Ricordate l’avvocato Battista Ghiggia, avversario di Filippo Lombardi e di Fabio Abate nella corsa agli Stati? Era un candidato realmente diverso e per poco non ce l’ha fatta. Ora è tornato alla sua professione, che esercita con grande impegno e successo ma… ha lasciato una parte del suo cuore alla politica. E, ci lascia intendere, tornerà.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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È passato quasi un anno dalla sua corsa al Consiglio degli Stati. Che cosa le rimane di quell’avventura?

ghiggia-xBattista Ghiggia  È stata una corsa entusiasmante, da outsider, partito in ultima fila e arrivato ad un soffio dell’obiettivo, dopo una rimonta che anche i più attenti ed esperti osservatori davano per impossibile. Le sensazioni vissute percorrendo il Ticino da Chiasso a Airolo e da Isone a Brissago sono state molto intense ed il contatto con la gente e i sostenitori appassionante.

Ancora oggi incontro spesso persone e ricevo scritti di elettori dispiaciuti perché l’obiettivo è stato mancato per poco, che mi incitano a non disinteressarmi e a rimettermi a disposizione alla prossima tornata.

Cariche politiche non ne ha, le elezioni nazionali sono lontane 3 anni. Si sente un po’… in vacanza?  Prova il desiderio di ritentare?

BG  In vacanza sicuramente no, in quanto sono molto occupato con i miei impegni professionali ma seguo comunque con interesse e senso critico gli avvenimenti politici cantonali, nazionali e internazionali.

Quale giudizio dà sullo stato del suo ex partito (il PPD):  — a livello cantonale?  — a livello federale? Ha un futuro o è destinato al declino?

BG  A livello cantonale la nomina del presidente dopo la presidenza Jelmini è una questione tuttora aperta, a dimostrazione che il partito fatica a trovare la personalità con le caratteristiche adeguate per poterlo dirigere. Evidentemente, aldilà delle dichiarazioni di facciata, da un lato le correnti interne e dall’altro la scarsità di personalità disponibili, che possano lavorare per ricollocare il PPD in una posizione di difesa dei veri interessi del Cantone e della sua popolazione spiegano questa interminabile reggenza Lombardi.

A livello svizzero mi sembra che il nuovo presidente Pfister, che tenta di riorientare il partito su posizioni più borghesi e tradizionali, si stia muovendo bene. Se riuscirà a saldare l’azione del PPD a quella delle altre forze di centrodestra, oltre a rafforzare il suo partito potrà contribuire a rafforzare l’intera Svizzera.

Un giudizio, lungo o breve, su Darbellay.

BG  Prima quello breve: disastroso. Poi quello lungo: assolutamente disastroso.

La presidenza Darbellay ha avuto conseguenze deleterie non solo per il PPD ma per l’intera Svizzera. In effetti, appoggiando la subdola congiura parlamentare che ha portato alla destituzione di Christoph Blocher, tale signore ha consegnato de facto la guida della Svizzera per più di due legislature al partito socialista, che è stato così messo in condizione di indebolire, unitamente alle ali della sinistra del PLR e del PPD, l’indipendenza, il posizionamento internazionale e la coesione sociale del nostro paese. Potrò sembrarle presuntuoso ma penso che questo mio pensiero andrà in futuro a coincidere anche con il giudizio degli storici più equilibrati.

Lei è stato candidato da Lega e UDC. Si considera leghista? Oppure UDC ?

BG  Le battaglie politiche combattute da Lega e Udc sono spesso comuni a dimostrazione che gli ideali di indipendenza, sovranità e difesa della popolazione indigena sono dei pilastri portanti di entrambe. È normale che per questioni storiche e numeriche queste battaglie a livello nazionale vengono soprattutto portate in avanti dall’UDC con il sostegno locale della Lega, mentre a livello cantonale tante volte l’elemento trainante è la Lega con il sostegno dell’UDC. Ciò che conta è che entrambe le forze politiche si stanno muovendo da tempo in modo coordinato ed efficace nella stessa direzione. La mia candidatura era proprio l’espressione di questa unità e convergenza politica. Non ho difficoltà a dirle che mi riconosco molto bene in entrambe le forze politiche che sono chiaramente posizionate, e sono le sole, nell’area di centrodestra.

