Gobbi SciolliNella bella foto Ticinolive Norman Gobbi e Arminio Sciolli, in sorridente amicizia

 

Il pensiero del giorno spetta oggi di diritto al consigliere di Stato Norman Gobbi, il quale sul Corriere del Ticino scrive (estratto):

“Delude – e sorprende anche [mica tanto! ndR] – la decisione presa venerdì scorso dalla maggioranza della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale, la quale ha il compito di valutare le proposte per l’attuazione del voto contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio 2014. Andrò dritto al punto e non sceglierò mezze parole: si tratta per certi versi di un aborto politico! E non sono certo i cittadini svizzeri a uscirne vincitori, la cui volontà viene aggirata.

Infatti, il risultato presentato dalla maggioranza della Commissione è il prodotto dei dibattiti interni, che hanno visto unirsi la posizione liberale e quella socialista, con l’aggiunta in seguito dei popolari democratici con la loro sedicente proposta federalista. Un fine lavoro di patchwork, ma a conti fatti non è altro che una mera trascrizione di quanto già prevede l’Accordo sulla libera circolazione tra la Svizzera e l’Unione europea (e i suoi Stati membri) per poter adottare misure di regolazione del mercato del lavoro (come ad esempio alcune misure fiancheggiatrici), con la sola novità dell’obbligo d’annuncio (Meldepflicht) per favorire potenzialmente la manodopera indigena. Potenzialmente, poiché – e ribadisco sorprendentemente – la maggioranza PLR-PPD-PS della Commissione ha deciso di delegare la decisione sull’attuazione di qualsiasi misura di controllo dell’immigrazione a un organo terzo, ossia al comitato misto Svizzera-UE.

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Siamo sempre allo stesso punto, non ci si sposta di un millimetro. Ed è sempre più chiaro che la maggioranza politica che regge il nostro paese (in pratica gli avversari dell’UDC, i socialisti e i partiti cosiddetti “borghesi”) non si considerano tenuti a rispettare l’articolo costituzionale approvato il 9 febbraio 2014 (che ai loro occhi non è qualcosa di vero e di valido ma, al contrario, un malaugurato incidente, uno scherzo di cattivo gusto, un fastidioso e dannoso foruncolo, un articolo “figlio della serva”…)

Come si fa a negoziare con l’ostile e ricattatoria UE in queste condizioni pietose, intrise di sottomissione, di resa e di ipocrisia?