Il Parlamento di Israele si pronuncerà su una legge per impedire alle moschee di ricorrere agli altoparlanti durante la chiamata alla preghiera. Il rumore è eccessivo e fastidioso. Qualificato come “razzista” dai deputati arabi, il testo ha il sostegno del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahou.

Il Consiglio dei ministri israeliani ha autorizzato il voto, da parte del Parlamento, della “Legge muezzin” che punta a vietare l’uso di altoparlanti durante la chiamata alla preghiera. Questa chiamata ha luogo cinque volte al giorno, di cui la prima poco prima dell’alba.

Il premier Netanyahou ha cercato di smorzare le tensioni, spiegando che “la misura non concerne solo i cittadini ebrei o cristiani. Anche i musulmani possono essere infastiditi dalle voci amplificate dagli altoparlanti, provenienti in contemporanea da diverse moschee. Si ricevono numerose denunce per rumori molesti e i problemi che causano. Israele rispetta la fede di ognuno, ma lo Stato deve garantire la tranquillità dei cittadini. E’ la regola nelle città in Europa e voglio applicarla anche in Israele.”

I deputati arabi del Parlamento israeliano denunciano una legge “razzista”. In un’intervista al Jerusalem Post, il deputato Ayman Odeh ha dichiarato : “Lo scopo reale di questo testo è creare un’atmosfera di odio verso gli arabi. Esistono già delle leggi contro le emissioni sonore eccessive, e sono già applicate alle moschee. Questa legge persegue l’obiettivo di presentare le moschee come edifici problematici.”

Prima di essere adottata, o respinta, la “legge muezzin” deve ancora passare da tre votazioni al Parlamento israeliano.