Che cosa rimane del potere PLR, che fu dominante, a Lugano?

BG  Sempre meno e ciò non necessariamente per merito degli altri partiti, ma per demerito dei rappresentanti del PLR.

Re Giorgio, sindaco per 29 anni, è stato un “padre padrone” per la Città. È ancora in grado di esercitare un influsso sulle decisioni politiche?

BG  Anche se le amarezze che hanno accompagnato la sua uscita di scena sembrano averlo fortemente demotivato, mi risulta ci sia ancora chi, a giusta ragione, ritiene che in questo deserto sia saggio approfittare della sua grande esperienza e capacità di visione. Se dovessi rivestire una carica politica i suoi consigli, oltre che farmi piacere, mi sarebbero sicuramente utili.

Le piacerebbe assumere una carica – ad esempio, municipale – a Lugano?

BG  Come avevo spiegato durante la campagna elettorale, sono interessato alla politica nazionale, in quanto ritengo che è proprio lì che si giocano oggi le partite piú importanti e i destini del nostro paese e di conseguenza del Canton Ticino. È anche in questo ambito che potrei focalizzare maggiormente le mie conoscenze tecniche e contatti personali. Il Consiglio degli Stati, essendo una camera piú piccola, si presta in modo particolare per un lavoro in profondità non solo nelle commissioni ma anche nel plenum.

Parliamo di affari cittadini. “Quegli anni d’oro… non torneranno più!” mi disse un giorno, strizzando gli occhi con una cert’aria sognante, un uomo ricco e potente. Lugano è stata una piazza finanziaria di prim’ordine; oggi è in crisi. Risorgerà?

BG  Per sdrammatizzare segnalo che lo diceva anche Modugno a proposito dei sogni. Lo si dice spesso con riferimento alle cose passate, soprattutto se positive. Penso che bisogna fare uno sforzo di proiezione, reinventando un futuro in altri settori economici che si possano sviluppare nonostante le mutate circostanze. La piazza finanziaria ha potuto svilupparsi e prosperare grazie ad un quadro giuridico nazionale e internazionale e a condizioni economiche locali e limitrofe che l’hanno fortemente favorita. Oggi questi elementi non esistono più ed è pacifico che la piazza finanziaria così come l’abbiamo conosciuta fino ad alcuni anni fa, il suo futuro ce l’ha purtroppo dietro le spalle. Il discorso sarebbe qui molto lungo perché se dal punto di vista strategico, visti i cambiamenti intervenuti, il destino non poteva essere che quello, tatticamente la questione è stata gestita malissimo a livello nazionale dove la Svizzera, complice anche la congiura di palazzo menzionata in una delle precedenti risposte, ha giocato molto male le sue carte, in parte anche volutamente viste le performance della signora Widmer Schlumpf ben sostenuta dai suoi supporter politici e referenti istituzionali, in parte per aver avuto un atteggiamento molto accondiscendente e troppo poco battagliero.

Quanti posti di lavoro, nel settore, sono andati persi dall’inizio della turbolenza? Quanti milioni di gettito d’imposta?

BG  Migliaia di posti di lavoro e decine e decine di milioni di gettito di imposta. Il problema è che l’emorragia è lungi dall’essere terminata e senza un corale e responsabile impeto di dignità, la situazione del Cantone è destinata ad aggravarsi, divorando decenni di progresso economico e sociale.

Mi descriva la caduta della BSI, facendo uso delle sue conoscenze e del suo giudizio esperto. Di chi sono le colpe? Chi pagherà il prezzo?

BG  Su questa triste storia ognuno dice la sua, ultimamente pubblicando addirittura dei saggi. Sicuramente l’istituto ha compiuto degli errori, che saranno riferibili a una o piú persone. Ritengo però che una grande responsabilità, oltre agli errori compiuti dalla banca che sono gravi, ce l’abbia la FINMA, che è intervenuta con metodi all’americana, che hanno creato un’ondata mediatica che è andata ben oltre i confini nazionali e che ha pesantemente danneggiato l’immagine della banca. Nonostante il patetico tentativo del Consiglio federale di difendere l’operato della FINMA nel gestire l’ “affaire BSI”, è sotto gli occhi di tutti che la FINMA si è mossa in modo maldestro e sproporzionato, pur senza voler sminuire la gravità degli errori compiuti dalla banca. Purtroppo a farne le spese saranno soprattutto i dipendenti e anche gli enti pubblici locali, oltre che, ben evidentemente, l’immagine della piazza.

