L’Università Vita Salute del San Raffaele è un incredibilmente vivace compendio di attualità e futuro.

Attualità poiché è anche un famoso e prestigioso ospedale, e si sa quale siano le malattie del secolo. Futuro, poiché i medici si mescolano agli studenti, anzi, i professori stessi sono medici e talvolta gli studenti stessi possono essere scambiati per giovani medici poiché indossano il camice, per fare pratica. Adiacente c’è la facoltà di Filosofia. Non manca niente. Un ospedale per curare i corpi, una facoltà per imparare a curarli, una facoltà per curare le anime. 

Il settore sanitario è, in questo secolo, assai gettonato dagli aspiranti medici, ma il posto da studente di medicina non è per tutti. C’è infatti un test, il temutissimo test di medicina, che per alcuni chiude le porte in faccia a  chi non lo supera,  per altri non fa nient’altro che incrementare la “selezione naturale” dei futuri medici.

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Nella foto, pazienti escono dal San Raffaele. Sullo sfondo studenti e medici.

Test Si o Test no? Questo è il dilemma. Problema forse italianissimo, eppure non prettamente italiano, data la non trascurabile affluenza di studenti stranieri (soprattutto del Nord Europa, ma anche dagli Stati Uniti) nella suddetta Università. Per alcuni non ha senso, “le ossa si fanno direttamente sul campo di battaglia” dicono, “facendo gli esami.” E non sono affatto in pochi a pensarla così. Eppure, due studenti del San Raffaele – entrambi del terzo anno e di provenienza straniera – che la Redazione di Ticinolive ha intervistato, la pensano in modo assai diverso. La retta d’iscrizione, in confronto alle università statali (da loro dichiarate pressoché gratuite) è molto alta. Le idee che hanno sono molto chiare.

Lui è Louis, parla francese, è uno studente proveniente dalla Svizzera Francese, da Genève, che ha frequentato la stessa facoltà anche nel paese d’origine. “Lì non ci sono test d’ingresso.” racconta  “Ciò comporta l’apparente vantaggio di una facoltà inclusiva, ed il reale svantaggio di una forte competizione. Talmente forte che gli studenti, essendo in tanti, troppi, giungono a strapparsi nascostamente le pagine dai libri di testo, per mettere in difficoltà il potenziale rivale ancor prima della prova d’esame.”

Lei è Lucy, italoamericana, nata a New York, che si esprime in un italiano perfetto e in un inglese altrettanto perfetto. “Le polemiche per il test d’ingresso in Italia sono infondate” sostiene. “Negli USA è molto più difficile entrare nella facoltà di Medicina. Là, i test, al confronto, sono di gran lunga più complessi. Per quanto riguarda l’esperienza che uno studente potrebbe costruirsi pur non passando il test, non ritengo sia fattibile: come puoi pretendere di passare gli esami successivi, se non hai passato il test? Solitamente  le lamentele vengono da coloro che non l’hanno passato. Inoltre, se sei uno studente che non riesce a dare gli esami effettivi, divieni un peso per lo Stato. Tanto vale cambiare strada.”

Dichiarazioni dure, o forse semplicemente realiste.

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