futuri a breve ma soprattutto a medio-lungo termine). La mancanza di chiarezza smorza l’entusiasmo non solo per l’opera stessa ma anche per le iniziative successive.

A Lugano l’emergenza finanziaria (“La Città è al fallimento!”) era reale? È stata superata? E come? In particolare, come viene compensato il crollo del gettito fiscale delle banche?

SM  L’emergenza finanziaria, che è un fenomeno generale e non solo locale, evocata a più riprese dall’esecutivo cittadino, a mio avviso, è stata eccessiva. La Città di Lugano ha un grande indebitamento ma ha anche un parco immobiliare importante che si potrebbe valorizzare e gestire in modo diverso sgravando il peso debitorio pro-capite. Il grosso investimento del LAC ha contribuito in modo preponderante al realizzarsi di questa situazione e quindi far finta ora (ad opera terminata) di non essere a conoscenza di questa situazione patrimoniale è un po’ da ingenui. Da tempo la Lega ha scritto e ri-riscritto gli effetti di questo investimento e soprattutto ha reso attenti i cittadini sul costo della gestione futura. Cultura a parte, che tuttavia a mio avviso non potrà mai essere il motore di sviluppo e di benessere di una regione, penso che la Città riuscirà a sopravvivere alla delicata situazione finanziaria in quanto in questi ultimi tempi si sono concretizzate alcune interessanti iniziative che fanno ben sperare per la tenuta delle nostre finanze cittadine (penso in particolare all’apertura al farmaceutico con la nuova facoltà in scienze biomediche e i diversi poli e aziende start-up attive in questo settore nonché nel finanziario alle società attive nel trading delle commodities).

I due grandi partiti rivali occupano i 5/7 dell’Esecutivo. In un certo senso l’essenziale si gioca “tra loro”. La convivenza è pacifica? Quali sono i principali punti di contrasto?

SM  Il Municipio dovrà essere in grado di superare le rivalità politiche, dettate, a mio avviso, da esigenze di “cadreghino” e di ricerca di consensi presso la popolazione e lavorare in modo compatto per creare aspettative positive. I due partiti di maggioranza si equivalgono, forse la struttura del PLR è ancora troppo gerarchica, rigida e conservatrice rispetto agli avvenuti mutamenti nella società. Un esecutivo deve costruire assieme per il benessere della popolazione tutta (con attenzione a chi ha bisogno ma anche a chi paga).

L’astro nascente del PLR, il giovane Michele Bertini, sarà un giorno Sindaco di Lugano? Quando? E come?

Nessuna risposta. Forse la domanda era troppo imbarazzante. Certe volte la stessa domanda la pongono a me. Io rispondo pari pari: “Quando il suo partito tornerà a vincere le elezioni!”

Lei è attiva professionalmente nel settore finanziario. Come ha vissuto la caduta della BSI ? A chi spettano le colpe? Che cosa si potrà salvare dal naufragio?

SM  La vicenda BSI, come le parecchie vissute a livello internazionale nel settore bancario a partire dalla Lehman Brothers fino alle più recenti del Monte dei Paschi di Siena o con Deutsche Bank in prima fila nei risultati negativi degli stress test, sono la conseguenza dell’inasprimento delle regolamentazioni nel settore finanziario. Il ridimensionamento nel settore finanziario è, a mio avviso, salutare e cercare di salvare a tutti i costi attività o istituzioni decotte penso sia un esercizio da evitare. E’ giusto che chi non ha operato correttamente ne paghi le conseguenze. Certo, per la piazza finanziaria luganese, la vicenda BSI, è stato un brutto colpo ma la situazione si era già capita anni prima con le frequenti cessioni del pacchetto azionario della banca. In ogni attività professionale, le persone impiegate devono curare la propria formazione e solo così si potrà superare anche situazioni come queste. La piazza luganese ha ancora possibilità di sviluppo a condizione appunto che sappia fornire servizi di qualità, in modo molto flessibile ed efficiente rispetto alle istituzioni dei paesi circostanti la Svizzera. La Svizzera non deve lasciarsi intrappolare nell’elevata burocrazia europea che paralizza l’attività economica ma deve cercare di stringere alleanze e collaborazioni senza tuttavia cedere sul proprio diritto interno. Infatti sono dell’avviso che la rivoluzione tecnologica e l’interdipendenza economica e sociale, combinandosi, hanno generato una crescente complessità di gestione che nessun governo (nemmeno gli Stati Uniti) sia in grado di affrontare da solo. L’esercizio del potere in forma gerarchica (tipo quello che l’UE vuole imporre alla Svizzera ed ad altri paesi) non potrà avere successo anche perché l’Europa si è dimostrata incapace a gestire tutti i grandi problemi che affliggono oggi le popolazioni (emigrazione, terrorismo, cambiamenti climatici, crescita economica e altri ancora).