Mi parli dell’UBS e del luganese Sergio Ermotti, assurto al vertice. Quale futuro per la “too big to fail”? Come mai il titolo UBS ha attualmente una quotazione così bassa?

BG  UBS sotto la guida di Sergio Ermotti ha saputo ridefinire molto bene la sua immagine di grande banca svizzera e focalizzare il suo business nei settori di maggiore forza e know how dell’istituto. Ermotti, che conosco e che stimo, ha dimostrato di avere anche grande senso di responsabilità nell’affermare, beninteso nel rispetto di tutte le normative, che la banca deve poter svolgere la sua attività nei settori di sua competenza per poter far fronte ai cambiamenti del mercato e alla competitività internazionale. È stato uno dei pochi esponenti del mondo economico che ha avuto il coraggio di portare un contributo critico e dei suggerimenti all’autorità politica, affinché l’economia svizzera possa mantenere la sua competitività. Evidentemente ciò ha causato una levata di scudi da parte di forze ed esponenti della sinistra che si sono dette indignate per certe sue affermazioni, nonostante tali signori in vita loro non abbiano mai gestito nemmeno un chiosco.

Cosa ne pensa delle ultime raccomandazioni del FMI che suggerisce alla Banca nazionale svizzera di rafforzare ulteriormente la politica dei tassi di interesse negativi?

BG  Da un punto di vista generale ritengo che tutte queste organizzazioni internazionali, potentissime e senza nessun controllo, portino molto spesso in avanti delle politiche che sono esclusivamente nell’interesse delle élites e dei potentati finanziari mondiali e che non sono praticamente mai nell’interesse dei singoli Stati e dei loro popoli. Le ricette dell’ FMI hanno prodotto danni immensi a diverse economie nazionali, i cui governi e istituzioni si sono piegati ai loro dictat. Penso ad un caso che conosco molto bene, quello dell’Argentina, considerata alla metà degli anni ’90 l’allievo modello dell’applicazione delle teorie del Fondo monetario internazionale. I risultati disastrosi si vedono ancora oggi.

Lei ha puntato con determinazione al Consiglio degli Stati, fallendo di poco l’obiettivo. Ci dica come vede questa “camera alta”, autentico calvario (opinione mia) per la vera Destra? Quali meccanismi la reggono? Che funzioni ha nel quadro politico generale?

BG  Così come a livello geopolitico mondiale abbiamo assistito a un’inversione di ruoli e obiettivi tra le grandi potenze, sul piano svizzero si è verificato un capovolgimento funzionale tra i due rami del Parlamento, laddove la camera dei Cantoni, un tempo garante della stabilità delle istituzioni e dei valori svizzeri, oggi è diventata lo strumento con cui le oligarchie transnazionali targate da “forze progressiste” opprimono, aggirano e mortificano la libertà e i diritti politici del popolo svizzero.

Il 9 febbraio il potere dominante, quello che governa la Svizzera adeguandosi ai voleri dell’UE, ha subito, per un pelo e per miracolo, con l’apporto decisivo del Ticino, una bruciante sconfitta. Ma non si è rassegnato e ha tentato con ogni mezzo di impedire la messa in opera dell’articolo costituzionale. Il risultato è che, dopo due anni e mezzo, siamo in alto mare. La nostra gioia per il 9 febbraio si tramuterà in frustrazione? Tutto finirà in niente? La volontà del popolo sarà disprezzata?

BG  La discussione di settimana scorsa al Consiglio degli Stati per l’approvazione del principio costituzionale approvato dal popolo il 9 febbraio e il risultato finale che ne è sortito è la chiara dimostrazione che tutte le forze politiche ad eccezione dell’UDC e della Lega se ne infischiano delle decisioni prese dal popolo sovrano e tradiscono senza vergogna la volontà popolare e l’interesse nazionale.

Portiamoci con la mente al 9 febbraio 2017. Che cos’avremo tra le mani dopo tre anni (il tempo stabilito)?

