da Opinione Liberale, per gentile concessione

gas-2Il GAS, portale della «Gente che accende la società», ha intervistato di recente Manuele Bertoli in quanto – si legge – «bersaglio di numerose critiche provenienti dal PLR. Molte di queste sono sembrate abbastanza pretestuose, nonché poco coerenti con l’azione politica passata e presente dei liberali». Alla domanda su come vive «queste polemiche continue», preceduta dalla contastazione che «essere il ministro in minoranza è complicato, e lo è ancor di più esserlo a capo di un Dipartimento prima di lei feudo liberale», Bertoli ha risposto: «Spesso mi fanno sorridere, specialmente quando manifestano mancanza di conoscenze sufficienti. BertoliPrenda la critica di Cedraschi sul mio presunto disinteresse per la politica dello sport e le richieste su tutto quel che in questo settore andrebbe cambiato: ho ripreso questa politica tale e quale a come mi era stata lasciata da Gabriele Gendotti, non ho sostanzialmente tolto risorse, abbiamo aperto il nuovo Centro Gioventù e Sport, creato il percorso del liceo sportivo a Locarno-Tenero, riaccorpato gli uffici sotto un unico Ufficio dello sport, ma tutto questo non va bene. In fondo, ed è quasi buffo, senza accorgersene Cedraschi critica la politica dello sport impostata dal suo partito, se la vogliamo mettere su questo piano, più che il mio operato». Che dice Bertoli in sostanza: che sta continuando a gestire il suo dipartimento come lo gestiva Gendotti; che dietro il suo agire c’è la politica liberale. La replica di Cedraschi non si è fatta attendere: «come al solito non capisce nulla di sport e non ha capito nulla del senso del mio articolo su Opinione Liberale. Si faccia spiegare come lo sport funziona nelle altre nazioni e l’importanza che gli viene attribuita. Non facciamo caro Consigliere una questione partitica e non faccia lo scarica barile dicendo che in precedenza vi era un interlocutore» liberale.

Suvvia ministro, per tanto cosi – e per continuare a «operare» una politica liberale – lasci allora perdere la riforma sulla «Scuola che verrà» perché si vede chiaramente la visione di una società che è assai diversa dal sistema della scuola liberale, una scuola performante che ci viene invidiata da tutto il mondo. Nella riforma ci sono anche cose buone ma l’idea di fondo non funziona: è impostata esclusivamente da un direttore di un dipartimento, e da «un partito in minoranza». Non esiste, neanche se fosse liberale. In Ticino la Scuola è un elemento fondamentale e fondante della nostra società, basare il suo futuro sull’ideologia di una persona sola è decisamente assurdo!

dottor K. Heinrich