Piena solidarietà con il personale dell’Orchestra della Svizzera italiana (titolo originale)

osi-foto-ufficialeIl Sindacato VPOD Ticino, firmatario del contratto collettivo di lavoro per l’Orchestra della Svizzera italiana (OSI), ha tenuto e terrà oggi diversi incontri con i dirigenti e il personale della Fondazione Orchestra della Svizzera italiana (FOSI) per discutere la drammatica disdetta a tutto il personale, preannunciata per il 31.12.2017: sindacato, musicisti e personale amministrativo della FOSI sono scioccati da questo atto. La disdetta collettiva dei contratti di lavoro presso la FOSI è un atto estremo, che deve scuotere dal proprio torpore la Società svizzera di radioffusione (SSR) e il mondo della politica ticinese.

Ghisletta 11Sarebbe infatti criminale, a causa della lentezza delle trattative sul finanziamento dell’OSI dal 1.1.2018, gettare a mare e disperdere definitivamente tutto il patrimonio di competenze e di qualità raggiunto in anni di duro lavoro dall’Orchestra della Svizzera italiana, che ha visto la luce nel lontano1935. Si pensi che la programmazione per la stagione concertistica OSI 2017/18 è praticamente ultimata, mentre il finanziamento dell’OSI per il 2018 è avvolto nella nebbia: una situazione intollerabile! Sarebbe pure da incoscienti perdere, oltre al contributo culturale, anche l’indotto economico sulla regione, che viene creato dall’OSI: infatti per ogni franco pubblico investito nell’OSI la regione ne riceve 3 in termini macroeconomici. È infine inaccettabile che a subire le conseguenze di questa incertezza finanziaria che pesa sull’OSI siano una cinquantina di dipendenti e le loro famiglie.

Le cause delle difficoltà finanziarie dell’Orchestra sono duplici:

da un lato vi è la lunga trattativa tra la FOSI e la SSR, avviatasi l’anno scorso dopo la disdetta della convenzione, data alla SSR, sul finanziamento dell’Orchestra della Svizzera italiana dal 2018: la SSR porta responsabilità molto importanti per la lentezza e l’inconcludenza nel definire una soluzione realistica di sostegno all’unica orchestra di musica classica presente nella regione italofona della Svizzera;

dall’altro lato vi è il ritardo, solo in parte conseguente al primo punto, nelle discussioni per stanziare un maggior contributo finanziario dei Comuni, in particolare del Luganese, in favore dell’Orchestra. Ricordiamo che la Città di Lugano finanzia con 500’000 fr annui l’Orchestra, ciò che rappresenta il 47% della quota del Luganese: pertanto appare logico che i restanti Comuni del Luganese debbano finanziare la medesima somma di Lugano. Da questo dato i Comuni del Luganese non possono più scappare. Oggi il totale dei finanziamenti dai Comuni del Luganese all’Orchestra è di ca. 600’000 fr, per cui mancano all’appello almeno 400’000 fr dai Comuni del Luganese. Globalmente la quota di finanziamenti comunali all’OSI rappresenta l’8% del budget e si situa ben lontana dalle percentuali del 35-60% di finanziamenti comunali in uso per la maggior parte delle orchestre romande e svizzero-tedesche. Il Canton Ticino, che versa 4 milioni Fr. all’anno, vanta per contro una percentuale importante di finanziamento (49% del budget). Pure importante è il contributo finanziario dei privati, che arriva al 18%.

In conclusione il Sindacato VPOD Ticino esprime piena solidarietà ai musicisti ed al personale amministrativo che vivono in prima persona questa crisi, invitando pressantemente la SSR e i Comuni del Luganese a rimboccarsi le maniche e a definire in tempi brevissimi un contributo finanziario necessario a garantire la continuità della splendida realtà culturale rappresentata dall’OSI nella Svizzera italiana.

Raoul Ghisletta