BG  Se il Consiglio degli Stati non ribalterà, cosa che vista la sua composizione mi sembra impossibile, il risultato del Consiglio nazionale, il 9 febbraio 2017 ci ritroveremo con un pugno di mosche tra le mani, il che è inammissibile.

Il giorno in cui gli Inglesi votarono la Brexit… lei ha stappato lo champagne?

BG  Krug Clos du Mesnil 1990. Ne ho ancora una cassa, confido che ci saranno altre occasioni della storia dove varrà la pena berne.

La veemente crisi dei migranti ci toglie il sonno. Come vede la situazione alla “porta sud” della Svizzera? Che cosa può fare il Ticino per tutelarsi? Chiasso è la nostra Lampedusa?

BG  Se il sostegno della Berna federale al Ticino in materia di gestione delle immigrazioni si rivelerà essere solo di facciata e se le autorità federali si piegheranno ad aprire corridoi umanitari lungo il Cantone, allora occorrerà veicolare il flusso dei falsi e dei veri rifugiati direttamente sui grossi centri, Berna, Zurigo, Losanna e Ginevra, in modo tale che di fronte agli scempi e alle miserie umane che si vedono ai nostri confini, ma che sono distanti dai centri confederati, anche nella Svizzera interna si aprano finalmente gli occhi. Occorre riflettere bene prima di compiere certi errori.

Quanto è grande lo spazio di manovra del ministro leghista Gobbi nella gestione del problema dei migranti illegali nel Ticino? A) Ampio, decisivo  B) Limitato, condizionato da altre autorità e da altre forze  C) Quasi nullo.

BG  È pacifico che Norman Gobbi sta facendo un ottimo lavoro, nonostante Berna lo aiuti molto poco e il suo spazio di manovra sia molto limitato. Oggi le decisioni fondamentali e che ci sembrano giuste vanno in ogni caso prese con coraggio, aldilà di qualsiasi condizionamento o pruderie politicamente corretta.

Come giudica l’azione provocatoria e illegale della deputata PS Bosia Mirra, arrestata a Stabio mentre operava come passatrice? Come giudica la posizione assunta dal suo partito?

BG  Il comportamento della signora Bosia Mirra appalesa un imbarazzante disprezzo manifestato per ragioni ideologiche nei confronti di leggi ed istituzioni che ella è pur sempre chiamata a rappresentare. Quanto alla posizione del PS siamo ormai abituati alla loro morale à la carte.

Ultime domande sparse e varie

Giovanna Masoni ha subìto, come alcuni o molti pensano, una grande ingiustizia?

BG  Un cambio della rappresentanza di interessi pubblici, se legittimo, ovvero se avviene nel rispetto dei principi costituzionali e riflette la volontà popolare, mi pare insito nel nostro sistema democratico e va accettato.

Il presidente Cattaneo non si ricandiderà. È stato un buon presidente per il PLR ?

Cattaneo è un ottimo organizzatore, che mosso dal suo spirito imprenditoriale ha ringiovanito e riorganizzato il suo partito. Per quanto concerne le sue prese di posizione politiche, accanto ad alcuni slanci coraggiosi, l’ho visto spesso combattere battaglie di retrovia con motivazioni di contrapposizione politico-partitica di vecchio stampo. Il suo spirito da sportivo e battagliero ha però permesso al PLR di evitare pesanti sconfitte e di limitare i danni nelle competizioni dove lui lo ha condotto come presidente.

Lei è favorevole alle domeniche senz’auto e alle targhe alterne?

BG  Ritengo queste misure inadeguate, unicamente declamatorie e inutilmente vessatorie per le limitazioni che comportano ai cittadini e all’economia.

Lei è, come me, uomo di destra e tale si dichiara. Riesce a vedere all’interno dei due partiti “borghesi” – a Lugano o nel Cantone – delle aree, delle porzioni, dei frammenti “di destra”?

BG  Nessuna porzione, pochi frammenti, numeri troppo piccoli per invertire la tendenza di appiattimento dei due partiti borghesi su posizioni globaliste e politically correct.

[Questa è anche esattamente (non che importi) la mia opinione. Entrambi i partiti non hanno più un’ala destra; Red]

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