Ritornando alla realtà locale, ben vengano i progetti e gli imprenditori che desiderano investire. La collaborazione privato-pubblico non deve sempre essere letta come “intrallazzo”, spesso serve per far ripartire un comparto economico (potrebbe essere il caso del Campo Marzio).

LAC dall'altoIl primo anno del LAC (mostre, teatro, concerti) ha raccolto in generale molte lodi. Anche lei si unisce al coro?

SM  Ho letto con piacere le lodi locali sul LAC che erano scontate visto i mezzi finanziari messi a disposizione. Mi scusi la deformazione professionale, ma è chiaro che più mezzi finanziari ho a disposizione, più sono le possibilità di ottenere un risultato positivo.

Non pensa che certe critiche, così accanite, che abbiamo letto tante volte, siano preconcette?

SM  Personalmente sono un po’ distante dalla cultura concertistica, teatrale e museale e quindi mi risulta difficile unirmi al coro delle lodi. In questo momento per me ci sono altre priorità quali il problema degli immigrati, quello del lavoro, della sicurezza, … che hanno maggiori necessità di investimento e pertanto considero le enormi risorse messe a disposizione un vero spreco per una limitata cerchia di cittadini.

Una grande e costosa realtà come il LAC non può servire unicamente alla Città e ai suoi abitanti. Quale interesse ha suscitato il LAC con i suoi eventi oltre la regione luganese? Il LAC ha generato un effetto misurabile sul flusso turistico?

SM  Effetti secondari sul turismo o sul commercio cittadino, seguendo la poca cronaca giornalistica, mi sembra non se ne siano prodotti (turismo in calo, negozi che chiudono). I pochi dati che vengono pubblicizzati, (l’ultimo quello sui ricavi della ristorazione che rappresentano un quinto degli incassi) sono assai deludenti perché appunto se messi in rapporto al costo della struttura penso non riescano nemmeno a coprire le spese di pulizia!

L’intervista si conclude con una serie di domande, che riproduco nella loro formulazione originale, tali e quali. Ad esse faccio seguire la risposta “complessiva” di Silvana Minoretti.

  • Il voto sul Direttivo dell’Ente di gestione è stato… rimandato a ottobre (con qualche imbarazzo). Il Gruppo leghista ha discusso la questione al suo interno?
  • Mi dica una buona ragione per la quale Giovanna Masoni Brenni, la “mamma” del LAC, non dovrebbe essere eletta in quel gremio.
  • Ma ci sarebbero, immagino, anche delle ottime ragioni per il contrario… La critica circa un “eccesso PLR” (4 su 5) che è stata mossa da più parti è ai suoi occhi giustificata?
  • La critica – di cui abbiamo letto – circa una imbarazzante “messa sotto tutela” del Capo dicastero on. Badaracco è ai suoi occhi giustificata?
  • Il Sindaco è sempre stato un sostenitore/ammiratore/frequentatore del LAC e andava d’accordo con Giovanna Masoni. Ne sosterrà l’elezione?
  • In conclusione e senza sfumature, ci dica la sua opinione per il Sì o per il No.

SM  Sono dell’opinione che l’ente pubblico deve limitarsi a seguire le iniziative e non cimentarsi nella gestione diretta e pertanto non condivido l’impostazione della gestione del LAC. L’Ente di gestione deve essere affidato a privati che ne assumano anche il rischio imprenditoriale senza cioè gettare soldi pubblici a go-go nel fondo per la gestione. A tutela degli interessi della Città devono essere designate persone con grandi competenze nel settore artistico e di amministrazione di progetti anche in ambito finanziario. Per le cariche onorifiche si può creare un altro comitato ma quando si tratta di amministrare un business si devono avere le idee estremamente in chiaro, essere trasparenti, fissare obiettivi e raggiungerli. Purtroppo nella gestione del progetto-dossier LAC non c’è stata adeguata trasparenza e pertanto condivido la posizione dei miei colleghi leghisti di chiedere che nel nuovo gremio sieda una persona che disponga di maggiori qualità imprenditoriali e che ispiri maggior fiducia alla Lega dei Ticinesi.

L’eccesso di rappresentati del PLR inoltre trovo sia alquanto inopportuna. La popolazione durante le votazioni ha espresso in modo inequivocabile le sue preferenze per la gestione dei beni pubblici e pertanto anche le rispettive istituzioni para-pubbliche o finanziate dalla Città devono rispettare gli stessi equilibri. Il LAC come già sottolineato prima, è una struttura costosa per una stretta cerchia della popolazione. E’ quindi importante che il partito di maggioranza, che oggi porta la responsabilità della gestione della Città, possa avere un’adeguata rappresentanza nel consiglio di amministrazione ed appoggiarsi a delle persone di sua fiducia per una gestione secondo i principi illustrati durante la propria campagna elettorale.

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