Donald Trump è il nuovo presidente americano e i mercati cedono al panico. Così come era accaduto quando il Regno Unito aveva votato a favore del Brexit (ossia così come quando accade qualcosa che non è previsto dai piani dei governi), gli investitori temono il peggio e i mercati collassano.

Nella notte tra martedì e mercoledì, i mercati monetari e delle azioni hanno perso colpi a raffica, sotto l’effetto congiunto della probabile vittoria di Donald Trump e del conseguente arrivo al potere di un presidente protezionista e isolazionista, pronto a rimettere in causa i trattati internazionali.

Rispetto al valore di martedì, nella mattinata di mercoledì 9 novembre, negli Stati Uniti il dollaro ha perso 1,6 % nei confronti dell’euro. In Messico il peso è sceso di circa il 12 %, dopo aver toccato il livello più basso nei confronti del dollaro.
Gli indici di Borsa hanno vacillato un po’ ovunque : in Giappone, il Nikkei ha chiuso in calo di 5,36 % mentre all’apertura delle Borse europee, mercoledì mattina, il DAX di Francoforte e il CAC 40 perdevano rispettivamente 2,7 % e 2,5 % nel corso dei primi scambi. Nelle altre piazze finanziarie, la situazione era la stessa.

Il nervosismo era palese anche per l’indice MSCI dei mercati emergenti. Il suo calo (–2,5 %) è stato il più marcato dalla choc del Brexit, lo scorso 23 giugno. Per un effetto di bilanciamento, gli investitori si sono affrettati verso i valori rifugio : mercoledì mattina, l’oro ha segnato + 3,35 %, e un apprezzamento ha interessato anche lo yen e il franco svizzero.

A breve termine, i mercati saranno attenti alle dichiarazioni delle banche centrali, in particolare la Federal Reserve americana, che da un poco lasciava intravvedere un aumento del suo tasso per dicembre (misura che potrebbe venire ritardata). Così come era accaduto dopo il voto sul Brexit, ci si attende che le banche centrali intervengano con misure e dichiarazioni rassicuranti, così da calmare il panico e ridare fiducia agli operatori.
La differenza con il Brexit, è che la leadership degli Stati Uniti è più importante per i mercati mondiali di quella del Regno Unito e l’effetto Trump potrebbe essere ben più rapido di quello del Brexit, il cui evolvere resta ancora in sospeso.

Nel suo primo discorso da presidente eletto, mercoledì mattina, Donald Trump ha voluto rassicurare tutti quanti e ha insistito sulla buona qualità del suo programma economico.
Secondo alcuni osservatori, per l’economia americana, il rilancio di bilancio iscritto nel programma di Donald Trump appare positivo a breve termine, mentre a lungo termine, un debito pubblico maggiore e un eccessivo protezionismo peseranno sulla crescita, sia americana che mondiale. Per finanziare il deficit, l’economia degli Stati Uniti ha bisogno degli investimenti dall’esterno. Per attirarli, e visto il sentimento di sconcerto che accompagna l’elezione di Trump, il dollaro continuerà a calare.