Questo brioso testo rappresenta in un certo senso il pendant clericale al celeberrimo “margine di manovra nullo!” dell’indimenticabile Laura.

L’argomentazione è apparentemente perfetta e presenta un unico svantaggio, il quale purtroppo risulta decisivo. La gente si convince che chi scrive non voglia fare nulla. E probabilmente è proprio così.

Stiamo a vedere come va la votazione. Giovanna Viscardi, una giovane donna alquanto assennata (il suo cane ha nome Billo) mi diceva alcuni giorni fa, mentre mangiavamo il polipo al Pestalozzi: “L’iniziativa passa”.

NOTA. Agli amici pipidini faremo notare come il loro presidente nuovo di zecca (l’ex fa bella mostra di sé nelle sezioni gossip, tutti possiamo peccare, l’importante è pentirsi) figuri con la sua foto tra i 16 “Saboteure” sulla copertina della Weltwoche (per non nominare il Dalpese).

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pinocchioPinocchio: quale miglior simbolo per rappresentare chi per l’ennesima volta vuole illudere le cittadine e i cittadini ticinesi proponendo soluzioni che non si possono realizzare?

Pinocchio, personaggio della letteratura italiana, ha così indossato la casacca rosso-blu ed è diventato ticinese. L’iniziativa costituzionale “Prima i nostri”, lanciata dall’UDC ticinese all’indomani del voto del 9 febbraio 2014, è stata giudicata giuridicamente ricevibile, ma altrettanto giuridicamente inapplicabile. Si tratta di una sorta di ricetta cantonale per l’applicazione dei principi approvati dal popolo svizzero il 9 febbraio, e proprio per questo è illusoria: perché le regole decise il 9 febbraio del 2014 sul contingentamento dell’immigrazione e dei frontalieri sono applicabili unicamente a livello federale e nell’ambito delle trattative con l’Unione Europea, della quale la Svizzera è partner, pur non essendone uno Stato membro.

Se la soluzione fosse così semplice, altri Cantoni, in particolare quelli che come il Ticino sono sottoposti a forti pressioni sul mercato del lavoro, avrebbero lanciato iniziative simili. Invece non lo hanno fatto.

Ecco perché “Prima i nostri” è l’ennesima grande bugia, l’ennesima “pinocchiata” raccontata al popolo ticinese. Una pura operazione di marketing politico promossa dai soliti noti che da anni speculano sulle paure e sul disagio della popolazione per ottenere sempre più consensi e potere. Consenso e potere tanto, ma soluzioni zero. Creare illusioni, far credere che le cose siano più semplici di come sono in realtà, far politica a suon di slogan illusori per farsi belli di fronte ai cittadini, è molto pericoloso: alla lunga genera sfiducia e frustrazione tra la gente.

La prima illusione è stata quella di far credere alla popolazione che dopo il voto del 9 febbraio le cose sarebbero cambiate come per miracolo, fingendo di dimenticare che il mandato popolare al Consiglio federale per trattare le soluzioni con l’UE scadrà soltanto il prossimo anno. A proposito di Pinocchio, ricorderete tutti come il burattino fu gabbato dal Gatto e della Volpe…

PPD