(fdm) Ci terrei a consolare l’Avvocato, visto che molto lo rispetto e siamo buoni amici. E gli direi semplicemente: Canetta o non Canetta, RSI faziosa o non faziosa, la trombata che i “politicamente corretti” hanno preso stavolta ha assunto dimensioni galattiche. Urlavano come aquile isteriche.

Il mondo continuerà? Ma sì, che diamine.

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tt-wolf-bigfoto Ticinolive

 

Egregio Direttor Canetta,

Lunedì 7 novembre in serata RSI LA2 ha trasmesso sotto il titolo ,,Requiem al sogno americano” un documentario su Noam Chomsky . Nel campo della filologia e della linguistica la fama e l’autorevolezza di Chomsky sono di livello mondiale. Egli è anche un attivista politico di forti sentimenti con posizioni radicali e affermazioni talvolta deliranti nell’arco dell’estrema sinistra.

Tutto ciò è suo buon diritto e il suo impegno civico e sociale gli fa onore, anche se certe sue esagerazioni hanno compromesso la sua credibilità. Ciò che non è ammissibile è che la RSI trasmetta un simile documentario senza nessun avvertimento (non tutti debbono conoscere Chomsky) sull’estremismo delle sue posizioni, che non fanno certo la maggioranza negli USA nonostante qualche condivisione di temi con Trump (non faccio ovviamente nessun paragone tra i due personaggi) .

Canetta-x1 yCome se non bastasse, il “Requiem al sogno americano” che già non suona molto bene, viene trasmesso 48 ore prima della votazione per la presidenza USA. Questione di buon gusto. Nel documentario Chomsky afferma che il governo americano invita i cittadini ad odiarsi l’un l’altro, che Adam Smith invita ad arricchirsi e non occuparsi degli altri (dimostrazione di scarsa conoscenza dei testi del moralista scozzese). Scene di polizia che spara su scioperanti risalenti, penso, agli anni ’30 (quindi non di massima attualità), citando lo sciopero dei camionisti ma dimenticando la presenza di gangster tipo Jimmy Hoffa alla testa di quel sindacato.

Non mi dilungo ma trasmissioni di un documentario di parte e di propaganda, senza il minimo avvertimento o commento in più a due giorni dalle elezioni non è cultura, è indottrinamento (preceduto da interviste e commenti su Chomsky alla Radio).

Lei avrà già capito che se Le scrivo è per sottolineare una volta ancora la parzialità di trattamento. Più di un anno fa tramite l’Istituto Bruno Leoni (think tank liberale italiano) Le ho messo gratuitamente a disposizione il programma “Free to Choose” realizzato da Milton Friedman (Nobel e molto più autorevole per la competenza scientifica in materia di politica economica di Chomsky). Il programma è passato qualche anno fa alla BBC, garanzia di serietà del prodotto, e abbiamo provveduto alla sottotitolazione in italiano. La cosa si è trascinata e arenata su difficoltà tecniche che sfuggono alla mia competenza ma nessuno si è premurato di chiedere se avessimo qualche altro documentario di grandi intellettuali che non la pensano come Chomsky e magari non sono politically correct.

Torniamo purtroppo alla mia tesi, già più volte espressaLe, dell’impossibilità per ognuno di noi di essere oggettivi. Con il modo con il quale il documentario Chomsky è stato presentato, parlare di oggettività poi è una presa per i fondelli.

Ho fatto per iscritto e a voce, sia a Comano che a Besso più volte, i nomi di intellettuali ma mai nessuno di loro è stato interpellato e dall’Italia arrivano i soliti noti. Il documentario Chomsky avrebbe avuto tutt’altro valore ad esempio se postillato o commentato da Luigi Marco Bassani nato a Chicago e professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Milano, autore di numerosi libri anche sugli USA. Ma dove si trova il Professor Bassani? Non distante : all’USI di Lugano. Quanto è faticosa la cultura.

Ero incerto nei confronti dell’iniziativa No-Billag per la sua radicalità. Dopo la trasmissione di lunedì sera voterò un SÌ convinto, non sono d’accordo che i miei soldi invece che per la cultura servano per l’indottrinamento.

Mi sto chiedendo se mi conviene venire a fare da alibi quale utile idiota al dibattito del 13 dicembre 2016 con Lei. Ci penso e glielo faccio sapere.

Con i migliori saluti,

Tito Tettamanti