Contrasti parigini : da un lato, il centro di transito dei migranti della Porte de la Chapelle rimane vuoto, nell’attesa dell’apertura ufficiale. Dall’altro lato, circa 3’000 tra afghani, sudanesi e eritrei dormono nelle strade vicino alla stazione della metropolitana di Stalingrad, tra il X e il XIX arrondissement, perchè non hanno un altro posto dove andare.

Impossibile riuscire a far coincidere l’offerta con la richiesta. Il centro di transito di Parigi è stato concepito, lo scorso maggio, come un’alternativa alla strada per i migranti giunti a Parigi, in attesa di proseguire verso un centro d’accoglienza e di orientamento, i cosiddetti CAO.
Ma il centro di transito non può aprire in un simile contesto, spiega la municipalità, perché rischierebbe il sovraffollamento immediato. Con i suoi 400 posti, per soli uomini, è stato concepito per rispondere a arrivi quotidiani massimi di 50 migranti, non per gestire una simile fila d’attesa.

Parigi aspetta dunque che il governo proceda all’evacuazione dei 3’000 migranti accampati a Stalingrad. A questo punto, il centro di transito potrà aprire. Dopo lo sgombero della Giungla di Calais, l’accampamento abusivo da cui sono stati fatti partire quasi 10’000 migranti, Parigi aspetta dunque il suo turno.

Lo sgombero dei migranti di Parigi non sembra però essere cosa immediata. Una riunione del 2 novembre tra la municipalità e i membri del governo ha evidenziato la mancanza di posti nei centri di accoglienza e orientamento sparsi in tutta la Francia.
Il pericolo è che il numero dei migranti accampati nelle strade della capitale continui ad aumentare. Infatti, a Parigi sono giunte diverse centinaia di migranti di Calais, quelli che non hanno voluto essere trasferiti nei centri di accoglienza. Dopo la scomparsa dell’accampamento di Calais, per altri migranti diretti verso la Gran Bretagna, Parigi diventa una tappa obbligata.