Quattro giorni dopo la morte del venditore di pesci, in Marocco l’emozione è ancora viva. Esprime soprattutto la collera di una popolazione che non è più disposta ad accettare gli abusi di potere.

marocco

Sono passati quattro giorni dalla morte di Mouhcine Fikri, il giovane venditore di pesci schiacciato da una benna per rifiuti, il 28 ottobre. A Imzouren, la cittadina dove vive la sua famiglia e dove è stato sepolto, così come a Al-Hoceima, dove abitava e dove è morto, la domanda è la stessa : come si fa a schiacciare un uomo in una benna, durante un banale controllo merci ?

Mouhcine, che era trasportatore e occasionalmente venditore di pesci, era stato avvisato venerdì pomeriggio dell’imminenza di un controllo di polizia. Aveva passato ore a discutere nella speranza di poter tenere i pesci che aveva pescato illegalmente. Invano. Una benna era arrivata per eliminare il carico di pesci e l’uomo si era seduto sulla pedana, per impedire l’operazione. Il meccanismo era stato avviato e lo aveva schiacciato tra gli ingranaggi.

Le autorità hanno reagito, procedendo all’arresto di 11 persone, tra poliziotti e responsabili del porto. Il re del Marocco, Mohammed VI, ha promesso un’indagine ma in questa parte nel nord del paese, il dramma ha rivelato ben altri mali.
La maggior parte dei circa 60’000 abitanti di Al-Hoceima vive grazie ai prodotti della pesca, ai soldi mandati dalle famiglie che vivono in Europa e per il turismo estivo. Molti giovani sono senza lavoro e dalla morte del venditore di pesci, molti di loro si sono mobilitati. Domenica scorsa, migliaia di persone hanno percorso a piedi i 18 chilometri che separano Al-Hoceima da Imzouren per assistere al funerale. Tutti chiedono un’indagine ufficiale, come promesso dal re, per riconoscere i veri colpevoli.

Molte domande restano in sospeso : se Mouhcine aveva pescato illegalmente, come aveva fatto a portare il pesce fuori dal porto ? Perchè la merce non è stata semplicemente confiscata, invece di essere distrutta ? Chi ha azionato la benna dei rifiuti pur vedendo che il giovane era seduto sulla pedana ?

La collera è diretta verso la “hogra”, parola che indica l’ingiustizia e gli abusi di potere subìti quotidianamente dalla popolazione di fronte a un’amministrazione che detiene ogni potere. Però, malgrado la situazione, nessuno pensa che il Marocco potrebbe vivere una situazione come in Tunisia o in Egitto. Non vi sarebbe dunque il pericolo di una nuova “primavera araba”. In Marocco gli slogan per un cambio di potere sono rari e le poche manifestazioni non causano incidenti.