Un rapporto del WWF evidenzia la drammatica accelerazione della regressione della vita animale sulla Terra.

Le popolazioni di mammiferi, pesci, uccelli, anfibi e rettili nel mondo si sono ridotte del 58 % in 42 anni (tra il 1970 e il 2012) e questo declino proseguirà a un ritmo crescente, se nulla verrà fatto. Lo scrive il WWF nel suo rapporto 2016.

“Il declino subìto dalle popolazioni di animali selvatici è sempre più preoccupante e dovrebbe raggiungere in media il 67 % entro il 2020, se non saranno prese misure per invertire la tendenza – ha dichiarato il direttore generale del WWF International, Marco Lambertini.

“Stiamo assistendo a una regressione della vita animale sul pianeta e siamo in parte responsabili […], per noi si tratta di un fattore di rischio maggiore – commenta Pascal Canfin, direttore generale di WWF Francia.

“Quando la vita animale scomparirà dalla Terra, con essa scomparirà il capitale naturale e se distruggiamo questo capitale naturale, distruggiamo la nostra capacità di vivere sul pianeta a lungo termine. L’umanità si sta mettendo in pericolo con le proprie mani – riassume il rapporto del WWF.

Il precedente rapporto, apparso nel 2014, faceva stato di un crollo del 52 % delle popolazioni di animali vertebrati nel mondo, tra il 1970 e il 2010. Per misurare l’evoluzione, il WWF collabora con la Società zoologica di Londra e studia 14’152 popolazioni animali appartenenti a 3’706 specie di vertebrati. Particolarmente toccati sono gli animali di acqua dolce, vittime di uno sfruttamento eccessivo che non permette le nuove nascite e il degrado dei loro habitat. Le popolazioni marine hanno subito un calo del 36 %.

Gli effettivi delle specie terrestri sono scesi del 38 %. A causa dei bracconieri, dal 2006 il numero degli elefanti africani, ad esempio, è sceso di 111’000 individui.

La minaccia più frequentemente subita dalle popolazioni animali in declino è la perdita, o il degrado, del loro habitat a causa di attività agricole, sfruttamento delle foreste, estrazioni minerarie, trasporti, produzione di energia. Altre cause sono l’eccessivo sfruttamento (caccia, pesca, bracconaggio), l’inquinamento, le malattie, le specie invasive, …

I cambiamenti climatici hanno sinora avuto un impatto minore, ma se le temperature generali dovessero ancora aumentare, a causa delle emissioni dei gas a effetto serra legate alle attività umane, gli scienziati prevedono effetti devastanti, non solo per gli animali e l’ecosistema, ma anche per l’uomo.